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CARA FAGNANI, IL COLESTEROLO È UNA COSA SERIA, LASCIAMO PARLARE CHI SE NE INTENDE – IL PROF. COSIMO COMITO, UNO DEI MASSIMI ESPERTI DI PREVENZIONE CARDIOVASCOLARE, RISPONDE ALLA CONDUTTRICE, CHE A “BELVE” HA SCONSIGLIATO L’USO DELLE STATINE: “IL COLESTEROLO ELEVATO È TRA I GRANDI FATTORI DI RISCHIO INSIEME A PRESSIONE ALTA E FUMO. È EPIDEMIOLOGIA DI BASE, NON MARKETING” – “L’LDL-COLESTEROLO (IL “CATTIVO”), È CAUSALE NELL’ATEROSCLEROSI: SE SCENDE L’LDL, SCENDONO GLI EVENTI (INFARTO, ICTUS), A PARITÀ DI TUTTO IL RESTO. PER OGNI MMOL/L IN MENO (CIRCA 39 MG/DL) C’È UNA RIDUZIONE RELATIVA DEL 20–25% DEI PRINCIPALI EVENTI VASCOLARI…”
Oh, non sapevo che la Fagnani fosse medico e si intendesse di colesterolo e statine.
... Se così non fosse, potete farle presente che dare consigli medici senza essere qualificati è reato di "esercizio abusivo della professione"?https://t.co/S9aE5B1yRt pic.twitter.com/tZ4hXupH71
— Alice Rotelli (@Rotelli_MD) November 6, 2025
IL CARDIOLOGO ED IL COLESTEROLO
Cosimo Comito* per Dagospia
*medico specialista in cardiologia e cardiochirurgia, considerato uno dei massimi esperti nella prevenzione delle malattie dell'apparato cardiovascolare
Colesterolo: che cosa dicono davvero le evidenze (e perché “240 è normale” non regge)
Negli ultimi giorni è tornata la solita tiritera: “il colesterolo totale a 240 mg/dL è normale, il resto è propaganda per vendere statine”.
Facciamo CHIAREZZA. Qui sotto trovi, in modo semplice ma rigoroso, cosa dicono studi storici, metanalisi e linee guida internazionali su rischio cardiovascolare, colesterolo LDL e terapie.
Gli slogan li lasciamo ai talk show.
1) Da dove nasce l’associazione colesterolo-rischio
Lo Framingham Heart Study, avviato nel 1948 e ancora in corso,(STIAMO PARLANDO DI 77 ANNI FA’) è lo studio che per primo ha messo in fila i grandi fattori di rischio cardiovascolare nella popolazione generale: pressione alta, fumo e sì, colesterolo elevato.
È epidemiologia di base, non marketing: osservazioni di lungo periodo su migliaia di persone, prima ancora che esistessero le statine. framinghamheartstudy.org+2PMC+2. Ricordiamo che la prima statina e, stata messa sul mercato nel 1987, 41 anni dopo gli studi clinici.
2) Il bersaglio giusto non è il “totale”, è l’LDL
Oggi la prevenzione non si fa più sul colesterolo totale ma sull’LDL-colesterolo (il “cattivo”), perché è causale nell’aterosclerosi: se scende l’LDL, scendono gli eventi (infarto, ictus), a parità di tutto il resto. Questo non lo dicono “le aziende”, lo dicono tre linee di prova indipendenti:
3) “The lower, the better”: quanto più in basso, tanto meglio
La più ampia metanalisi indipendente sui trial con statine (CTT Collaboration) mostra che per ogni 1 mmol/L di LDL in meno (circa 39 mg/dL) c’è una riduzione relativa del 20–25% dei principali eventi vascolari. È un gradiente dose-risposta lineare, replicato in coorti diverse. The Lancet+1
Non è un effetto “magico” della statina: lo stesso pattern si vede quando l’LDL scende con farmaci non-statinici:
Conclusione scomoda per le polemiche: quando l’LDL scende, gli eventi scendono indipendentemente dal farmaco. Quindi il bersaglio è il meccanismo biologico, non l’etichetta del medicinale.
4) Ma quindi “240 è normale”?
No. Dal punto di vista popolazionale, 240 mg/dL di colesterolo totale è classificato come “alto” da fonti pubbliche e neutrali. La fascia “desiderabile” è <200 mg/dL. Non sono numeri inventati: è ciò che riportano i principali enti di salute pubblica e i manuali clinici. CDC Italia+1
Detto questo, oggi si decide sull’LDL e sul rischio globale dell’individuo, non sul totale. Le linee guida europee ESC/EAS fissano target di LDL differenziati per rischio:
Questo approccio è ribadito dalle linee guida 2019 e dagli aggiornamenti clinici successivi (“più basso è, meglio è”, specialmente in prevenzione secondaria). Portail Vasculaire+1
Anche le linee guida AHA/ACC statunitensi vanno nella stessa direzione: LDL <70 mg/dL come soglia in prevenzione secondaria per valutare terapie aggiuntive. Segno che la comunità scientifica converge sui principi, nonostante le differenze di dettaglio. AHA Journals+1
5) “Ma è tutto un affare delle farmaceutiche”
Capisco il sospetto. Però i pilastri che ho citato non sono spot pubblicitari:
6) Come si interpreta tutto questo, in pratica
7) Risposta diretta alle polemiche
In sintesi
Nota ovvia ma doverosa: queste sono evidenze generali. Le decisioni individuali su quando e come trattare si prendono con il proprio medico, dopo una valutazione del rischio personale, degli esami e delle comorbidità. Perché sì, il colesterolo è un numero; ma il paziente è una persona .
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