DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA…
John Daley, direttore del Grattan Institute, Australia – da The Guardian - https://www.theguardian.com/profile/john-daley
Nessuno in questo momento se la sente di fare previsioni sulle conseguenze dell’emergenza indotta dal Covid-19, ma la possibilità di risoluzione inerente la salute pubblica, il costo sociale e la limitazione della libertà di movimento, dipende dall’obiettivo finale.
Le possibili strategie, che naturalmente hanno delle differenze tra loro, potrebbero evitare decine di migliaia di morti, centinaia di migliaia di ricoveri ospedalieri e impatti profondi e generali sull'economia e sulla società australiana.
In molti dibattiti, ancora adesso, si sta sottostimando la responsabilità delle scelte politiche per l’aumento delle morti.
Si stanno anche sottovalutando le conseguenze economiche e sociali derivanti da un’epidemia a tempo indeterminato sulle piccole e medie imprese, così come su molte organizzazioni no-profit. Se molte attività chiudono e crollano i mercati del credito, bisognerà affrontare le conseguenze sociali, e non lo stiamo facendo.
Vediamo tre possibili strategie. Nessuna è facile, ma una probabilmente è migliore rispetto alle altre.
Obiettivo A: appiattire la curva
La strategia A consiste nell’"appiattire la curva" attraverso la limitazione dei movimenti, fino ad abbassare il picco dei casi, pur prevedendo che comunque i contagi continueranno a crescere fino a quando l'epidemia non avrà fatto il suo corso. I morti saranno molti.
L'Imperial College ha dimostrato che, anche se la Gran Bretagna dovesse appiattire la curva, il picco del contagio impatterebbe negativamente il sistema sanitario ospedaliero per l’incapacità di effettuare le terapie intensive (in particolare per la mancanza di ventilatori), ma lo farebbe ad una percentuale dell’8% anziché del 30%, riuscendo in questo modo a ridurre drasticamente il bilancio delle vittime.
È probabile che anche l'Australia esaurisca i posti in terapia intensiva se i contagi dovessero arrivare a 45.000, che è solo una piccola parte della popolazione.
Quando il numero dei contagi inizierà a diminuire in risposta all’isolamento/blocco, c’è il rischio che l’opinione pubblica insista per una riapertura che potrebbe essere prematura, portando cosi ad un nuovo aumento di contagi e giungendo nuovamente ad un numero di decessi non accettabile - ciò che l'economista Tyler Cowen ha definito "epidemia yo-yo".
Indipendentemente da ciò, l'appiattimento della curva richiederà di ridurre l'attività economica e sociale per almeno 12 mesi o molto di più. La perdita sarà enorme. La maggior parte delle aziende non riuscirebbe a sopravvivere al blocco per più di qualche mese, e non importa quanto stanzino i governi per le prestazioni a sostegno del reddito e dell’economia.
Non è solo turismo. Le aziende di piccole e grandi dimensioni in tutti i settori, dai servizi domestici, dalla produzione fino all'edilizia, stanno sviluppando ed eseguendo piani per licenziare centinaia di migliaia di persone. La disoccupazione aumenterà, probabilmente determinando un forte calo dei prezzi delle case, causando grossi problemi anche alle banche.
Una variante della soluzione A consisterebbe nell'isolare tutti gli over 60 (la fascia di età più a rischio), infettare il maggior numero possibile di giovani e quindi sperare che la malattia si estingua. Non è accettabile. Ci sarebbero continue sacche di contagio ovunque che si trasformerebbero rapidamente in focolai localizzati, in particolare nelle case di cura. Naturalmente è molto complicato, strategicamente, pensare di isolare gli over 60, per mesi, anche dalle persone che fanno assistenza. E ovviamente questa strategia non escluderebbe che ci siano molti decessi tra gli under 60.
coronavirus corea del sud tamponi a tutti
Obiettivo B: tracciare e monitorare
La strategia B consiste nel tracciare e monitorare ogni contagio, cosa che i governi stanno già cercando di fare. Ma come ha scoperto il NSW (Nuovo Galles del Sud) non è facile tracciare un individuo potenzialmente infetto, con migliaia di persone che sbarcano ogni giorno dagli aerei che non fanno l'isolamento volontario, provocando così la diffusione rapida del contagio e rendendo impossibile il successivo monitoraggio per arrestarlo.
disinfestazione nella metro di seul
Il numero dei positivi al virus diventerebbe esponenziale e il sistema di monitoraggio verrà sopraffatto facilmente, per cui poi si tornerebbe alla strategia A. La strategia B sarebbe plausibile solo se si applicasse con pochissimi contagi e chiudendo i confini. La Tasmania lo ha fatto ma altri Stati australiani no.
Obiettivo C: fermare e riavviare
La strategia C consiste nel "fermare e riavviare". Ciò significa ridurre al minimo le attività, le interazioni e chiudere il traffico passeggeri (anche se non gli scambi), fino a quando i casi positivi non verranno portati a zero. Saranno garantiti solo i beni di prima necessità (in particolare la catena di approvvigionamento alimentare) e le utility come elettricità, acqua e linea internet.
Non ha senso cercare di capire quali saranno le strategie migliori; si dovrebbe invece imporre la chiusura delle scuole, università, college, trasporti pubblici e vendita al dettaglio di beni non necessari, e isolare le persone il più possibile nelle loro case.
La polizia dovrebbe applicare l’isolamento forzato e far trasferire tutti i casi risultati positivi in strutture controllate dal governo. Ciò potrebbe sembrare inimmaginabile, ma è esattamente quello che è stato fatto in Cina, Corea del Sud e Italia. Una volta che i contagi saranno a zero, e trattenendo queste persone lì per circa due settimane anche a garanzia che non vi siano casi asintomatici, l'attività economica e sociale potrà gradualmente riprendere, mentre i confini internazionali dovrebbero rimanere chiusi al traffico passeggeri fino a quando non ci sarà un vaccino.
Siamo nelle condizioni di monitorare le persone
CORONAVIRUS - AEROPORTO JFK NEW YORK
I governi dovrebbero anche effettuare test e monitoraggi diffusi per identificare e bloccare qualsiasi altra occasione di contagio (cosa che l’isolamento/blocco darebbe loro il tempo di impostare e migliorare). Questa soluzione, quando non dovremo più fronteggiare il continuo flusso di nuovi contagi proveniente dal traffico passeggeri, sarà facilmente applicabile.
Alcuni epidemiologi, come quelli dell'Imperial College, hanno respinto questo soluzione, affermando che nuovi focolai di grandi dimensioni sono "inevitabili".
TRASPORTO DI UN PAZIENTE CON IL CORONAVIRUS
I nuovi metodi non hanno precedenti. Non abbiamo ancora la capacità che ha la Cina di tracciare e monitorare le persone. In questa emergenza nazionale, creare un sistema che dia la possibilità di utilizzare i dati mobili, per la rilevazione e il monitoraggio, varrebbe sia l’investimento economico sia il fatto di affrontare la problematica legata all’invasione della privacy.
indonesia, disinfettante a pioggia sui passeggeri in arrivo dalla cina
Molti vorrebbero applicare questa strategia senza chiudere forzatamente i confini e il transito di passeggeri, ma non è possibile. In Australia, ancora oggi, quasi la metà di casi positivi, sbarca dagli aerei aumentando i rischi di contagio. Il semplice isolamento volontario non è sicuro. Un'alternativa potrebbe essere quella di consentire ai cittadini australiani di entrare, purché stiano in isolamento forzato all’interno di strutture, come gli hotel vicini all’aeroporto, che potrebbero essere adibiti allo stazionamento per le quarantene.
La Cina, la Corea del Sud e la Tasmania lo stanno facendo
cinesi si proteggono come possono dal coronavirus 1
In effetti, la strategia C sembra essere quella applicata dalla Cina e dalla Corea del Sud - e la Tasmania sta andando nella stessa direzione. La strategia C sembra aver funzionato in Cina, dove gli unici nuovi casi risultati positivi attualmente sono di passeggeri in arrivo, obbligati a trascorrere14 giorni in un hotel destinato all’isolamento.
POMPE FUNEBRI IN CINA CORONAVIRUS
Con la strategia C, è probabile che il blocco debba durare solo otto settimane circa.
La matematica della crescita esponenziale funziona anche al contrario: se il tasso di contagio fosse inferiore a 1, e non superiore a 2 come è ora, un gran numero di casi si trasformerebbe rapidamente in piccoli numeri.
La Cina è passata da 4.000 nuovi casi al giorno a 20 al giorno in sei settimane con un tasso di infezione che è sceso sotto lo 0,5. In Australia, se raggiungessimo un tasso di contagio anche di 0,8, ogni giorno i nuovi casi si ridurrebbero da 100 a 10 in circa sei settimane, a quel punto diventerebbe più efficace il sistema di tracciamento e monitoraggio. Se questa è la strategia dominante, bisogna applicarla immediatamente e forzatamente. Più a lungo aspettiamo, più a lungo l’economia rimarrà ferma, fino a quando i casi saranno pari a zero.
ospedali cina per coronavirus 2
Obiettivo C potrebbe dare speranza
La strategia C non è facile. Fino a quando non verrà distribuito un vaccino - e stiamo puntando sul fatto che ci sarà un vaccino – per almeno 12 mesi saranno bloccati i viaggi internazionali, il turismo e gli studenti. Ma non sarà facile nemmeno con le soluzioni A o B. Però la strategia C consentirebbe viaggi nazionali, turismo, ospitalità e le attività quotidiane, una volta terminato il blocco.
Se la Cina – che è il nostro principale partner commerciale- attuasse la stessa strategia, le principali esportazioni con loro potrebbero continuare. La strategia C, se spiegata bene, potrebbe dare alle aziende una data di fine attendibile. Le misure potrebbero includere la diminuzione delle tasse, il pagamento di salari ridotti, la riduzione temporanea del costo degli affitti, la possibilità di accedere a prestiti, concordare con le banche la sospensione dei mutui e del pagamento degli interessi.
ospedali cina per coronavirus 16
Questo darebbe alle persone una grande speranza. Dovremmo prevedere dalle otto alle 12 settimane, nel caso in cui risulti più complicato del previsto.
Un blocco da otto a 12 settimane
I governi, in questo lasso di tempo relativamente breve, riuscirebbero ad intervenire nel miglior modo possibile per tenere insieme la società e l’economia.
La strategia del governo potrebbe prevedere la concessione di una grande polizza assicurativa sociale, che sostenga le persone e le imprese fino al termine del blocco.
L'obiettivo è quello di garantire che le istituzioni e il capitale sia umano che produttivo ne escano senza troppi danni. È assolutamente opportuno evitare che lavoratori si sentano demoralizzati ed oppressi e che le imprese abbiano difficoltà a rialzarsi. Ciò richiederà ingenti spese da parte del governo, spese che il governo potrà permettersi solo se la durata dell’isolamento sarà breve.
La soluzione C non è applicabile in tutti i Paesi, il virus si è già molto diffuso in Iran e potrebbe essersi diffuso anche negli Stati Uniti, perché sono state trascurate le strategie per arginare il contagio.
L'Australia può farlo, anche se altri non possono
L'Australia ha il vantaggio di essere un'isola, con un importante partner commerciale che sembra adottare la stessa strategia. Questa volta, potremmo essere il Paese meno sfortunato, se riuscissimo ad agire rapidamente e con fermezza.
È possibile che la strategia C non funzioni. Nonostante i nostri migliori sforzi, potremmo non essere in grado di ridurre i contagi o non riuscire ad evitare che la malattia possa ripresentarsi quando pensiamo che sia stata debellata.
coronavirus, militari cinesi con la mascherina 11
Ma i costi per tentare di applicare questa soluzione sono relativamente bassi, rispetto alla strategia A. Nel peggiore dei casi, avremo più tempo per rafforzare la terapia intensiva e prepararci alla strategia A. La logica è convincente: se non intendiamo perseguire la strategia C (fermarsi e riavviare), almeno le autorità dovrebbero spiegare tecnicamente perché non sia possibile.
Ciascuna delle tre soluzioni è spiacevole. Covid-19 è il "trolley problem" (un dilemma etico) della vita reale, in cui a qualcuno viene chiesto di scegliere se uccidere alcuni o uccidere molti. Quando a qualcuno di noi viene presentato il “trolley problem” la risposta quasi universale è quella di rifiutare una scelta.
ricercatori al lavoro per il vaccino sul coronavirus 2
Questo è ciò che stiamo facendo al momento, senza valutare che la nostra situazione peggiorerà. Dobbiamo riconoscere questo dato di fatto e scegliere la soluzione meno estrema. Più veloce lo facciamo, meglio sarà.
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