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GRAZIE, SCIENZA! - SVOLTA NELLA PREVENZIONE DEL DIABETE MELLITO DI TIPO 1: UN TEAM DI RICERCATORI DEL POLICLINICO DI PALERMO HA EFFETTUATO LA PRIMA INFUSIONE IN ITALIA DI TEPLIZUMAB, UN ANTICORPO MONOCLONALE "ANTI-CD3", CAPACE DI RALLENTARE L’ESORDIO DELLA MALATTIA – SI TRATTA DI UN’ARMA IMPORTANTE A DISPOSIZIONE DEI PAZIENTI CHE HANNO PREDISPOSIZIONE ALLA MALATTIA E CHE RIUSCIRANNO A POSTICIPARE IL MOMENTO IN CUI SI MANIFESTERÀ IL DIABETE…
(ANSA) - Prima infusione in Italia, nell'unità di Malattie endocrine del Policlinico "Paolo Giaccone" di Palermo, di Teplizumab, un anticorpo monoclonale "anti-Cd3" che rappresenta una svolta nella prevenzione del diabete mellito di tipo 1, rallentandone l'esordio clinico.
La nuova terapia nel novembre 2022 è stata approvata dalla Food and Drug Administration degli Stati Uniti per il trattamento di pazienti con almeno due autoanticorpi per il diabete e una condizione di disglicemia (alterato metabolismo glucidico, spesso definita pre-diabete), con l'obiettivo di ritardare l'esordio della malattia conclamata. Da ottobre 2024 il farmaco è disponibile in Italia a uso compassionevole, ossia nei casi in cui se ne consiglia l'uso prima che l'iter burocratico di approvazione da parte degli Enti regolatori, l'Ema a livello europeo e l'Aifa in Italia, sia concluso.
"Il teplizumab - spiega la professoressa Valentina Guarnotta, che ha promosso e seguito l'iter per ottenere l'autorizzazione - rappresenta una terapia valida e concreta in tutti quei pazienti con predisposizione all'insorgenza del diabete mellito di tipo 1, grazie alla sua capacità di ritardarne in maniera significativa l'esordio, segnando una svolta scientifica nell'approccio alla malattia. L'esecuzione di campagne di screening sarà fondamentale per l'identificazione precoce di soggetti che potrebbero beneficiare di questo farmaco".
L'unità operativa di Malattie endocrine, del ricambio e della nutrizione del Policlinico, diretta dal professor Giorgio Arnaldi, è centro di riferimento per il diabete mellito di tipo 1 e le patologie autoimmuni, nonché per le malattie rare. Per Arnaldi l'infusione della nuova terapia, che prevede la somministrazione intravenosa ogni giorno (tempo minimo 30 minuti) per 14 giorni consecutivi con una dose proporzionale alla superficie corporea, "rappresenta un traguardo significativo per la ricerca e l'innovazione clinica".
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