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A LETTO CON L’AUSTRALIANA – LA NUOVA INFLUENZA CORRE VELOCE IN AUSTRALIA: +70% DI CASI E +50% DI OSPEDALIZZAZIONI RISPETTO AL 2024 – È UN PESSIMO SEGNALE PER L’ITALIA: OGNI ANNO SI OSSERVA COSA ACCADE NELL’ALTRO EMISFERO PER CAPIRE QUANTO È AGGRESSIVA LA MALATTIA STAGIONALE – L’EPIDEMIOLOGO GIANNI REZZA: “VACCINATEVI, L’ANNO SCORSO NEL NOSTRO PAESE ABBIAMO VISTO UN RECORD DI PERSONE INFETTATE, CIRCA 16 MILIONI…”
Estratto dell’articolo di Michele Bocci per www.repubblica.it
L’influenza corre in Australia e non è un buon segno per quello che potrebbe accadere nel nostro Paese. Ogni anno si osserva cosa succede nell’altro emisfero per immaginare quale possa essere l’impatto della malattia stagionale. Serve anche a capire quali vaccini utilizzare, visto che di solito il tipo di virus che circola è lo stesso.
Le notizie non sono molto positive, perché in Australia ci sarebbe un aumento delle infezioni del 70% e delle ospedalizzazioni del 50%. Per fronteggiare il virus ministero alla Salute e Regioni si stanno attrezzando con gli acquisti dei vaccini, che quest’anno saranno trivalenti e tra i quali è confermato l’utilizzo dello spray nasale per i bambini da 2 a 6 anni.
INFLUENZA - VARIANTE AUSTRALIANA
La campagna vaccinale partirà all’inizio di ottobre, in certe regioni, come la Toscana, già l’1. In generale, intorno al 15 ottobre saranno partite tutte.
A spiegare quale potrebbe essere la diffusione della malattia è Gianni Rezza, epidemiologo e infettivologo del San Raffaele di Milano (già all’Istituto superiore di sanità e al ministero alla Salute).
“E’ vero, in Australia ci sono tanti casi e bisogna tenerne conto – spiega – Però dobbiamo ricordare che l’anno scorso nel nostro Paese abbiamo visto un record di persone infettate, circa 16 milioni, quindi mi sembra difficile che i dati di quest’anno possano essere ancora più alti. Comunque sia, è difficilissimo fare previsioni”. [...]
Rezza spiega che dopo il Covid i virus influenzali hanno circolato di più. “Non dobbiamo drammatizzare, però. Ricordiamoci che le caratteristiche cliniche della malattia restano le stesse e le conosciamo bene.
L’importante è ridurre il più possibile il numero dei casi gravi. A questo serve il vaccino, non a limitare la circolazione generale, ma appunto a proteggere chi ha fragilità dovute all’età o a problemi di salute”.
[...]
E quest’anno, dopo le varie difficoltà dell’anno scorso, dovrebbe anche essere introdotta definitivamente la campagna contro il virus respiratorio sinciziale, che nei bambini molto piccoli, sotto i sei mesi, provoca la bronchiolite, una malattia pericolosissima con un tasso di ospedalizzazione molto alto.
Esiste un anticorpo monoclonale per prevenirla. Anche in questo caso, dal primo ottobre il farmaco dovrebbe essere somministrato ai bambini nati dopo il primo aprile di quest’anno.
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