IL BOTTO DI FINE ANNO: IL 1 AGOSTO 2024 (DUE SETTIMANE DOPO IL TAGLIO SUL CAPOCCIONE) GENNARO…
Estratto dell’articolo di Paolo Russo per “la Stampa”
LISTE D ATTESA - SERVIZIO SANITARIO PUBBLICO
Liste di attesa e ambulatori dei medici di famiglia affollati oltre che aperti per poche ore spingono sempre più italiani verso fondi e casse sanitarie integrative. Ma a parte chi non può permettersele, tra limiti di età, esclusioni di chi una malattia seria ce l'ha già e aziende che non versano i contributi per i fondi contrattuali, alla fine per la metà della popolazione anche il terzo pilastro diventa un miraggio.
E anche questo spiega perché siano oramai 4 milioni e mezzo gli italiani che alzano le mani rinunciando alle cure. Senza contare che anche quel 25% di assistiti che una cassa sanitaria, un fondo o una polizza ce l'hanno, in molti casi possono contare su una copertura delle spese risibile, perché i dati Istat mostrano che su 41,5 miliardi di spesa sanitaria privata appena 4,6 miliardi sono intermediati dal terzo pilastro, contro 36,8 miliardi di «out of pocket», ossia di spesa sostenuta aprendo direttamente il portafogli. […]
LISTE D ATTESA - SERVIZIO SANITARIO PUBBLICO
Ma partiamo dall'esercito degli «inassicurabili».
Secondo l'Iss, in Italia i malati cronici sono oramai 14 milioni. E se si ha una patologia seria già la maggioranza delle forme assicurative ti taglia fuori. Anche se dopo la legge sull'oblìo oncologico, dopo cinque anni dalla terapia un malato di cancro può considerarsi guarito […]
Come fa sapere sempre l'Istituto, non possono poi essere assicurate persone con problemi di tossicodipendenza e alcolismo e nemmeno chi pratica sport pericolosi, come il paracadutismo. Per escludere chi ha una salute già precaria all'estero, ma ora anche in Italia - informa sempre l'Ivass - «si stanno diffondendo polizze che comprendono strumenti digitali, come i braccialetti elettronici, in grado di ricavare informazioni precise sullo stato di salute dei clienti».
LISTE D ATTESA - SERVIZIO SANITARIO PUBBLICO
Negli Stati Uniti, per esempio, sono sbarcati gli «activity tracker», che monitorano, attività fisica, dieta e sonno tramite app da scaricare sugli smartphone.
Ma la barriera più alta per accedere alla sanità integrativa è quella innalzata dall'età. «Le polizze prevedono oggi il limite di 75 anni per la sottoscrizione, con possibilità di rinnovo, in genere fino al compimento degli 80 anni, con rare eccezioni di prodotti che consentono di andare oltre, ma mai sopra gli 85 anni», spiega Antonella Dragotto, responsabile comunicazione dell'Ivass.
LISTE D ATTESA - SERVIZIO SANITARIO PUBBLICO
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Ma la sanità integrativa resta un tabù anche per 7 milioni di lavoratori dipendenti del settore privato e loro familiari, vittime dell'evasione contributiva delle aziende. Il 40% di loro infatti, nonostante il benefit del fondo integrativo sia previsto dai contratti nazionali, non paga. Percentuale che sale considerevolmente al Sud, tra le imprese medio-piccole solitamente poco sindacalizzate.
E quelli che invece al terzo pilastro si possono poggiare? Anche per loro, il sostegno rischia di non tenere il peso delle cure. A dirlo sono i numeri, perché se la percentuale di chi ha una qualche forma di copertura integrativa è del 25%, la spesa coperta è appena il 2,7% della spesa sanitaria complessiva, il 10% di quella privata.
Il fatto è che di casse sanitarie come quelle del commercio, che chiedono sui 250 euro l'anno, ce ne sono molte. Raccolgono tanti iscritti ma pochi contributi, sufficienti a pagare una visita o poco più. Così, per tanti iscritti la coperta continua ad essere corta anche quando si tratta di tirarla dalla parte dell'integrativa. Che però continua ad attrarre sempre più italiani. Basta gettare uno sguardo ai dati Ania sull'andamento delle polizze individuali.
Nel 2021 la raccolta premi era di un miliardo, in crescita del 10,8% rispetto all'anno precedente, con circa 2,3 milioni di polizze attive (+12,7% rispetto al 2020). Nel 2022 la raccolta è salita di un altro 18,2% e il numero di polizze del 16,5%. Fino ad arrivare al 2023 con 1,4 miliardi di raccolta in aumento del 16% e 3,5 milioni di polizze, +33,1% rispetto all'anno prima, oltre il 62% di incremento degli assicurati contro le malattie in soli tre anni, mentre la raccolta premi è raddoppiata in un decennio.
Così, alla fine dei conti gli italiani rischiano di pagare la sanità tre volte: la prima con le tasse per finanziare il servizio pubblico in panne; la seconda versando contributi e premi a casse, fondi e polizze; la terza ricorrendo al portafoglio, il secondo pilastro della nostra sanità malata che deve sempre più spesso venire a sostegno della situazione quando né il primo e nemmeno il terzo fanno la loro parte.
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