1 - SALVINI, SCONTRO APERTO CON MATTARELLA E TRIA CONTE: LA MANOVRA È MIA
M.A. per “il Messaggero”
GIOVANNI TRIA MATTEO SALVINI
C'è il monito di Sergio Mattarella a tutela della «solidità dei conti», a fare da spartiacque. E c'è uno scontro plateale nel governo, su come garantirla. È una vigilia di tensione, quella che precede l'avvio della trattativa per evitare la procedura d'infrazione Ue e il vertice di oggi a Palazzo Chigi. Matteo Salvini attacca Giovanni Tria e risponde piccato anche al presidente della Repubblica, accusando le regole europee di aver fatto salire il debito italiano.
Dai minibot alla primazia della flat tax sul salario minimo, il leghista prova a imporre la sua linea e arriva a mettere in discussione lo stesso ruolo di Tria. Giuseppe Conte cerca di sedare gli animi e far da argine: altro che manovra «trumpiana», replica a Salvini, serve una legge di bilancio «Contiana», cioè «nell'interesse del Paese» e non «fatta altrove.
tria di maio salvini conte
Il premier ha convocato i vicepremier e il ministro a Palazzo Chigi oggi alle 8 del mattino, per cercare una sintesi. E assicura che c'è già «l'obiettivo comune» di evitare una procedura d'infrazione che danneggerebbe l'Italia. Prova a derubricare a «diversità di toni» le accuse di Salvini - il quale tra l'altro assicura: «Il nome del ministro per gli Affari Europei già ce l'ho» - e di Luigi Di Maio all'Ue.
Ma il crinale su cui si cammina è molto rischioso. Le parole di Mario Draghi portano lo spread ai minimi, ma una procedura d'infrazione potrebbe vincolare l'Italia per anni e riportarla nell'occhio del ciclone. Perciò il ministro dell'Economia vola a Londra per rassicurare gli investitori, parlando di «politica fiscale prudente». Conte ripete che non c'è ipotesi di uscita dall'Euro.
matteo salvini giovanni tria
Nella trattativa con Bruxelles, il governo non intende cedere sulla manovra correttiva ma chiederà tempo per certificare maggiori entrate e minori spese che porteranno il deficit al 2,1-2,2%. Contenimento della spesa corrente e non nuove tasse né nuove «clausole», è la linea. Il problema è che non sembra affatto parlare a una voce. Perché a Conte e Tria che garantiscono, come auspicato da Mattarella, l'equilibrio dei conti, fanno da controcanto Di Maio e Salvini.
IL RICATTO
Il leader M5s sostiene che Bruxelles vuole «ricattare» l'Italia e usare la procedura d'infrazione per indebolirla nella trattativa per le nomine Ue. E a Tria chiede subito di dare attuazione alla Web tax. Il ministro dell'Interno, acclamato dalla platea di Confartigianato per la sua proposta di flat tax, non gradisce la prudenza di Tria sulle tasse (La tassa piatta «va fatta ma bisogna vedere come», comunque nel rispetto dei conti) e gli invia un messaggio durissimo: «Non mi pagano per dire signor padronè in un ufficio a Bruxelles. Tria è un nostro ministro e chi vuole fare il ministro porta avanti il taglio delle tasse».
matteo salvini giovanni tria 2
Poi aggiunge che nella lettera di Conte ci deve essere il taglio delle tasse, in barba ai desiderata dell'Ue. All'avviso di sfratto si somma la nuova lite furibonda sui minibot. Tria, che liquida con una battuta la manovra trumpiana annunciata da Salvini («Non abbiamo il dollaro»), archivia i minibot come «illegali e non necessari». Gli risponde a muso duro non solo l'ideatore Claudio Borghi, che definisce Tria mero esecutore di scelte politiche, ma lo stesso Salvini che dice che se non ci sono altre idee si faranno.
Poi il leghista declassa la proposta M5s di salario minimo («Prima la flat tax») e strattona Conte chiedendogli di nominare il ministro per l'Ue («Ho già il nome, si può fare anche domani»). Conte da Napoli prova a minimizzare, parla di revisione del contratto di governo. Aggiunge che tutte le misure si faranno nel rispetto dei conti. Si smarca dalla linea trumpiana di Salvini quando dice che i dazi fanno male all'economia. Ma il leghista dilaga nelle dichiarazioni, allude a Giancarlo Giorgetti come commissario Ue. Il timore che, nello scontro con l'Ue, arrivi a far saltare il governo, resta alto tra i Cinque stelle.
conte e tria
2 - LINEA RIGORISTA DI PREMIER E MEF
Marco Conti per “il Messaggero”
La costante riduzione dello spread è argomento non da poco che stamane il ministro dell'Economia Giovanni Tria porterà al vertice convocato a palazzo Chigi dal premier Conte con i vicepremier Di Maio e Salvini. Alla discesa ieri hanno contribuito le parole del presidente della Bce Mario Draghi, che ha promesso altri interventi di acquisto di debito pubblico dei paesi dell'eurozona che però non sarebbero possibili per chi è in procedura d'infrazione per debito.
LA SINTONIA
Ciò conferma che l'Italia può riuscire a risolvere i suoi problemi solo restando in una cornice di rispetto delle regole europee, ma anche che i mercati iniziano ad apprezzare la ritrovata disciplina di bilancio recuperata dall'attuale governo dopo un anno vissuto pericolosamente.
salvini tria
Di questo sono da tempo pienamente convinti sia il presidente del Consiglio che il ministro dell'Economia. Al punto che lo stesso Conte ieri ha preso le difese del numero uno della Bce sottolineando anche che all'Italia più che «una manovra trumpiana», come vorrebbe Salvini, servirà una manovra «contiana». Ovvero una manovra che non la fa Bruxelles ma neppure Washington.
Una rivendicazione di ruolo in piena sintonia con quella sorta di ultimatum che lo stesso premier due lunedì fa lanciò da palazzo Chigi e che punta anche a smorzare gli entusiasmi del leader leghista dovuti anche agli incontri avuti a Washington. Al netto della propaganda, che continua malgrado siano finite le campagne elettorali, il clima nella maggioranza è migliorato.
LUIGI DI MAIO GIOVANNI TRIA GIUSEPPE CONTE
Di Maio, per tenere buoni i suoi, continua ad agitare intenzioni elettorali a breve da parte della Lega, anche se Salvini, mentre ripete di voler governare per altri quattro anni, lancia strali contro l'Unione e il presidente della Repubblica. Il problema per i grillini è l'agenda che vorrebbe imporre il Carroccio, mentre sulla necessità di chiudere la partita con Bruxelles, evitando la procedura per debito, M5S e Lega sono dalla stessa parte e si affidano a Tria.
«Sarà una lettera molto politica», assicurava ieri il presidente del Consiglio parlando della missiva che domani consegnerà personalmente alle massime autorità europee e ai principali leader. La lettera servirà per ribadire la volontà dell'Italia di un'Europa non solo moneta e finanza. Cambiare le regole, quindi, ma al tempo stesso ribadire che queste verranno rispettate fino a quando ci sono.
MARIO DRAGHI DONALD TRUMP
Da qui, ovvero da come dimostrare che l'Italia rispetta i parametri, muove il lavoro svolto dal titolare del Mef. Obiettivo di Conte e Tria è convincere, prima i leader più importanti dell'Unione e poi la Commissione, che l'Italia, grazie ad un forte avanzo primario, non solo rispetta parametri e promesse, ma che ha un debito ampiamente sostenibile. Nessuna procedura, quindi, al massimo un rinvio a dopo l'estate quando, con la nota di assestamento di bilancio si avrà la conferma del rispetto del promesso 2,1%.
Il presidente del Consiglio leggerà ai due vice e a Tria la lettera prima dell'informativa che terrà alla Camera proprio in vista del Consiglio europeo. Subito dopo, come è consuetudine, Conte e mezzo governo saliranno al Quirinale. L'attenzione con la quale Sergio Mattarella segue le dinamiche dei conti pubblici e dei risparmi degli italiani è nota e ribadita ieri nel messaggio inviato alla Confartigianato.
giuseppe conte e mattarella all'inaugurazione della nuova sede dell'intelligence 1
Mettere in sicurezza i conti pubblici proprio ora che Draghi sembra voler riaprire la borsa del quantitative easing e auspica un allineamento delle politiche fiscali dell'eurozona. Due argomenti, anche se il secondo è solo un seppur potente auspicio, che diventa difficile non valutare anche per i due vicepremier che continuano a tenere in caldo due nuove bandierine da mettere nella manovra di bilancio: flat tax e salario minimo.
Conte e Tria, da giorni continuano a non escludere la possibilità che si possa mettere mano alle due misure care ai vicepremier, ma ritengono ovvio che i due provvedimenti vengano affrontati in autunno con la legge di Bilancio, senza dover ora spaventare, gratuitamente, Bruxelles e i mercati con annunci.
giuseppe conte e mattarella all'inaugurazione della nuova sede dell'intelligence
Il richiamo alla prudenza nelle dichiarazioni, fatto più volte dal presidente del Consiglio, ha sortito in buona sostanza i suoi effetti con il ministro Tria che, dopo il Consiglio europeo di fine settimana, riprenderà la trattativa con l'Unione senza doversi guardare dal fuoco amico. Riuscire ad evitare la manovra correttiva sarebbe giù un successo per il duo Conte-Tria. I due sono consapevoli che il bello verrà a settembre, ma ora è importante mettere in sicurezza i conti e chiudere la finestra elettorale di luglio. Poi si vedrà.