RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Francesca Del Vecchio per la Stampa - Estratti
«Ho fotografie con 100mila persone, anche con i milanisti ho alcune migliaia di foto sperando che siano tutte persone per bene. Ma mi fido delle forze dell’ordine». Matteo Salvini, a margine di un evento a Milano non può eludere la domanda dei cronisti sulla notizia del giorno: l'arresto dell’ultrà milanista Luca Lucci nel maxi blitz di Polizia e Guardia di Finanza.
Lo stesso con cui è ritratto in alcune foto fuori da San Siro. «Ringrazio la polizia - prosegue il ministro - vado allo stadio da quando ho 5 anni e se qualcuno usa lo stadio per interessi suoi con puzza di mafia, camorra e ‘ndrangheta, va isolato, beccato e allontanato. La violenza e la mafia devono stare fuori dagli stadi».
Quanto agli altri temi caldi di giornata, il ministro dei Trasporti esprime soddisfazione per il risultato elettorale austriaco spiegando che «non c'è nessun allarme nazismo» e che «quando i cittadini votano, bisogna rispettare il voto popolare. Se gli austriaci hanno deciso che il primo partito è il Partito delle Libertà, che ha i temi della sicurezza, contrasto all'immigrazione clandestina, della difesa del lavoro e della famiglia, fra le sue priorità, vuol dire che così la pensano gli austriaci. Saranno a Pontida e nessuno si offenda».
Piuttosto, spiega, «quando si parla di neonazismo bisognerebbe andare a vedere i cretini che ancora oggi ce l'hanno con Israele e con gli ebrei e con la Segre», dice il riguardo ai cartelli contro la senatrice a vita comparsi in una manifestazione di sostegno al popolo palestinese a Milano. E annuncia: «Sarò a Roma apposta per commemorare la strage del 7 ottobre».
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Infine, nel breve punto stampa a margine di un appuntamento a Milano ribadisce che qualora venisse condannato per il caso Open Arms non si dimetterà: «Se sarò assolto, come mi sembrerebbe ovvio in un Paese civile, festeggerò perché ritengo che proteggere il mio paese e difendere i confini e contrastare gli sbarchi sia un dovere e non un reato. Se dovessi essere condannato, per me non cambia nulla, continuerò a fare il mio lavoro tranquillamente, ma il giorno dopo a festeggiare sarebbero gli scafisti e i trafficanti».
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