Marco Cremonesi per “il Corriere della Sera”
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In fondo, Matteo Salvini ieri non era poi così interessato a parlare di sicurezza. Non che il tema non lo appassioni, eppure nel giorno in cui il Comitato per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (Cipess) approva misure per circa 4,5 miliardi, il suo interesse era soprattutto lì. Certo, sull’immigrazione promette novità: «Vi do la mia parola che entro la fine dell’anno venturo ci sarà una brusca frenata sugli ingressi illegali» ma sul tema non si addentra più che tanto.
Però, questa sera dovrebbe approdare in Consiglio dei ministri un nuovo decreto sicurezza, nei giorni scorsi c’è stata la clamorosa evasione dal carcere minorile di Milano e, l’antivigilia di Natale, la rapina ai danni di suo figlio Federico. Il tema, come dire, si impone. E ruba la scena ai provvedimenti per le opere pubbliche. Sulla rapina al figlio, Salvini annuncia comunque novità: «Spero che li becchino e che oltre che a beccarli stiano in galera. Perché mi dicono dalla regia che uno dei due “non bergamaschi” che hanno rapinato mio figlio era stato già arrestato due mesi fa».
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In Consiglio dei ministri questa sera ci sarà una prima versione del decreto sicurezza. Non ancora quella che avrebbe voluto Salvini: «Il ministro dell’Interno Piantedosi — spiega alla festa leghista di Alzano lombardo — vuole ampliarlo, sta lavorando su quello». E così, nel tardo pomeriggio a Palazzo Chigi approderà una versione parziale del provvedimento, focalizzata sull’immigrazione. Mario Giordano, che lo intervista, gli chiede se non senta la mancanza del Viminale. E, a sorpresa, Salvini nega: «Rifare la stessa cosa... Quando c’è una storia d’amore e poi ci riprovi, difficilmente funzionerà come funzionava prima. il ministero dei Trasporti ti consente di fare tante cose concrete».
Certo è che il gioco di sponda tra Salvini e Silvio Berlusconi, anche rispetto ai temi di governo, non si interrompe. Proprio ieri il segretario leghista è andato a trovare il fondatore di Forza Italia nella villa di Arcore: «L’ho trovato in grande forma, ma ieri ci sono stati soprattutto gli auguri natalizi». Ma ieri, oltre ai sopralluoghi ai cantieri di Verdello e di Dalmine, era un giorno importante per un altro motivo. Salvini infatti è tornato a Bergamo, la meno allineata al nuovo corso delle province leghiste.
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«Tanto per cominciare, vedremo in quanti verranno a sentire Salvini» dice un militante nel tardo pomeriggio un militante non di primo pelo. La sua scommessa è che Matteo Salvini sia in affanno anche a Bergamo, la massima arcidiocesi leghista. In cui, al congresso provinciale, ha vinto il sindaco di Telgate Fabrizio Sala, Lega vecchio stile che ha prevalso su un avversario di più stretta osservanza salviniana.
Salvini inizia con un’ammissione: «Abbiamo passato anni difficili, sono felice dopo anni di mancata presenza, di essere ancora qui, la bergamasca ha dato il segno di come ci si rialza». In realtà, fare i conti con le presenze non è semplicissimo. Ad ascoltare Salvini ieri c’erano circa 500 persone. Forse non moltissimi per la provincia più leghista d’Italia.
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Ma erano anni che, causa Covid, non si svolgevano feste ad Alzano lombardo, in Val Seriana, da sempre centro emotivo della Lega storica e bossiana. Certo, anche qui tutto è cambiato. Il nome storico della festa, «Bèrghem frècc», c’è ancora ma passa inosservato. Quello in bella mostra è «Bergamo incontra l’Europa», con il vecchio verdone sostituito dal blu «repubblicano». In effetti, il main sponsor della festa leghista è Id, Identità e democrazia, l’eurogruppo della Lega.
E poi, la festa non è più all’aperto ma si è spostata nei fascinosi spazi industrial di quella che fu la storica cartiera Pigna. Certo, a sentire i militanti, i malumori non sono pochi: «I congressi sono scomparsi dai radar». In realtà, si sono già svolti quelli di Bergamo, Brescia, Varese, Pavia, Cremona, Mantova. Mancano però all’appello la Brianza, la Valcamonica, Lecco, Sondrio, mentre a Milano il mese scorso Matteo Salvini ha nominato una nuova commissaria, l’eurodeputata Silvia Sardone. Ma Salvini taglia corto: «C’è la Lega e ci sarà la Lega. A Bergamo, in Lombardia e in Italia governa e lavora la Lega. Di altro non mi occupo. Sui giornali si leggono tante cose...».
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