Marco Cremonesi per il “Corriere della sera”
CONTE E SALVINI
«Molto, molto bene. Conte prima ci ha dato appuntamento attraverso il Fatto quotidiano , poi ha stabilito l' agenda attraverso il Corriere della Sera ... ». Matteo Salvini così sbuffa con i leghisti più vicini. Di certo, non arriva al summit con il premier Giuseppe Conte nella migliore disposizione d' animo. Proprio come Luigi Di Maio. Questa volta i due leader di partito si schierano dalla stessa parte: entrambi sono, come minimo, perplessi per le recenti prese di posizione del presidente del Consiglio.
Per Salvini il tema chiave, anche e proprio nel rapporto con Conte, è l'approccio con l'Unione. In mattinata, pubblicamente, non aveva risparmiato l' osservazione: «Se uno pensa di stare al governo per tirarla in lungo, per crescere dello zero virgola, noi siamo di un' altra idea. Punto». Più tardi, parlando con i suoi, Salvini è stato ancora più secco: «Un governo Conte-Moavero-Tria che ricalca le gesta di Mario Monti, non m' interessa».
Il leader leghista si dice «d' accordissimo sul fatto di abbassare i toni, di non offrire pretesti, di urtare sensibilità».
matteo salvini giuseppe conte a pian de giullari firenze
Di più: «Noi non vogliamo scontrarci con nessuno, lo dirò anche al premier: all' Unione diamo tanto e non chiediamo i soldi degli altri paesi. Chiediamo però di poter utilizzare al meglio i nostri». Il ragionamento portato avanti con i suoi dal leader leghista è che «vanno bene i toni bassi.
Ma se vediamo che da parte dell' Ue c' è il rispetto e una volontà di discussione autentica del nostro punto di vista. Diversissimo sarebbe se invece emergesse la volontà di castigarci a prescindere». Poco prima l' aveva detta così: «Possibile che su 28 paesi nell' Ue siamo gli unici ad essere additati come quelli che non hanno fatto i compiti?». Spiega un deputato leghista: «Se si tratta soltanto di definanziarizzare i risparmi che ci saranno, per noi va bene. Quella tecnicamente è appunto una manovra correttiva».
Fontana, Salvini, Tajani e Conte al Salone del Mobile
Il che significa che «l'orizzonte è quello di mettere in bella gli incassi della pace fiscale, i migliori introiti fiscali in generale, i risparmi del reddito di cittadinanza che con il tempo aumenteranno: noi non abbiamo nulla a che ridire. Del tutto diverso se invece ci chiedessero le solite lacrime e sangue. Su quello, non ci sono margini di trattativa».
Salvini non vuole però passare come lo sfascia conti: «I risparmi degli italiani non corrono nessun rischio. Il rischio sarebbe una nuova manovra alla Monti». Da sottolineare che il nome dell' ex premier emerge tutte le volte che a Salvini si parla di Conte. Anche se quest' ultimo ha già respinto l' accostamento nell' intervista al Corriere di ieri: «Mi dipingono come un tecnocrate che vuole uccidere il contratto per non approvare i minibot».
GIUSEPPE CONTE E MATTEO SALVINI A FIRENZE (DAL PROFILO INSTAGRAM DI MATTEO SALVINI)
Proprio su quelli, però, Salvini si dice aperto: «A noi interessa il risultato, bado alla sostanza e non alla forma. Noi abbiamo proposto un' idea per risolvere il problema del debito delle pubbliche amministrazioni. Se ci sono idee migliori, ne siamo felici. Ricordo soltanto che i minibot erano nel contratto: lo dico ai signor no che ci sono dentro e fuori» al governo. In realtà, sui minibot Salvini non aveva intenzione di scatenare offensive e la discussione era prevista semmai più avanti, in sede di legge di Bilancio. Il problema è stato quando un ordine del giorno che li conteneva è stato approvato all' unanimità.
Ed è lì che il ministro dell' Economia Giovanni Tria li ha sonoramente bocciati: «Il modo migliore - osserva il deputato - per accendere gli animi». Detto questo, ripete Salvini ai leghisti, «ai minibot come cavallo di Troia per far saltare l'euro, nemmeno ci penso». Il riferimento è a un articolo pubblicato ieri dal Financial Times . Titolo: «Come Salvini potrebbe far saltare l' Eurozona». È stato quello a far fare al leader leghista uno sbuffo di disinteresse rispetto alla paventata italexit. Ma c' è il tempo anche per un avviso a Luigi Di Maio riguardo al salario minimo chiesto dai 5 stelle: «Il salario lo garantiscono le imprese. Ma se non gli abbassi le tasse, come lo garantiscono?».