MATTEO SALVINI E MARINE LE PEN SALGONO SUL PRATO DI PONTIDA
1 - PIANI PER L’EUROPA, ELOGI A MATTEO E SALAMELLE MARINE, 4 ORE SUL PRATONE
Estratto dell'articolo di M. Cre. per il “Corriere della Sera”
matteo salvini marine le pen a pontida 1
Amici sempre. Nella buona come nella cattiva sorte. Per cambiare l’Europa, se ci riescono. Ma comunque alleati, anzi di più: «Partiti fratelli». Il bagno di folla di Marine Le Pen al raduno di Pontida ha senza dubbio cementato il rapporto con Matteo Salvini.
La leader del Rassemblement national («Primo partito di Francia» ripete il segretario leghista) arriva sul pratone, sobrio vestito nero, accolta come una regina. Saranno poi quattro ore a stretto contatto con i militanti che rispondono senza incertezze ai dubbi di qualcuno, anche ben addentro nel partito: «Ma in fondo, ai leghisti di Marine che gli frega?».
PONTIDA 2023
Invece no. Ai leghisti frega e lo dimostrano. Cori insistiti (Ma-rine, Ma-rine, Ma-rine) all’arrivo e anche qualche ovazione, magari sulla fiducia: sul pratone, il francese non si era mai sentito e la comprensione — a dispetto della traduzione simultanea — non è sempre immediata. Ma l’entusiasmo, va detto, si sente.
[…]
Salvini all’arrivo le regala il libro riguardo al Ponte sullo Stretto di Messina e lei contraccambia con una «dichiarazione dei popoli e delle Nazioni» spiccatamente sovranista e ostile nei confronti di «organizzazioni sovranazionali ideologiche e entità commerciali globalizzate».
matteo salvini marine le pen mangiano a pontida
Salvini sottoscrive, poi le spiega lo spirito un po’ ruspante del raduno. Per farlo capire fino in fondo, non la porta a pranzo chissà dove, ma proprio lì, nell’ampio retropalco all’aperto con vista sulla Prealpe orobica, con cucina a cura della festa leghista. Che diventa occasione per una sorta di gara quasi commuovente tra i diversi stand regionali, da cui partono staffette per arricchire il menù base di salamelle e formaggio alla piastra dei due leader. Sulla tavola convergono di corsa friulani con il frico e romagnoli con le piadine, campani con le mozzarelle e involti di polenta lombardi, fino a prelibatezze venete che per la gran fretta non c’è tempo di mostrare.
matteo salvini marine le pen mangiano a pontida 1
[…] E così, i due se lo promettono: saranno insieme anche dopo le elezioni. Perché non si sa bene sulla base di quali calcoli, i due si dicono che basterebbero 30 eurodeputati per «cambiare la storia dell’Europa» e arrivare a una governance di centrodestra a Bruxelles. A dare la carica al segretario leghista, tra l’altro, il fatto che la leader francese gli avrebbe detto «da fonti sue» che la Lega sta andando benone.
Musica per le orecchie di Salvini che punta ad un obiettivo che per i sondaggi di oggi pare ambizioso: il 15/16% alle prossime elezioni europee. Il patto è stretto, la strategia politica si consolida. La campagna elettorale leghista batterà forte sul tasto di quella scelta: quella tra Marine Le Pen e Macron, quella addirittura tra Le Pen e i socialisti. Male che vada, sarà più difficile per Giorgia Meloni fare accordi con il Ppe ad excludendum nei confronti della Lega. Anche se, parola di Salvini, «con Giorgia c’è un destino comune». Che fa il paio con il «destino di vittoria» della Lega.
2 - UNA VIRATA VERSO DESTRA (MA NON SU TUTTO) COSÌ LA LEGA LANCIA L’INSEGUIMENTO A FDI
Estratto dell’articolo di Cesare Zapperi, Marco Cremonesi per il “Corriere della Sera”
Massimiliano Fedriga A PONTIDA
Chi si aspettava tuoni e fulmini, forse sarà rimasto deluso: a Pontida, in passato, se ne sono sentite di molto più rimbombanti. Ma alla fine, il saldarsi ufficiale delle campagne elettorali della francese Marine Le Pen e dell’italiano Matteo Salvini sono comunque una notizia politica di prim’ordine.
[…] il 13 e 14 ottobre a Roma si daranno appuntamento tutte le giovanili dei partiti «alternativi alle sinistre» che in Europa formano l’eurogruppo Identità e democrazia (Id). Con anche i giovani del partito Repubblicano Usa, del Likud israeliano e di Fidesz di Viktor Orbán.
militante leghista pontida
Destra sì, ma per esempio il generale Vannacci, peraltro non previsto, non si è visto. Matteo Salvini, senza citarlo, osserva che «le censure dei libri non hanno mai portato a niente di buono, viva la libertà di pensiero sempre e ovunque». Ma attenzione. Dice anche che «l’amore non è e non sarà mai una questione di Stato, evviva il diritto di amare sempre e comunque, l’eterosessualità e l’omosessualità sono normalità». Non esattamente il Vannacci-pensiero.
[…] Sul pratone, molti consultano i telefonini per scoprire che cosa sta succedendo a Lampedusa, dove si sono date appuntamento Ursula von der Leyen e Giorgia Meloni. La coincidenza dell’evento con il raduno irrita molti leghisti.
STRISCIONE DI UMBERTO BOSSI A PONTIDA
Ma l’unico che commenta è Luca Zaia. Per dire che «la von der Leyen vada pure a Lampedusa ma si ricordi che deve anche tornare a casa a risolvere il problema». E chissà se si riferisce solo a lei.
Il dubbio è legittimo, perché Giorgia Meloni a Pontida sembra non esista. Certo, Matteo Salvini non vuole strappi: «Io, qui, a Pontida, e Giorgia, a Lampedusa, siamo parte di un obiettivo e un destino comune, non ci divideranno» e anzi, la Lega «ha tutto l’interesse e la determinazione perché questo governo duri non solo cinque anni, ma anche i cinque successivi». Per il resto, Giorgia Meloni appare solo in un fotogramma del video ricordo per Silvio Berlusconi.
LUCA ZAIA A PONTIDA
Ma anche qui è Luca Zaia che non sembra affatto disponibile a dimenticare il tema di sempre, l’Autonomia: «Il Leon è sempre più incazzato». Quello di San Marco, beninteso. Ma il ministro Calderoli promette: il 2024 sarà il suo anno. È una corsa contro il tempo che presto si incrocerà con la promessa riforma costituzionale che, nelle intenzioni della ministra Maria Elisabetta Casellati che ieri ha annunciato di avere pronto il testo, dovrebbe portare al premierato tanto caro a Fratelli d’Italia. E il pericolo di incagli è presente, anche se tenuto per ora sottotraccia.
PONTIDA 2023
[…] Ed è il principe del pragmatismo padano, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, a ripetere il mantra «non si potrà far tutto». Insomma, battaglia dura e senza sconti con Le Pen per cercare di cambiare l’Europa. Ma attenzione al qui ed ora perché le risposte ai cittadini non possono attendere.
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