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AMEDEO LA MATTINA per la Stampa
Matteo Salvini va alla guerra del Quirinale e ha messo in conto tutte le conseguenze che questa sua scelta bellicosa potrà comportare. Ma prima mi indossare la mimetica e l’elmetto ha voluto sincerarsi fino in fondo sulla tenuta di Luigi Di Maio, anche nella prospettiva di un eventuale scivolamento progressivo verso il voto in autunno. La risposta del capo dei 5 Stelle è stata positiva, dando ovviamente per scontato che il premier incaricato Giuseppe Conte non ha alcuna possibilità di manovra e di autonomia di fronte alla compattezza dei due leader della maggioranza.
salvini dimaio conte
Così oggi lo stesso Conte salirà al Colle con la lista dei ministri nella quale compare il nome di Paolo Savona. E tenterà di convincere e rassicurare il Presidente della Repubblica che l’economista destinato a via XX Settembre non ha in testa alcun piano per uscire dall’euro e combinare guai a Bruxelles. Né un piano A né un piano B in tal senso, nonostante le «cattive intenzioni» che gli vengono attribuite e le tesi esposte dallo stesso Savona nei suoi libri. Insomma, Conte dirà al Capo dello Stato che il professore non è un pericoloso sovranista che vuole isolare l’Italia, far saltare la moneta unica e litigare con la Cancelliera Merkel. «Anche perché - sosterrà il premier incaricato - nulla di tutto questo è previsto dal contratto sottoscritto da Di Maio e Salvini».
MATTARELLA SALVINI
Il braccio di ferro
Difficilmente riuscirà a convincere il presidente Mattarella, che non sembra voler recedere dal veto su Savona. E questo ieri a via Bellerio, dove il leader leghista ha riunito lo stato maggiore del partito, era ben presente. Nel Carroccio spiegano che la presenza di tutti i segretari regionali non era dovuta ad un allarme per un’imminente campagna elettorale. Ma di elezioni a ottobre se n’è parlato. «Se Mattarella impedirà la nascita del governo ne renderà conto agli italiani - ha detto Salvini -, a quelli che hanno votato il 4 marzo e a quelli che ritorneranno alle urne a causa sua. Se Conte torna dal Quirinale senza Savona nella lista diremo arrivederci e grazie. Se lo faccia il presidente Mattarella il governo, ma non con i nostri voti».
MATTARELLA E SALVINI
Salvini ha spiegato che nel tentativo di governare è lui a metterci la faccia, non Mattarella, Draghi o la Merkel. Savona «è la persona giusta» per trattare sulle regole europee, mettere in discussione i Trattati, chiedere a Bruxelles con forza maggiore flessibilità.
«Altrimenti - si è chiesto il leader leghista - dove andiamo a trovare i soldi per fare la flat tax e il reddito di cittadinanza? Saremmo paralizzati, non saremmo in grado di realizzare il programma. Il nostro governo - ha aggiunto - sarebbe un fallimento, un aborto e già dalle prossime elezioni europee ne usciremo massacrati». Dal Quirinale gli hanno suggerito di indicare Giancarlo Giorgetti per l’Economia. Ma è stato lo stesso Giorgetti ieri al vertice di via Bellerio a dire di non avere lo standing e l’autorevolezza di Savona. «Andrei a discutere con Draghi o con certe realtà finanziarie - ha detto con una buona dose di ironia - per dire “va bene, facciamo come dite voi”, così potrei assicurarmi un bel contratto a JP Morgan, ma non è quello che vogliono la Lega e i nostri elettori».
L’ultimatum
salvini giorgetti
Se tutto dovesse precipitare, M5S e Lega andranno all’opposizione di un governo di minoranza che porterà gli italiani al voto in ottobre. Ma è stato messo in conto anche che questo esecutivo del presidente possa evitare le urne dopo l’estate: una volta partito, potrebbe continuare a sopravvivere più del previsto. Qualche leghista teme che Di Maio possa sfilarsi. Salvini è invece sicuro della lealtà del leader grillino. Anche perché M5S non può permettersi di sostenere un governo del presidente con il rischio di uscirne distrutto dal voto, quando, prima o poi, alle urne si tornerà. E a quel punto la Lega farà il pieno. Ha detto così ieri sera a Martinengo durante un’iniziativa del Carroccio: «O il governo parte nelle prossime ore e si inizia a lavorare o tanto vale tornare a votare e prendere la maggioranza assoluta». Salvini è convinto di avere l’opinione pubblica dalla sua parte, soprattutto dopo gli attacchi che arrivano dai media tedeschi.
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Dunque, indietro non si torna. Il capo del Carroccio ha pure incassato il sostegno di Giorgia Meloni sul nome dell’economista. «Su Paolo Savona c’è una nuova inaccettabile ingerenza di Mattarella, dopo l’ostinazione a non conferire l’incarico di governo al centrodestra», ha detto la leader di Fratelli d’Italia, che ha parlato al telefono con il capo leghista. Meloni non ha cambiato idea sul governo giallo-verde. Ma un governo, ha spiegato, «ha il diritto di scegliere un ministro dell’Economia non indicato da Bruxelles. L’Italia è ancora una nazione sovrana, Juncker e la Merkel se ne facciano una ragione». Sono ore di attesa e potrebbero essere le ultime per l’incarico ricevuto da Conte: di fronte a un no di Mattarella rimetterà il mandato.
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