Alberto Mattioli per “la Stampa”
amadeus fiorello
Il Sanremone ha rotto qualcosa e no, non è quello che pensate. Il punto è che, dopo gli ascolti così così della prima serata e quelli pessimi della seconda, sulla terza grava, inespressa ma palpabile, la nuvoletta fantozziana della sconfitta.
fiorello sinisa mihajlovic
Forse è per questo che all'inizio Amadeus, in smoking rosso metallizzato, commette uno dei suoi rarissimi errori: vorrebbe mandare via i Negramaro che hanno appena cantato Dalla e che invece devono restar lì per il monologo di Giuliano Sangiorgi (la monologhite è la variante sanremese del virus) e per Meraviglioso di Modugno.
giuliano sangiorgi
Prima, ovviamente, ieri che era il 4 marzo, una bella interpretazione di quello del '43, anche con i versi originali del Lucio nazionale, a suo tempo censurato dai democristiani: «E anche adesso che bestemmio e bevo vino, / per ladri e puttane sono Gesù Bambino». Peccato, però. Perché la terza serata, quella dei duetti e delle cover, è da sempre la più godibile, o la meno molesta.
madame
Oltretutto il fatto che debbano cantare tutti e ventisei presunti big obbliga a serrare il ritmo e impedisce di divagare, benché poi alla fine il puntatone risulti della consueta lunghezza nibelungica.
Certo, con un paio di inconvenienti. Il primo è che quasi tutte le canzoni del passato remoto o prossimo sono migliori di quelle del festival presente; il secondo che molti can-tanti di questo ventiventuno hanno, diciamo così, un rapporto conflittuale con il sistema temperato. Altrimenti detto: stonano come maledetti.
maneskin manuel agnelli
Però nel complesso ieri il festival sembrava meno mesto e lagnoso, a tratti perfino divertente. Per il contorno, è stata convocata da Parigi una supermodella italiana, Vittoria Ceretti, bellezza forse algida per il Sanremone ma sicura, spigliata e, va da sé, très chic. Si è finalmente rinunciato a sproloquiare delle poltrone vuote (fra parentesi: gestita in altra maniera dagli autori, la platea deserta poteva davvero essere l'occasione per legare la bolla sanremona alla tragedia che c'è fuori). Antonella Ferrari, attrice simbolo della lotta alla sclerosi multipla, recita un brano del suo spettacolo.
fiorello sinisa mihajlovic zlatan ibrahimovic fiorello
Zlatan Ibrahimovic arriva in ritardo: è rimasto bloccato da un ingorgo in autostrada ed è stato portato a Sanremo da un motociclista di passaggio, tutto vero, non è una gag. È insolitamente sorridente (Ibra laughs!) e canta con Sinisa Mihajlovic, Fiorello e Amadeus Io, vagabondo, vabbé.
la rappresentante di lista donatella rettore
Anche Fiore canta: Ranieri e Morandi frullati insieme. Però le dimissioni di Zingaretti (il politico, non l'attore) sono un'occasione troppo ghiotta: Mi ero limitato a fare due battute su Zingaretti... E tu Nicola che fai? Ti dimetti? Si può essere così suscettibili? Hai detto: "Mi dimetto, mi vergogno, qui si parla solo di poltrone".
amadeus vittoria ceretti
Ma che ci posso fare io? Adesso per lui le opzioni sono due: o si candida sindaco di Roma, o va a fare l'opinionista dalla D'Urso. Poi si fa tagliare dall'amico Ama i baffetti, per non assomigliare più a D'Alema. Per la sezione dacci oggi il nostro Achille Lauro quotidiano c'è Monica Guerritore che fa Penelope mentre lui è un statua dorata fra le colonne che canta con Emma, boh. E duetti, duetti, duetti.
amadeus fiorello 1
Si inizia con Noemi e Neffa, poi tocca a Renga con Casadilego che esibisce i capelli nel colore più gettonato, il blu elettrico. Quindi, vai col liscio degli Extraliscio, tutta un'ironica citazione di un popolare non pop che piace agli snob come noialtri ma anche alle nonne perplesse perché non c'è Al Bano.
la rappresentante di lista
Seguono Fasma & Nesli, sembra il titolo di un manga. Ma il microfono di Fasma non funziona e non si sente la prima strofa, peccato (o forse no). Intervento di Amadeus, pubblicità, microfoni sistemati e si riparte daccapo. Francesca Michielin vestita da Biancaneve e Fedez straziano Felicità e Irama in quarantena canta Guccini in video registrato, tipo Dad.
achille lauro emma marrone
C'è il duello all'ultimo sangue fra Manuel Agnelli e Damiano dei Maneskin su chi sia più dandy, si rivedono Samuele Bersani e Donatella Rettore. Bravissimi quelli dello Stato sociale che ricordano i cinema e i teatri chiusi, lo spettacolo che non va avanti. Insomma, il festival muore ma non s' arrende, come quel cavaliere del Berni: «Così colui del colpo non accorto / andava combattendo, ed era morto».
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