Filippo Di Giacomo per “il Venerdì di Repubblica”
PAPA LEONE XIII
In San Pietro, come in ogni chiesa cattolica, l'acqua santa viene benedetta durante la veglia di Pasqua. La birra però, e solo in San Pietro, si benedice dopo la domenica di Resurrezione. La consuetudine dura dal 1878, quando l'archiatra pontificio Giuseppe Lapponi dovette occuparsi del neo pontefice Leone XIII eletto a 68 anni, cagionevole di salute e abituato ad un regime alimentare strampalato: brodo ristretto e tuorli d'uovo con il marsala al mattino; un'ala di pollo a pranzo e la sera mezzo petto sempre di pollo.
Secondo il dottor Lapponi, i disturbi del paziente potevano essere alleviati con il consumo di una birra pilsener non filtrata e prodotta a Praga. Da allora la Pilsener Urquell, capostipite di tutte le chiare e prima pilsener al mondo, entra in Vaticano con la sua "birra benedetta". La spedizione avviene per la Pasqua, mentre la quantità è calcolata in base al numero dell'anno in corso: questa volta, 2022 bottiglie.
DON FILIPPO DI GIACOMO
Non si sa se i Pontefici succeduti a papa Leone, grati per il tradizionale dono (mantenuto anche durante il regime comunista) fossero estimatori della birra come papa Pecci. Certo lo sono coloro che partecipano alla tradizionale degustazione che l'ambasciata della Cechia organizza alla consegna del dono. Il 20 aprile c'erano il cardinale Czerny, l'arcivescovo Gallagher, un folto gruppo di ecclesiastici che, in attesa di promozioni, bevono birra con il vescovo Pawlowski e i diplomatici presso la Santa Sede residenti a Roma.
PAPA LEONE XIII
In realtà, il Lapponi faceva bere a Leone XIII anche tre dosi di Vino tonico Mariani: ognuna, 30 ml, conteneva l'11 per cento di alcol e 6,5 milligrammi di cocaina.
La cura sembra aver giovato all'anziano pontefice che regnò 25 anni, fino alla fine con memoria e vista perfette, scrisse 86 encicliche e compose preghiere e poemi latini. E gli piaceva pure informarsi e leggere i giornali.