Viviana Mazza per www.corriere.it
La statua che raffigura Theodore Roosevelt a cavallo, e accanto a lui, a piedi, un nativo americano e un africano, ha troneggiato all’entrata del Museo americano di storia naturale di New York dal 1940. Ora sarà rimossa. A differenza di altre statue attaccate dai manifestanti dopo l’uccisione di George Floyd, in questo caso è stato il museo stesso a volerla rimuovere e il Comune ha dato il libera finale.
La statua che raffigura Theodore Roosevelt a cavallo
Gli attivisti lo chiedevano da tempo, ma il museo aveva difeso quel «simbolo di un passato controverso dal quale possiamo imparare». Teddy Roosevelt continuerà ad essere onorato come pioniere della tutela delle risorse naturali (gli verrà dedicata anche la sala sulla Biodiversità, oltre a quelle che già portano il suo nome). Il museo spiega che però la statua equestre andava rimossa a causa della sua «composizione gerarchica» che rappresenta i neri e gli indigeni come inferiori.
Lo stesso Theodore Roosevelt IV, pronipote 77enne del presidente americano (dal 1901 al 1909) e Premio Nobel per la Pace raffigurato anche sul Monte Rushmore, si è detto d’accordo: «Il mondo non ha bisogno di statue, relitti di un’atra era, che non riflettono né le virtù della persona che intendono onorare, né i valori di uguaglianza e giustizia. Questa composizione equestre non riflette l’eredità di Theodore Roosevelt. È tempo di rimuoverla e andare avanti». Ma il presidente Donald Trump ha obiettato su Twitter: «Ridicolo, non fatelo!»
LA STATUA DI THEODORE ROOSEVELT
I critici di Roosevelt ricordano, tra le altre cose, questa sua frase: «Non arrivo al punto di dire che l’unico indiano buono è un indiano morto, ma credo che sia vero per nove su dieci». Barack Obama, tra gli altri, ha invece celebrato il leader repubblicano progressista, definendolo il promotore di «un sistema economico nel quale ogni uomo ha l’opportunità di mostrare il meglio che è in lui».
Roosevelt ha creato i parchi naturali sottraendo le terre ai nativi. Era un uomo che pensava in linea con la visione della superiorità bianca del tempo: voleva assimilare i nativi-americani, rimuovendoli dalle loro terre e distruggendone la cultura, credendo che solo così potevano accedere al Sogno americano e alla «rispettabile cittadinanza».