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    CHE SALVERA’ SALVOLDI? SCANDALO ABUSI NEL CICLISMO, SENTITO IL CT DELLA NAZIONALE FEMMINILE DINO SALVOLDI: “INCONTRI IN STANZA? È LAVORO. NON VEDO L’ORA CHE L’INCUBO, FINISCA” – IL PRESIDENTE FEDERALE  DI ROCCO HA AMMESSO CHE IL TECNICO AVREBBE INTRATTENUTO “RELAZIONI SENTIMENTALI CONSENSUALI” CON ATLETE – IL CT: “DI INNAMORARSI CAPITA A TUTTI…” – LA DENUNCIA DELL’EX OLIMPIONICO ED EX DIRETTORE DELLE NAZIONALI SILVIO MARTINELLO


     
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    Marco Bonarrigo per il Corriere della Sera

     

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    «Sono stanchissimo, frastornato, deluso e non vedo l' ora che l' incubo finisca». Dino Salvoldi, 48 anni, milanese, commissario tecnico della nazionale femminile di ciclismo è in lacrime. Il settore più decorato di tutto lo sport italiano (220 tra medaglie olimpiche, mondiali ed europee negli ultimi 18 anni) è nella bufera. Contro i suoi tecnici accuse (da provare, ovviamente) di comportamenti sconvenienti nei confronti delle atlete emerse il mese scorso quando decine di cicliste olandesi, belghe, inglesi e tedesche hanno denunciato (al grido di #metoocycling ) situazioni insopportabili in una disciplina dove dirigenti e tecnici sono al 95% maschi .

     

    Ieri sera, negli uffici dello Stadio Olimpico, la Procura federale (il fascicolo è stato aperto contro ignoti dal procuratore Capozzoli) ha sentito a lungo Salvoldi che dal 2001 decide le convocazioni, include le atlete nei piani federali, le segnala ai gruppi sportivi militari il cui eventuale ingaggio rappresenta per molte di loro l' unica fonte di sostentamento. Il tecnico era al centro di una denuncia presentata nel 2007 dall' ex olimpionico ed ex direttore delle nazionali Silvio Martinello (sentito martedì) che chiese alla federazione di richiamarlo a comportamenti più consoni al ruolo riferendo le testimonianze di alcune atlete che si erano rivolte a lui in lacrime.

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    «Ebbi - spiega Martinello - un confronto duro con l' ufficio di presidenza al completo e con il tecnico stesso che promise un rapido cambio di atteggiamento. Si parlava di violenza psicologica, di episodi di bullismo, di un cameratismo che va ben oltre la ragionevolezza, del potere di un "cerchio magico" che giudicai inaccettabile».

     

    Renato di Rocco, allora come oggi presidente della federciclismo italiana: «Non ricordo bene i fatti, ma la denuncia di Martinello era molto vaga e non presentava prove. Forse indagammo. Ma di certo non diffidammo il tecnico: non era nei nostri poteri». Di Rocco ha ammesso che il c.t. avrebbe intrattenuto «relazioni sentimentali consensuali» con atlete ma che queste rientravano in una sfera di comportamenti privati.

     

    Ora precisa: «Se ricordo bene, a me ne risulta una sola. All' epoca gli chiesi chiarimenti per accertarmi che la sua partner non godesse di favoritismi, ma si trattava un' atleta di livello modesto e il problema non si pose». Salvoldi: «Di innamorarsi capita a tutti. Si tratta della mia vita privata, non intendo parlarne» Sentiti dal Corriere , alcuni testimoni parlano di prassi discutibili tuttora in vigore durante i ritiri di allenamento e competizioni: di riunioni atleta/tecnico convocate in camera d' hotel, dell'«ordine di servizio» di lasciare le stanze sempre aperte, con la chiave all' esterno. Si può accettare che un tecnico convochi un' atleta nella sua stanza?

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    Di Rocco: «Ammesso che sia vero, nelle stanze di albergo del ciclismo ciò accade abitualmente: questo tipo di promiscuità diventa sincronismo di relazione. Ma se rappresenta un problema lo vieteremo».

     

    Salvoldi:«Con le ragazze cerco sempre di fare incontri in luoghi pubblici, non nego che qualche volta sia capitato in stanza: collaboro con la nazionale dal 1994 e non è mai successo nulla di male. Dopo l' apertura dell' inchiesta ho ricevuto decine di messaggi e telefonate di solidarietà dalle mie atlete».

     

    La Procura Federale ha previsto audizioni la prossima settimana: sui nomi c' è assoluto riserbo. Qualche testimonianza comincia ad emergere.

     

    E se i fatti denunciati da Martinello sono già prescritti dal codice sportivo (si parla di violazione dell' Articolo 1, ovvero dell' obbligo di lealtà e probità) vanno approfonditi alcuni episodi accaduti durante le trasferte di Coppa del Mondo della pista delle ultime due stagioni. Federciclismo fa sapere di aver da tempo istituito un'«email gestita da organi terzi a disposizione delle ragazze per denunciare ogni abuso» ma sul sito web federale non ve n' è traccia e né Di Rocco né il segretario Gabriotti ricordano l' indirizzo.

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    Meglio recuperarlo in fretta per evitare «sincronismi di relazione» imbarazzanti.

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