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Daniela Uva per il Giornale
Fa risparmiare moltissimi soldi, grazie ai minori consumi energetici. L'arrivo dell'ora legale nasconde però anche un'altra faccia della medaglia, decisamente meno positiva: provoca infatti numerosi disturbi, dall'insonnia all'irritabilità. Dall'ansia ai problemi cardiaci.
A dimostrarlo sono numerosi studi scientifici, che evidenziano quanto questo piccolo jet lag si ripercuota negativamente sulla vita di milioni di persone. Proprio per questo un gruppo di eurodeputati ha recentemente presentato al Parlamento europeo una proposta di legge per abolire questo meccanismo, in modo che in tutta l'Unione sia in vigore solo l'ora solare.
MENO SESSANTA
Lo scorso 8 febbraio l'Aula di Strasburgo ha però bocciato l'iniziativa, rimandando la questione alla Commissione. Quindi anche quest'anno non si scappa e l'appuntamento è fissato nella notte fra sabato e domenica: alle due in punto bisognerà spostare le lancette un'ora in avanti. Il risultato è che si perderanno 60 minuti di sonno e se ne guadagneranno altrettanti di luce.
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Tutto è partito dalla considerazione che, a fronte di moltissimi soldi risparmiati (solo in Italia ogni anno si spendono 110 milioni di euro in meno), questa rivoluzione dei ritmi innescherebbe una spirale negativa per la salute, sia da un punto di vista clinico sia da un punto di vista psicologico.
«Il cambiamento di orario manipola dall'esterno sistemi molto delicati, che regolano la produzione di proteine all'interno delle cellule e i ritmi cardiaci spiega Michele Cucchi, direttore sanitario del centro medico Santagostino di Milano -. Il cambiamento di un'ora sfalsa il meccanismo che nel cervello regola il sonno e la veglia, il cosiddetto ritmo circadiano. E questo in alcuni soggetti può essere deleterio». Recentemente una ricerca americana pubblicata sulla rivista specializzata Neuroscience Letters ha dimostrato che nei giorni immediatamente successivi all'entrata in vigore dell'ora legale alcune persone hanno difficoltà a dormire bene e si sentono irritabili o stressate.
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Un'altra ricerca apparsa sul Journal of applied psychology ha invece evidenziato che il nuovo standard provocherebbe un aumento esponenziale della quantità di tempo che le persone passano su internet, specialmente su siti che nulla c'entrano con il proprio lavoro. Compromettendone la concentrazione e quindi la vita professionale.
CHE STRESS
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Ma non finisce qui, perché ci sarebbero anche problemi di stanchezza, irritabilità, spossatezza, calo del tono dell'umore. Oltre che disturbi cardiaci e addirittura un incremento degli incidenti stradali. «Si tratta di casi soggettivi prosegue l'esperto -, che dipendono molto dalla categoria alla quale si appartiene. Da una parte ci sono i gufi, che tendono a svegliarsi più tardi e a essere più attivi di notte. Dall'altra le allodole, che al contrario preferiscono le prime ore del giorno.
A soffrire di più l'ora legale sono i primi, mentre i secondi possono addirittura beneficiarne. In ogni caso questi problemi normalmente si esauriscono nel giro di tre o quattro giorni». Anche se qualche volta possono essere il primo segnale di qualcosa di più serio. «Chi soffre di depressione può sentirsi peggio con il cambio di stagione e di orario conferma Angelo Maravita, docente di Psicobiologia e Psicologia fisiologica all'università Milano-Bicocca -. Si tratta di soggetti particolarmente esposti allo stress. Sicuramente a creare più problemi è l'ora legale a marzo piuttosto che quella solare a ottobre».
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ANZIANI SENZA RISCHI
C'è anche un'altra categoria più a rischio: i bambini. «Quelli più piccoli, che ancora non vanno a scuola o all'asilo, possono subire maggiormente il cambiamento prosegue Maravita -. Così come gli adulti che lavorano: dormire meno comporta infatti cali di concentrazione e di memoria, così come una maggiore incidenza di incidenti stradali. Gli anziani invece, che normalmente dormono poco, sono meno esposti. Bisogna però anche ricordare che tutti questi disturbi, specialmente quelli legati all'umore, sono in qualche modo compensati dall'arrivo della primavera, che comporta una maggiore esposizione alla luce del sole».
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A fronte di tutto questo c'è però un'altra evidenza: l'ora legale permette allo Stato di risparmiare, sia in termini economici sia dal punto di vista ambientale. Secondo l'ultimo Rapporto Terna, relativo al 2017, da marzo a ottobre sono stati spesi 110 milioni di euro in meno e rilasciate nell'atmosfera 320mila tonnelate in meno di Co2. Lo stesso rapporto ha però messo in evidenza che questi aspetti positivi stanno piano piano scomparendo, a causa dell'uso smodato dei condizionatori durante l'estate, che fanno comunque impennare i consumi.
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