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    "IL NAPOLI NON PERDERÀ LA PARTITA CON LA JUVE A TAVOLINO MA IL CAMPIONATO NON ARRIVERA’ A NATALE" – SCONCERTI: "LA DECISIONE DI NAPOLI E LA CONFERMA DEL MINISTRO CHE TOCCA ALLE REGIONI DECIDERE, SONO UNA CONDANNA A NON ANDARE AVANTI. GIOCATORI POSITIVI SI SONO GIÀ AVUTI DOVUNQUE. SE DOBBIAMO CONVIVERE CON IL VIRUS, DOBBIAMO TROVARE PER IL CALCIO UN CENTRO DI DECISIONE. IN UN PAESE SERIO SI CHIAMA GOVERNO…"


     
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    Mario Sconcerti per il “Corriere della Sera”

     

    de laurentiis agnelli de laurentiis agnelli

    Il Napoli non perderà la partita con la Juve a tavolino. Finché il caso rimarrà in mano al calcio sì, poi interverranno regole sanitarie nazionali che sono tutte dalla parte del Napoli.

     

    Ma la vittoria legale del Napoli aprirà una strada che non farà arrivare il campionato a Natale. Sarà riempito di rinvii fino a essere travolto.

     

    Se cade il compromesso per cui un positivo viene considerato un infortunato, lo si isola per sette giorni e si va avanti con gli altri; se cioè un positivo torna a essere un cittadino qualsiasi, se si devono rispettare le regole nazionali e regionali, non si può giocare a calcio.

     

    de laurentiis esce dall'assemblea di lega de laurentiis esce dall'assemblea di lega

    Una partita è un assembramento che si raddoppia durante i trasferimenti in pullman, voli privati, spogliatoi e si conclama sul campo durante la gara. Il calcio è un gioco fuori legge per principio, vive di pedate agli altri. Tanto più lo diventa in una fase sconosciuta come un' epidemia nazionale, cioè distribuita non più per grandi focolai, ma in modo quasi ordinato regione per regione, con un pericolo equivalente in cui proprio la Campania ha adesso i contagi più numerosi, 412 ieri.

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    Si può non giocare il campionato, ci sono cose più importanti, anche se non sono poi così tante. Ma se si vuole salvare il campionato e con lui qualunque altra pratica che coinvolga un atleta, bisogna trovare una regola certa, non lasciarla in mano a un centinaio di Asl.

     

    Il calcio è un settore economico che ha sedi dovunque e regole nazionali. È un territorio assemblato, non può rispondere a regole diverse in ogni segmento. Si arriva subito alla saturazione.

     

    La decisione di Napoli e la conferma del ministro che tocca alle regioni decidere, sono una condanna a non andare avanti. Giocatori positivi si sono già avuti dovunque. Se dobbiamo convivere con il virus, dobbiamo trovare per il calcio un centro di decisione che riunisca le debolezze e consenta di sopravvivere. In un paese serio si chiama Governo.

     

    Altrimenti grazie e arrivederci a un giorno senza tempo.

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