Mario Sconcerti per il "Corriere della Sera"
inter real inzaghi brozovic
L'Inter di Inzaghi sta meglio in Europa, ma viene gelata dal ragazzo Rodrygo, quasi una smorfia sulla partita complessiva. Il Real è stato a lungo dominato, senza grande ritmo, ma è quando si va lenti che si vede chi gioca meglio. Se corri tanto è un calcio diverso. Tra Inter e Real nessuno corre troppo perché si confrontano entrambi su possesso e qualità. Lì l'Inter è stata decisamente superiore.
Si contano tre evidenti occasioni contro forse una del Real. In sintesi è stata una partita tra le migliori del passato recente europeo. Se è bravo il Real, è brava anche l'Inter. Più di un anno fa, perché la squadra è cresciuta e perché questa crescita è gestita da un uomo normale, che la lascia esprimersi, non esaspera le idee.
inter real
Il gol di Rodrygo è arrivato quasi a tradimento. Il Real non meritava di perdere, cosa che ha rischiato spesso, ma a vincere proprio non pensava. L'Inter ha sofferto l'ingresso di Camavinga e Rodrygo, ma parliamo di reazioni normali. La realtà è che l'Inter ha rischiato più spesso di vincere.
La partita dice comunque una verità di fondo, l'Inter è tecnicamente dentro la Champions. Ci sono intatti i presupposti per essere competitivi soprattutto dopo la sconfitta dello Shakhtar. Meno all'altezza il Milan, in una misura inattesa al di là dell'andamento della partita. Il Milan ha quasi soltanto subìto. Anche sul due a uno il risultato sembrava uno scherzo della partita. Il Liverpool è andato largo, ha tenuto il campo dall'inizio alla fine.
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Il risultato è quasi una sorpresa, non conta la sconfitta, quella capita spesso a Liverpool. È più indicativo il modo in cui è arrivata. Ma non va ancora dato importanza a niente. Si cerca per tutti una dimensione di gara, una capacità di partecipare al torneo. L'Inter, a basso ritmo, con il passo che pretendeva il Real, sembra averla trovata. Il Real poteva segnare ad ogni attacco, ma l'Inter molto di più, mostrando con Lautaro e Dzeko un mestiere quasi imprevisto in Europa. Un talento argentino e un vecchio bosniaco. C'è dentro un'enciclopedia antica del potere dei popoli. Il Milan è rimasto inespresso, ma aveva anche l'avversario più moderno. È andato vicino all'impresa, non al ritmo del Liverpool. Ricominciamo.
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