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    DEI DELITTI E DELLE LE PEN - MARION: "NON DEVO SCUSARMI PER LA MORTE DI UN AFROAMERICANO NEGLI STATI UNITI". MARINE SI SMARCA DALLA NIPOTE: "NON ENTRIAMO IN UNA DISPUTA RAZZIALE" – MARION AVEVA PARAGONATO IL CASO FLOYD A QUELLO DI ADAMA TRAORE’ DIVENTATO UN SIMBOLO DELLA MOBILITAZIONE IN FRANCIA: "UN ARRESTO NON LEGATO AL COLORE DELLA SUA PELLE, MA AI CRIMINI CHE AVREBBE COMMESSO" – VIDEO


     
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    ANAIS GINORI per repubblica.it

     

    marion marine le pen marion marine le pen

    Clamoroso scontro tra Marine Le Pen e la nipote Marion Maréchal a proposito del movimento Black Lives Matter, seguito anche in Francia con vari raduni. La giovane delfina di casa Le Pen, in teoria ritirata dalla politica, ma sempre in rampa di lancio per prendersi la leadership, ha pubblicato un video per dissociarsi dalle manifestazioni contro il razzismo.

     

    L'ex deputata commenta: "Non devo scusarmi come bianca e come francese per la morte di un afroamericano negli Stati Uniti". Poi accusa "gruppi militanti, di sinistra, cosiddetti antirazzisti, che pretendono non solo di metterci in ginocchio, ma anche di macchiare la memoria dei nostri antenati, di sputare sulla nostra storia, di purgare il nostro patrimonio, di demolire le nostre statue".

     

    Maréchal cita anche il paragone tra Floyd e Adama Traoré, l'uomo francese morto nel 2016 durante un fermo di polizia diventato un simbolo della mobilitazione di questi giorni in Francia. Un "incidente", sostiene Maréchal, "avvenuto durante un fermo che non era legato al colore della sua pelle, ma ai crimini che avrebbe commesso".

    marion marine le pen marion marine le pen

     

    È la presidente del Rassemblement National a rispondere poche ore dopo la diffusione del video, smarcandosi nettamente dalla nipote accusata di "cadere in una doppia trappola". "Significa entrare in uno scontro razziale mentre dobbiamo rimanere a livello repubblicano" dice Le Pen.

     

    "L'altra trappola - prosegue - è quella dell'americanizzazione. Io preferisco prendere posizione in difesa della nostra Costituzione, che rifiuta qualsiasi comunitarismo".

     

    La leader dell'estrema destra ha ricordato che la nipote "non fa più politica". "Ma ha il diritto di esprimere un'opinione" ha aggiunto facendo calare il gelo con quella che fino a qualche anno fa era l'astro nascente della dinastia Le Pen.

     

    marine marion e marie caroline le pen marine marion e marie caroline le pen

    Maréchal, 30 anni, ha deciso tre anni fa di aprire una scuola di studi politici a Lione che dovrebbe aprire una succursale in Spagna grazie all'aiuto di alcuni dirigenti di Vox. Maréchal ha anche allacciato relazioni negli Stati Uniti con l'alt right, nel 2018 era stata invitata al Conservative Political Action Conference (Cpac), ed è compagna dell'eurodeputato della Lega, Vincenzo Sofo.

     

    Intanto sale la tensione tra governo e polizia dopo che il ministro dell'Interno ha annunciato di voler sospendere l'uso della "tecnica per soffocamento" nel fermo di sospetti.

     

    MATTEO SALVINI CON MARINE LE PEN A PARIGI MATTEO SALVINI CON MARINE LE PEN A PARIGI

    La decisione è stata presa sull'onda delle proteste importate dagli Stati Uniti e che fanno temere alle autorità francesi una situazione esplosiva in particolare nelle banlieue. Il governo ha anche promesso tolleranza zero verso atti razzisti e la possibilità di sospendere agenti in caso di fatti sospetti di discriminazione, senza aspettare le indagini interne.

     

    I sindacati di polizia hanno reagito accusando il governo di non tenere conto delle difficoltà del loro lavoro e hanno messo in scena un'inedita protesta: piccoli raduni di agenti hanno manifestato davanti a Prefetture e commissariati buttando a terra le manette.

     

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    "Non viviamo nel mondo dei sogni" hanno detto alcuni rappresentanti sindacali. Il divieto della "tecnica per soffocamento" nelle procedure di arresto equivale, secondo i sindacati, a lasciarli senza mezzi per fermare le persone più violente. La rabbia nelle forze dell'ordine è tale che il Direttore Generale della Polizia Nazionale, Frédéric Veaux, e il Prefetto di Polizia di Parigi, Didier Lallement, hanno scritto agli agenti per assicurare loro il loro sostegno e la loro fiducia.

     

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