sergio mattarella luigi di maio
Marco Antonellis per Dagospia
L'accordo "s'ha da fare" spiegano fonti qualificate del Partito Democratico lasciando intendere che in alto, molto in alto, si voglia che l'accordo si chiuda al più presto per il bene del Paese. Ma non tutto però sembra andare per il verso giusto: ad esempio, a quanto si apprende, ieri Giggino Di Maio durante il colloquio della vetrata avrebbe dato ampie rassicurazioni al Capo dello Stato sul fatto che si stesse procedendo sulla retta via, ovvero quella dei colloqui con il Partito Democratico.
CONTE SALVINI DI MAIO MOAVERO MATTARELLA
Il punto però è che il Capo dello Stato avrebbe gradito da Giggino Di Maio uguale chiarezza anche dopo, parlando con i giornalisti. Chiarezza che non c'è stata affatto, anzi, secondo ambienti del Quirinale avrebbe prevalso l'ambiguità. Il terribile sospetto è che ancora una volta la politica si sia dimostrata inaffidabile tanto che nelle ormai famose due ore di "blackout" è stato fatto di tutto per "recuperare", cosa avvenuta solamente con la dichiarazione dei parlamentari pentastellati che in extremis, pochi minuti prima della scadenza delle due ore, annunciava l'avvio dei colloqui con il Pd. Meglio tardi che mai.
zingaretti di maio
Però il Colle non se starà certo con le mani in mano e se la trattativa dovesse fallire, fonti qualificatissime spiegano che è già pronto il piano B: un "governo di decantazione" (con appoggio esterno di Pd e astensione di Forza Italia) per approvare il bilancio, evitare l'aumento dell'Iva e rinviare a gennaio ogni decisione definitiva sul prosieguo o meno della legislatura (e magari aspettare Mario Draghi).
A quanto si apprende gli influenti consiglieri del Colle ne avrebbero già discusso ieri, durante l'interminabile "black out". Sarebbero anche stati valutati alcuni nomi, tra i quali quello di Giuseppe Conte. Insomma, se non andasse in porto l'accordo Pd-5stelle sarebbe questo il modo escogitato dal Quirinale per evitare le elezioni anticipate e, soprattutto, fare in modo che Di Maio non torni tra le braccia del Capitano leghista.
MARIO DRAGHI E GIUSEPPE CONTE