alessandro di battista
Anche Alessandro Di Battista si scaglia contro Laura Boldrini. Lo scivolone della deputata del Partito democratico sul presidente del Consiglio Giorgia Meloni scatena l'ex Cinque Stelle. È lui, con un tweet, a ridicolizzare la paladina delle donne. "Sono queste potenti prese di posizione - cinguetta - che ci spiegano perché il primo premier donna è di FdI e non del Pd (ed io la Meloni non la voterei mai nella vita). Se questa sarà l’opposizione senza sconti annunciata da 'occhi di tigre' Letta prepariamoci al ventennio meloniano".
D'altronde la Boldrini ha promesso battaglia, o come piace a loro "resistenza", all'articolo maschile scelto dalla neo premier. "La prima donna premier - ha scritto su Twitter - si fa chiamare al maschile, il presidente. Cosa le impedisce di rivendicare nella lingua il suo primato? La Treccani dice che i ruoli vanno declinati. Affermare il femminile è troppo per la leader di FDI, partito che già nel nome dimentica le Sorelle?".
Ma in queste ore Dibba non è stato l'unico a far notare alla dem di aver commesso una tragicomica gaffe. Prima di lui sulla questione è intervenuto il presidente Claudio Marazzini.
LAURA BOLDRINI CON LA MASCHERA DI TIGRE
"Io non credo che qualcuno possa cercare di 'imporre' complessivamente ai giornalisti italiani la propria preferenza linguistica - ha detto il presidente dell'Accademia della Crusca - In presenza di un'oscillazione tra il maschile e il femminile, determinata da posizioni ideologiche, penso che ognuno possa e debba mantenere la propria piena libertà di espressione, optando di volta in volta per il maschile o per il femminile, in base alle proprie ragioni". Da qui la lezione alla Boldrini: "Il presidente Meloni? Nulla di strano, è corretto". E se lo dice la Crusca, c'è da crederci.