Francesco Semprini per “la Stampa”
donald trump
Donald Trump raddoppia. Nelle 24 ore che lo separano dal voto per il rinnovo della Casa Bianca, il candidato repubblicano si gioca il tutto per tutto tirando fuori ogni arma in suo possesso. A partire dall'autoironia. E così sul palco di Sarasota in Florida, prima tappa della volata finale, il tycoon ospita sul palco se stesso, o meglio la maschera di gomma di Trump, tra i gadget più venduti della sua campagna elettorale.
TRUMP PORTATO VIA DA UN COMIZIO
«Bella testa e bei capelli», dice il candidato repubblicano indicando un supporter con la maschera indosso. La agita tra le mani e improvvisandosi ventriloquo dice: «Make America great again». Pronti, via. Inizia così l'ultima galoppata del tycoon, punto di arrivo di un' impresa politica durata quasi un anno, che dalla sua torre d'avorio della Quinta Avenue lo ha portato ai cancelli della Casa Bianca toccando i quattro angoli del Paese.
DONALD E MELANIA TRUMP
Un successo dietro l'altro fino a far tremare la «reginetta» della politica Usa, Hillary Clinton. A partire dagli Stati in bilico da dove è ripartito ieri. Dalla Florida, senza la quale non si vince, e dove Trump, dopo la flessione dovuta al «contro-effetto Fbi», è tornato ieri in quota. Un precario 0,2% lo separa dalla Clinton, secondo la media dei sondaggi, uno scenario che riporta indietro al 2000, quando George W.Bush conquistò al fotofinish il Sunshine State e la Casa Bianca.
donald trump mike tyson
«Hillary è protetta da un sistema corrotto, è incredibile, non si possono esaminare 650 mila email in otto giorni, ora tocca agli americani fare giustizia». L' obiettivo è arginare l'altro effetto quello «latinos», la forte affluenza anticipata da parte degli ispanici in Florida che dovrebbe beneficiare Hillary. «Voglio essere e sarò il presidente di tutti», chiosa Trump. Ed è questo il filo conduttore della sua ultima giornata di campagna, suffragato dall'appello finale che il tycoon affida a Usa Today.
«È il momento di tagliare i nostri legami con i politici falliti del passato, e aprire a un futuro brillante per tutti», mette in evidenza Trump, impegnandosi a battersi per i diritti di «ogni bambino a crescere in sicurezza e in pace», a riportare posti di lavoro negli Stati Uniti. «Restituire il lavoro agli americani» è questo il tormentone che Trump ripete allo sfinimento in Carolina del Nord, seconda tappa dell'ultima giornata, lo Stato dove il «sorpasso» di The Donald è certificato nei sondaggi da giorni con un vantaggio di 1,4%.
IL POPOLO DI TRUMP
E lo ripete anche in Pennsylvania dove Trump sogna il colpaccio forte del sostegno dall'armata trasversale di tute blue, ex minatori, classe media e piccoli imprenditori. Coloro che gli hanno permesso di ridurre il distacco da Hillary a poco più di due punti. Certo con i suoi 20 grandi elettori (uniti ai 29 della Florida) Trump potrebbe mettersi in tasca le chiavi della Casa Bianca.
«Cattolici, donne conservatrici, indipendenti e soprattutto repubblicani tradizionali faranno vincere Donald», spiega Mary Matalin icona conservatrice secondo cui il Gop si è ricompattato «perché ha maturato il disperato bisogno di dover azzerare le politiche corrotte e corrosive di liberal, radical chic e benpensanti di Washington.
DONALD TRUMP 1
E Trump può scardinare certi schemi». Specie se si considera come con lo stesso criterio dei «democratici delusi» (tra cui anche pezzi dell'elettorato di Bernie Sanders), Trump ha messo a segno un sorpasso nel New Hampshire. Laddove il tycoon ha deciso di tenere una delle due feste di chiusura della campagna assieme al Michigan, dove è giunto nella tarda serata di ieri per una tappa aggiunta in extremis. Speranza, sogni, ma anche timori e forse incubi, gli stessi che avrebbero levato il sonno al tycoon, secondo quanto riferisce il «New York Times». «A bordo del suo aereo al candidato repubblicano non piace riposare o restare da solo con i propri pensieri».
trump pop
Talvolta sembra la maschera di se stesso (stavolta non di gomma) e insiste con i suoi consiglieri e assistenti «per rimanere in piedi e restare a parlare con lui». Ed è forse lo stress accumulato che ha spinto la sua campagna a levargli l'uso di Twitter, nel timore di cinguettii avventati. Con appena tre punti di distacco da Hillary è meglio mantenere dritta la barra del timone e far rotta su New York dove oggi, a distanza di pochi isolati dalla rivale, Trump vivrà l'ultimo atto della sua avventura, una storia di successo, controverso forse, ma pur sempre successo. Comunque vada.