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    “SEI UN HANDICAPPATO E NON PUOI PIÙ VEDERE TUA FIGLIA”- LUI HA UNA MALATTIA DEGENERATIVA E L’EX COMPAGNA GLI PORTA VIA LA BIMBA. IL FATTO E’ SUCCESSO NELL’ASTIGIANO – “MI È CROLLATO IL MONDO ADDOSSO, MIA FIGLIA È TUTTO QUELLO CHE HO”, MORMORA L’UOMO. “CON LA MALATTIA CI CONVIVO DA QUANDO SONO BAMBINO”


     
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    Antonella Torra per www.lastampa.it

     

    l'ex compagna gli porta via la figlia perché lui ha una malattia degenerativa l'ex compagna gli porta via la figlia perché lui ha una malattia degenerativa

    «Sei un handicappato e non puoi più vedere tua figlia». Parole come macigni quelle contenute nella lettera che qualche giorno fa Piero, il nome è di fantasia, un piccolo imprenditore agricolo di Albugnano, ha ricevuto dall’avvocato dell’ex compagna. «Mi è crollato il mondo addosso» mormora l’uomo mentre, nell’orto dietro casa, raccoglie gli ultimi peperoncini. E aggiunge: «Mia figlia è tutto quello che ho».

     

    Piero ha 42 anni e una malattia degenerativa, si chiama morbo di Husher, che colpisce la vista e l’udito. «Ci convivo da quando sono bambino – racconta l’uomo – ho cominciato ad essere ipovedente e poi verso i vent’anni è diventato più debole anche l’udito. Ma sono assolutamente autosufficiente». Damiano coltiva nocciole, le sguscia e le fa tostare per poi venderle: «E’ una piccola attività ma mi permette di vivere dignitosamente e di mantenere la mia famiglia».

     

    Una famiglia nata dieci anni e che si è rotta da qualche mese: «Io e la mia compagna ci siamo conosciuti al mercato: io vendevo nocciole e piantine di basilico, lei marmellate e antipasti». L’amore è nato tra i banchi ed è cresciuto nella cascina in mezzo ai boschi sopra Albugnano che hanno ristrutturato e dove i due sono andati a vivere con il figlio di lei. Dopo due anni è nata la loro bambina che ora ha 7 anni. «Io lavoravo a casa – dice Damiano – e quindi mi sono occupato io di più dei bambini. Sempre. Non guido più, ho rinunciato prima che mi togliessero la patente perché all’imbrunire non vedo bene. Ma andavo tutti i giorni a prenderli al pullman, preparavo da mangiare e aspettavamo la mamma che rientrava per cena».

     

    albugnano albugnano

    I problemi cominciano un anno fa: «Non so cosa sia successo, lei ha cominciato a dire che voleva andarsene, spesso non rientrava a dormire. Ma io potevo stare con la mia bambina e tanto mi bastava. Riesco a badare a lei, a casa mia è tutto illuminato, anche l’interno degli armadi soprattutto quelli dove tengo gli abiti della piccola. L’ho sempre vestita perfettamente, magari non azzeccavo un colore…» sorride. E racconta spezzoni di vita felice: le vacanze al mare, in montagna ad Ala di Stura dove i nonni hanno una casa. «I miei genitori mi hanno accompagnato, ma io non ho alcun problema a gestire la bambina. D’altronde vivo solo, cucino, faccio le pulizie e lavoro».

     

    l'ex compagna gli porta via la figlia perché lui ha una malattia degenerativa l'ex compagna gli porta via la figlia perché lui ha una malattia degenerativa

    Qualche mese fa la donna decide di trasferirsi a Cocconato, iscrive la bambina a scuola lì. «Io ho tentato di oppormi, ma non ha voluto sentire ragioni». Per Damiano è sempre più complicato vedere la bambina, si fa accompagnare ma l’ex compagna le concede incontri di non più di un’ora: “Come in carcere” commenta amaro.

     

    L’associazione Pro Retinopatici e Ipovedenti e l’associazione Filo D’Oro hanno denunciato la situazione: «Mi sono rivolto anche io ad un avvocato, sono disposto anche a lasciare la mia cascina e venire in città. Ma voglio veder crescere mia figlia» dice Piero.

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