Jacopo Orsini per “il Messaggero”
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Si sblocca lo stallo sul bonus per i genitori separati in difficoltà economiche. Il testo pasticciato inserito nel decreto sostegni approvato nel maggio scorso, una norma inapplicabile che aveva impedito l'erogazione degli aiuti, è stata riscritta e dovrebbe consentire nelle prossime settimane, se non ci saranno altri intoppi, l'arrivo degli assegni a chi ne ha bisogno.
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Ci vorrà comunque ancora un po' di tempo prima che gli 800 euro al mese previsti possano essere distribuiti ai genitori che non riescono a pagare l'assegno di mantenimento.
LA PLATEA
Il nuovo testo verrà inserito nel decreto fiscale collegato alla manovra ora all'esame del Senato con un emendamento presentato dalla Lega, che si è da tempo intestata la paternità del bonus sostenuto tuttavia anche dagli altri partiti. Il provvedimento, pubblicato in Gazzetta ufficiale il 21 ottobre scorso dovrà essere approvato definitivamente entro il 21 dicembre.
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Poi servirà un decreto attuativo, che dovrà essere varato entro due mesi dall'entrata in vigore della legge, e solo a quel punto l'assegno potrà essere distribuito. Il problema nasce dal fatto che il testo approvato era discriminatorio perché parlava di separati o divorziati, senza far riferimento alle coppie di fatto. Inoltre rischiava di far arrivare il bonus al genitore e non direttamente ai figli che devono ricevere l'assegno di mantenimento.
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Non solo. Nella norma bollata come inapplicabile dai tecnici si afferma che ha diritto al bonus chi a causa del Covid ha «cessato, ridotto o sospeso» l'attività lavorativa. Una formulazione ritenuta molto vaga e potenzialmente in grado di rendere molto vasta la platea dei possibili destinatari dei fondi. Da qui lo stop e la necessità di riscrivere il testo.
«Entro novembre si deve sbloccare il bonus per i genitori separati, contiamo di arricchirlo in Parlamento, tagliando gli sprechi che finanziano i furbetti del reddito. Serve un emendamento in Parlamento e ci stiamo lavorando», aveva detto nei giorni scorsi il leader leghista Matteo Salvini dopo aver chiesto spiegazioni al ministro dell'Economia, Daniele Franco, sui motivi dello stop al bonus.
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In seguito alle interlocuzioni avute con il governo, l'emendamento scritto dalla Lega allarga a tutti i genitori separati, non più solo ai quelli sposati, il sostegno e precisa più dettagliatamente le condizioni di difficoltà in cui si ha diritto al bonus. In particolare si potrà ricevere l'aiuto nel caso in cui a causa della pandemia il genitore tenuto a pagare l'assegno di mantenimento «ha cessato, ridotto o sospeso la propria attività lavorativa a decorrere dall'8 marzo 2020 per una durata minima di 90 giorni o per una riduzione del reddito di almeno il 30% rispetto a quello percepito nel 2019».
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Il nuovo testo stabilisce inoltre che l'aiuto - complessivamente il fondo stanziato resta di 10 milioni - vada direttamente al «genitore in stato di bisogno». In sostanza si cerca di evitare che un padre (è difficile infatti che sia la madre a dover pagare gli alimenti) in difficoltà economiche prenda il bonus e poi non versi comunque l'assegno all'ex.
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La norma lascia poi a un decreto del presidente del Consiglio dei ministri, da adottare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge, su proposta del ministro per le Pari opportunità e la Famiglia di concerto con i titolari dell'Economia e della Giustizia, la definizione dei criteri e delle modalità con cui verificare l'esistenza dei requisiti a cui è sottoposta l'erogazione dei contributi.
Il decreto attuativo dovrà inoltre fissare il numero massimo di mesi in cui si avrà diritto al bonus. Il nuovo testo dovrà ora superare l'esame del Parlamento ma sulla riformulazione c'è già il via libera del governo.
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«Sono soddisfatta siano state recepite le nostre proposte per rendere effettiva ed equa una misura assolutamente condivisibile negli intenti di contribuire a garantire il benessere delle bambine e dei bambini, in un tempo segnato dalla pandemia e dalle difficoltà economiche che tanti genitori hanno vissuto», ha commentato la ministra per le Pari opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti. Jacopo Orsini