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    SIAMO MES MALE – AL CONSIGLIO EUROPEO GIORGIA MELONI È STATA MESSA SOTTO “ASSEDIO” PER RATIFICARE IL TRATTATO SUL MECCANISMO EUROPEO DI STABILITÀ (VEDI LA PRESSIONE DI URSULA VON DER LEYEN E DI MACRON) ALL’APPELLO MANCA SOLO L’ITALIA E LO STALLO DELLA RIFORMA NON TRANQUILLIZZA I MERCATI – LA “DUCETTA” IN CAMBIO CHIEDE QUALCHE CONCESSIONE SUL PATTO DI STABILITÀ O SULL’UNIONE BANCARIA. UNA MOSSA ANCHE PER NON PERDERE LA FACCIA CON GLI ELETTORI DI DESTRA. MA DA BRUXELLES NON LA PRENDONO BENE: “L'ITALIA NON PUÒ PENSARE DI USARE IL MES COME ARMA DI RICATTO”


     
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    1 – MES, L’EUROPA PRESSA MELONI “L’OK SERVE AI MERCATI”

    Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”

     

    MACRON E GIORGIA MELONI MACRON E GIORGIA MELONI

    Sul Mes l’Italia è sempre più sola. Lo si capisce quando di fronte ai leader del Consiglio europeo la presidente della Bce Christine Lagarde dedica un passaggio del suo intervento alla necessità di completare il percorso di riforma dello strumento più odiato dai sovranisti d’Italia. E di farlo subito, perché rappresenta un tassello necessario alla stabilità dei mercati. Parla all’Italia, l’unica a mancare all’appello della ratifica.

     

    […] Sono pressioni che spingono la premier a intrattenersi con Lagarde, a margine del summit. Scegliendo una posizione che può sintetizzarsi così: l’Italia chiede qualche concessione sul fronte del Patto di stabilità o dell’unione bancaria per licenziare il Mes, senza perdere la faccia con gli elettori di destra.

     

    viktor orban giorgia meloni ursula von der leyen viktor orban giorgia meloni ursula von der leyen

    C’è però poco da giocare con il fuoco, come ricorda in privato von der Layen alla premier: la riforma aiuta la stabilità, che conviene ai Paesi fragili per l’alto debito pubblico, soprattutto in tempi di turbolenze. E Roma, rispetto a Parigi e Berlino, ha bisogno dell’ombrello di Bruxelles. È quello che lascia intendere anche Emmanuel Macron, nel lungo incontro di giovedì notte in una suite dell’Amigo. […]

     

    2 – L'EUROPA IRRITATA: "È UN RICATTO COSÌ OSTACOLA L'UNIONE BANCARIA"

    Estratto dell’articolo di Marco Bresolin per “La Stampa”

     

    christine lagarde 1 christine lagarde 1

    «Se l'Italia pensa di poter usare la ratifica del Mes come arma di ricatto per la trattativa sull'unione bancaria, finirà per complicare ulteriormente un negoziato che già si preannuncia difficile». Al termine dell'Eurosummit, una fonte Ue qualificata storce il naso davanti alla strategia che Giorgia Meloni ha ormai svelato ufficialmente: tenere in ostaggio la riforma del Mes per cercare da un lato di strappare condizioni più favorevoli nella riforma del Patto di Stabilità, ma soprattutto per portare a casa un sistema europeo per garantire i depositi bancari (Edis), che continua a essere osteggiato dalla Germania e dagli altri Paesi del Nord Europa.

     

    EMMANUEL MACRON E GIORGIA MELONI EMMANUEL MACRON E GIORGIA MELONI

    La premier ha giustificato questo atteggiamento con una teoria che ha sorpreso diversi partner Ue: la funzione di rete di protezione per le banche che è stata assegnata al Mes con la riforma (il cosiddetto "backstop") rappresenta solo «la Cassazione» in caso di crisi, ossia l'ultimo grado di giudizio. Mentre i tasselli che mancano per completare l'unione bancaria – come la cornice normativa comune per gestire le risoluzioni bancarie e appunto l'Edis – rappresenterebbero il primo e il secondo grado. In sintesi: la loro funzione sarebbe propedeutica a quella del "backstop", pensato per consentire al Mes di fornire liquidità al Fondo di risoluzione unico, e dunque andrebbero approvati per primi.

     

    URSULA VON DER LEYEN E GIORGIA MELONI URSULA VON DER LEYEN E GIORGIA MELONI

    […] Per questo le tensioni sul sistema bancario delle ultime settimane sono tra i motivi principali che hanno spinto i vertici delle istituzioni Ue a fare pressing sull'Italia. E le fibrillazioni di ieri che hanno colpito gli istituti di credito europei, proprio nelle ore in cui i leader erano riuniti a Bruxelles, sono un ulteriore campanello d'allarme. Ma per il governo italiano non c'è motivo di affannarsi: prima si discute del resto e poi, forse, potrà arrivare il via libera. […]

    christine lagarde christine lagarde GIORGIA MELONI URSULA VON DER LEYEN GIORGIA MELONI URSULA VON DER LEYEN

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