Silvia Turin per il ''Corriere della Sera''
CORRERE SOTTO LA PIOGGIA
Anche stamattina - domenica - piuttosto che recuperare un po' di sonno vi siete alzati presto per andare a correre «perché fa bene». Succede pure durante la settimana, visto che il mattino spesso è l' unica fascia oraria disponibile per gli allenamenti in una vita divisa tra lavoro, famiglia e serate con gli amici.
Ma per la salute in generale sarebbe stato meglio continuare a dormire? Se lo sono chiesto anche i lettori del New York Times nello spazio dedicato alle domande e noi rispondiamo mettendo a confronto due esperti «di parte»: Luigi Ferini Strambi, primario del Centro di Medicina del Sonno dell' ospedale San Raffaele di Milano e Gianfranco Beltrami, specialista in Medicina dello Sport, vicepresidente nazionale della Federazione Medico Sportiva Italiana.
«Sia il sonno sia l' esercizio fisico sono componenti chiave di uno stile di vita sano e non dovrebbero essere messi l' uno contro l' altro. Sono pure concatenati - specifica Strambi -: riposare riduce il rischio di lesioni e consente ai muscoli di riprendersi. Fare sport, tra i vari vantaggi, offre anche quello di riuscire a dormire meglio».
Quando non c' è tempo, però, quale conviene scegliere?
SPORT NELLA NEVE
«Privarsi del sonno per fare attività sportiva di sicuro non è positivo - sottolinea Strambi -: dormire poco comporta rischi a ogni livello, ad esempio indebolisce il sistema immunitario, favorisce l' aumento di peso, le malattie cardiovascolari e il diabete. Non dimentichiamo che negli Stati Uniti hanno deciso di iniziare la scuola un' ora più tardi per migliorare il rendimento degli studenti. Quindi, se bisogna scegliere, meglio optare per sette ore di sonno a notte: il "minimo sindacale"».
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Anche l' esperto di medicina sportiva non ha dubbi: « Sacrificare il sonno per correre (o fare altri allenamenti) fa male», concorda Beltrami, che suggerisce una scelta calibrata in base alle proprie caratteristiche. «Ci sono i "gufi" e le "allodole", ormai lo sappiamo: il ritmo circadiano di una persona che si sveglia presto favorisce lo sport mattutino.
Per i gufi, invece, può essere un problema: se vanno a letto tardi e si alzano dopo sei ore per uscire, vanno a correre durante la loro "notte biologica". Se invece ci si riesce a coricare alle dieci di sera si può anche alzarsi alle sei di mattina». «Non dimentichiamo poi il fattore età - aggiunge Beltrami -: col passare degli anni la melatonina (l' ormone che induce il sonno) cala e quindi si fa meno fatica ad alzarsi presto».
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La formula giusta è regolarsi in base alla propria indole e alle abitudini di vita cercando sempre di privilegiare il sonno? «C' è anche un' altra considerazione da fare - osserva lo specialista in Medicina dello Sport -: l' uomo primitivo andava a letto quando diventava buio e si svegliava all' alba. L' inverno di per sé induce a dormire di più. Inoltre le basse temperature, quando parliamo di attività fisica all' aperto, richiedono maggiori attenzioni che sottraggono altro tempo. Faccio un esempio: correre con il freddo rende necessarie alcune accortezze, come fare un riscaldamento adeguato in casa per non rischiare di strapparsi un muscolo. Questo richiede minuti supplementari.
jogging con il cane
Per non parlare della colazione: si può correre a digiuno per massimo un' ora ma non di più. Se l' allenamento è più intenso bisogna mangiare qualcosa per sentirsi in forma prima di uscire, allora si deve aggiungere altro tempo».
Insomma, dormire (almeno) sette ore per notte è fondamentale per la salute, ma possiamo tentare di organizzarci andando a letto prima e rispettando il nostro orologio biologico. D' altra parte, le stesse cellule muscolari hanno un proprio ritmo circadiano: lo ha scoperto una ricerca della Northwestern University di Chicago pubblicata su Cell Metabolism nel 2016. Gli scienziati hanno dimostrato come le fasce muscolari siano più efficienti e guariscano meglio durante il giorno rispetto alla notte.