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    SIGNORI, GIÙ DALLA POLTRONA – PER LA DEVASTAZIONE DELLE CASSE DI SEAT-PAGINE GIALLE 11 EX MANAGER INTERDETTI PER UN ANNO – FUORI DAI RISPETTIVI CDA MAJOCCHI (EDILCERAMICA), GILIBERTI (RENO DE MEDICI), BENASSI (DEA CAPITAL), REBOA (LUXOTTICA), VOLPI (INTER E SISAL) E CERVELLERA (FERRERO)


     
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    Massimiliano Peggio per “la Stampa

     

    Seat Pagine Gialle Seat Pagine Gialle

    «L'operazione di distribuzione delle riserve disponibili avrà effetto di migliorare la struttura patrimoniale e finanziaria di Seat, di renderla più efficiente, coerente con le proprie peculiarità operative. In ultimo di creare valore a beneficio degli azionisti». Sono le parole dell' ex amministratore delegato di Seat Pagine Gialle, Luca Majocchi, all' assemblea degli azionisti del 15 aprile 2004, mentre cercava di convincere i piccoli azionisti, recalcitranti e allibiti, a votare la distribuzione di un maxidividendo di 3.578.238.127 euro e 84 centesimi.

     

    «Così per accontentare il socio di maggioranza - tuonava inascoltato un piccolo azionista di fronte a un compatto Cda - Seat finirà per danneggiare se stessa ricorrendo ad un pesante indebitamento». Parole profetiche.

    Luca Majocchi, ad di Seat Pagine Gialle Luca Majocchi, ad di Seat Pagine Gialle


    Da ieri undici ex manager di Seat e tre ex sindaci, tutti indagati dalla procura di Torino per bancarotta fraudolenta, sono stati interdetti per un anno dal Gip Loretta Bianco dall' esercizio di impresa e dagli uffici direttivi, e alcuni commercialisti non potranno svolgere l' attività professionale.

    ENRICO GILIBERTI ENRICO GILIBERTI

     

    È la misura cautelare notificata ieri dal nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza, ottenuta dai pm Vittorio Nessi e Valerio Longi che da due anni indagano sulla cannibalizzazione finanziaria, avvenuta tra il 2003 e il 2012, della società monopolista delle guide telefoniche: un forziere di immense ricchezze, con una solida capacità di cassa, ceduta nel 1997 dal Tesoro sull' onda delle privatizzazioni, finita poi nell' orbita di quattro fondi di private equity, Bc Partners, Cvc Capital Partners, Permira e Investitori Associati.

    LINO BENASSI jpeg LINO BENASSI jpeg


    Destinatari dei provvedimenti ci sono manager e amministratori che tuttora siedono in importanti board societari, alcuni con plurime cariche. Oltre all' ex Luca Majocchi, oggi Ad di Emilceramica, c' è l' ex presidente di Seat, Enrico Giliberti, tuttora consigliere di amministrazione di Reno De Medici. Poi Lino Benassi, (oggi 8 cariche, tra cui Dea Capital, De Agostini); Dario Cossutta; Marco Reboa (6 incarichi, tra cui consigliere di amministrazione in Luxottica); Nicola Volpi, consigliere di amministrazione di Sisal e Inter;

     

    MARCO REBOA MARCO REBOA

    Enrico Cervellera, commercialista, consigliere di amministrazione della Ferrero, nonché presidente del collegio sindacale di varie società, tra cui Datalogic, Lactalis Italia; Vincenzo Ciruzzi; Andrea Vasapolli (una ventina di cariche, tra cui presidente del collegio sindacale di Samsonite); Guido Gamucci; Luigi Lanari; Michele Marini; Stefano Mazzotti, Alberto Amadio Tazartes.


    Per tutti loro, in considerazione delle accuse dei pm, il Gip ha ravvisato un concreto pericolo nel commettere reati dello stesso tipo, tanto più che nessuno si sarebbe ritenuto scosso dal disastro finanziario di Seat. Disastro che, a seguito della distribuzione di riserve, ha portato il debito lordo, al 31 dicembre 2004, a 4 miliardi e 65 milioni.

    NICOLA VOLPI NICOLA VOLPI


    Da quell' operazione si è arrivati al 2013, quando i nuovi amministratori, travolti dalla situazione finanziaria, fanno ricorso al concordato preventivo.


    Da qui parte l' inchiesta. Nel 2014 Seat tocca il fondo, quando il titolo perde in borsa quasi il 90 per cento del suo valore: alla chiusura del concordato, molti obbligazionisti e le banche esposte, capitanate da Royal Bank of Scotland, si ritrovano azionisti, con il 99,75% della società. Oggi Seat sta cercando di risalire la china, nei primi 9 mesi del 2015 è in linea con il piano, nonostante l' andamento negativo in Italia del mercato della pubblicità: ricavi per 270,3 milioni, e un risultato netto negativo per 12,4 milioni, (era negativo per 108,8 milioni nei primi 9 mesi del 2014.

     

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