Stefano Agresti per il "Corriere della Sera"
sirigu donnarumma
Quando hanno guardato il video che Salvatore Sirigu ha spedito sulla chat whatsapp alla vigilia della finale, a molti azzurri sono venuti gli occhi lucidi. Racchiudeva le immagini (raccolte in segreto) di mogli, fidanzate, genitori, soprattutto figli, e tutti dicevano più o meno: «Vinci per noi».
È stata l'ultima idea del portiere di riserva per spingere i compagni verso il trionfo, «perché quando non giochi hai due strade: o aspetti il tuo turno in silenzio, oppure cerchi di essere prezioso in altro modo». È quanto ha fatto questo campione atipico, orgogliosamente sardo, uno che odia i social e ama leggere, una passione trasmessa dalla mamma, professoressa di lettere. Un messaggio alla squadra prima di ogni partita, poi quel video.
Sirigu, come le è venuto in mente di inviare i messaggi motivazionali?
«È cominciata quasi per caso, alla vigilia della gara con la Turchia. Ci stavamo cambiando e non sapevamo a cosa saremmo andati incontro. Ho scritto alcune frasi sul telefono, le ho salvate. E poi ho deciso di inviarle».
sirigu barella
Cosa c'era scritto?
«Veniamo da un anno e mezzo durante il quale il calcio non è stato più lo stesso, per noi è già una vittoria entrare in uno stadio con i tifosi. Ricordiamoci che uniti si è più forti, e che più si è uniti e più si è forti. E godiamocela, perché tanti vorrebbero essere al nostro posto».
È diventato un leader.
«Ho cercato di tramandare principi e valori che mi sono stati trasmessi dai campioni frequentati in Nazionale».
A chi pensa?
«Quando ti trovi davanti uno come Cannavaro, osservi e ascolti. Poi Buffon: ho un'ammirazione totale per Gigi. E De Rossi: ha dato anima e cuore per la Nazionale, averlo con noi è stato speciale».
Cos' ha detto a Donnarumma prima dei rigori?
«Resterà per sempre un segreto tra me, lui e Meret, un altro giovane serio e sereno. Io sono più vecchio, mi ascoltano. Gigio ha umiltà e testa sulle spalle, perciò mi piace: i calciatori passano, gli uomini restano».
È l'erede di Buffon?
sirigu barella
«Manteniamo toni soft. Gigi è l'unico che ha attraversato le generazioni al top».
Cerca di trasmettere ai compagni la sua cultura?
«Se posso, volentieri. Senza forzature, però: ognuno è diverso, perché ha una sua storia. Sa cos' è bello in questo gruppo? Che discutiamo tutti assieme, giovani e vecchi, di cose serie e di stupidaggini».
Avete parlato del Black Lives Matter? È stato strano vedervi in ginocchio solo quando lo facevano gli altri
«Ci hanno dato dei razzisti: non si può. Qui c'è gente impegnata nel sociale, Nkoulou per me è un fratello».
Ma non era meglio decidere se inginocchiarsi a prescindere dagli avversari?
«Abbiamo dimostrato di rispettare chi lo fa, è un gesto anglosassone. Però solo noi siamo stati criticati».
sirigu 19
Perché non ha i social?
«Non ne avverto l'utilità. Ma Bonucci ha lanciato una petizione su Instagram per convincermi: dovrò cedere».
È salito sul podio con la bandiera sarda
«Ho un legame viscerale con la mia terra. Il simbolo dei quattro mori è un modo per stare vicino agli emigrati».
Cos' ha scritto ai suoi compagni prima della finale?
«Un messaggio spero toccante, ma anche libero e positivo. Giochiamocela con il sorriso perché è un privilegio esserci, ho detto. E ancora: siamo arrivati fin qui, non può che andare in un certo modo. Avevo ragione».
SALVATORE SIRIGU