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    SITUAZIONE SINISTRA IN TRANSNISTRIA - LA MOLDAVIA HA MESSO IN ALLERTA LE SUE FORZE DI SICUREZZA DOPO LA TERZA ESPLOSIONE NELLA REGIONE SEPARATISTA FILORUSSA DOVE SONO STAZIONATI 1.500 SOLDATI DI MOSCA - QUEL CONTINGENTE, ORA, POTREBBE CONTRIBUIRE A STRINGERE IN UNA TENAGLIA IL SUD DELL'UCRAINA, PRIVANDOLA DI UN ACCESSO AL MARE E CREANDO A MOSCA UN UNICO CORRIDOIO TERRESTRE SUL MAR NERO CHE INCLUDE ANCHE LA CRIMEA – IL GOVERNO MOLDAVO: "LA RUSSIA CERCA UN PRETESTO PER INTERVENIRE". ABITANTI IN FUGA…


     
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    VALENTINA ERRANTE per il Messaggero

     

    TRANSNISTRIA TRANSNISTRIA

    Ad alimentare il rischio sempre più concreto di un allargamento della guerra in Moldavia è la terza esplosione in Transnistria, l'autoproclamata repubblica indipendente filorussa, una striscia di terra al confine con l'Ucraina. Dopo le granate che, durante la Pasqua ortodossa, hanno colpito il ministero della Sicurezza nella capitale Tiraspol, ieri il bersaglio sono state le antenne della radio russa, nel villaggio di Mayak, distretto di Grigoriopolsky. «Le tracce degli attacchi terroristici in Transnistria portano all'Ucraina», commenta Vadim Krasnoselsky, il presidente del piccolo Stato non riconosciuto dalla comunità internazionale, che sembra avere un obiettivo chiaro: chiedere protezione ai soldati russi già presenti sul territorio.

     

    Si tratta di 1.500 uomini di stanza in quella lingua di terra che aveva chiesto l'annessione al territorio russo. Proprio quel contingente, ora, potrebbe contribuire a stringere in una tenaglia il sud dell'Ucraina, privandola di un accesso al mare e creando a Mosca un unico corridoio terrestre sul mar Nero che include anche la Crimea.

    TRANSNISTRIA RAID TRANSNISTRIA RAID

     

    Krasnoselsky parla dei «primi risultati delle attività operative e investigative urgenti- e aggiunge - credo che coloro che hanno organizzato questi attacchi cerchino di trascinare la Transnistria nel conflitto».

    Kiev ha già smentito, ma l'allarme cresce e Chisinau, come il governo separatista, ha deciso di aumentare l'allerta terrorismo al livello rosso.

     

    L'ESODO Ieri lunghe file di macchine si sono formate al confine tra la Moldavia e l'autoproclamata repubblica indipendente. Lo riporta la Pravda europea, anche se l'agenzia che ha pubblicato le immagini diffuse sui social dei posti di blocco, nega l'esodo e spiega gli ingorghi sostenendo che non ci sia una fuga legata alle esplosioni, ma che il traffico fosse dovuto al rientro dei residenti della repubblica dopo le vacanze di Pasqua.

    PUTIN TRANSNISTRIA 2 PUTIN TRANSNISTRIA 2

     

    LE VERIFICHE Mentre gli Usa non si pronunciano ancora e il Cremlino segue la «situazione che desta preoccupazione», secondo alcuni analisti militari, che hanno visionato i filmati delle esplosioni, le bombe sarebbero arrivate da un lanciagranate in uso all'esercito russo: il Tavolga Rpg-27. L'ipotesi è che possa essersi trattato di un'azione pilotata da Mosca per creare un pretesto per l'intervento e prendere possesso della regione che dista poco più di 100 chilometri da Odessa. La questione sarebbe sempre la stessa: venerdì scorso Rustam Minnekayev, comandante ad interim del distretto militare centrale, facendo riferimento proprio alla Transnistria, aveva sottolineato che «sul territorio si erano verificati casi di oppressione della popolazione di lingua russa». E così l'ombra della replica dell'invasione del Donbass diventa più concreta.

     

    CONSIGLIO DI SICUREZZA Intanto la presidente della Moldavia, Maia Sandu, ha convocato ieri mattina un Consiglio di sicurezza straordinario e innalzato l'allerta terrorismo al livello rosso.

     

    TRANSNISTRIA TRANSNISTRIA

    Dietro gli attacchi in Transnistria, ha spiegato Sandu a Interfax, «ci sono tensioni tra varie forze della regione che sono interessate alla destabilizzazione. Questo mette la Transnistria in una posizione vulnerabile e crea rischi per la Moldavia. Condanniamo tutte le provocazioni e i tentativi di coinvolgere la Moldavia in azioni che possano mettere in pericolo la pace». Prima delle esplosioni delle antenne della radio, domenica le granate avevano raggiunto un'unità militare vicino Tiraspol, capitale dell'autoproclamata repubblica e ancora prima il ministero della Sicurezza.

     

    LE REAZIONI Da Ramstein, sede del vertice di guerra convocato dagli Usa con gli alleati, il capo del Pentagono Lloyd Austin di ritorno da Kiev si è limitato a dire che Washington sta «ancora esaminando quali siano state le cause delle esplosioni in Moldavia».

     

    TORRE RADIO RUSSA SALTATA IN ARIA IN TRANSNISTRIA TORRE RADIO RUSSA SALTATA IN ARIA IN TRANSNISTRIA

    Non si sbilancia neppure Bruxelles: la Commissione Europea segue con «apprensione» gli sviluppi della situazione in Transnistria e «rimane pienamente impegnata a facilitare una soluzione pacifica» tra Chisinau e la regione secessionista. Provocazioni e accuse però se ne sono già viste nel recente passato nell'est dell'Ucraina. Per questo suonano adesso ancor più minacciose le parole del deputato russo Andrei Rudenko: «La Russia vorrebbe evitare uno scenario che richiedesse un suo intervento in Transnistria».

     

    LA STORIA Le istanze indipendentiste della Transnitria risalgono alla nascita della stessa Moldavia, nel 1991. Con un conflitto durato un anno e un cessate il fuoco senza un accordio concreto. Quasi venti anni dopo, nel 2010, erano stati riavviati i negoziati che nel 2012 avevano portato a un accordo per riattivare il traffico ferroviario sulle rive del fiume Dnestr. Chisinau si è sempre opposta all'indipendenza della Transnistria che, però, nel 2014, dopo l'annessione della Crimea, aveva chiesto di entrare a far parte della Federazione russa. Il governo della piccola Repubblica è sostenuto da Putin che oltre ai suoi uomini, mantiene sul territorio una base militare e una scorta di circa 20mila tonnellate di munizioni.

     

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