Monica Serra per "La Stampa"
alberto genovese
In carriera, ricchi, con grande disponibilità di droga e spesso anche di psicofarmaci. Non si tratta più di un caso isolato. Nella deriva milanese dell'ultimo anno ce ne sono stati almeno tre, con molti tratti in comune. A partire - scrivono i magistrati - dall'atteggiamento di «sopraffazione» nei confronti delle donne, considerate semplici «prede su cui esercitare il proprio potere».
antonio di fazio
Dopo l'ex mago delle startup Alberto Genovese, ai domiciliari in una comunità di recupero per tossicodipendenti, ora a processo con l'accusa di aver drogato (con cocaina rosa e ketamina) e abusato di due ventenni, e l'imprenditore farmaceutico Antonio Di Fazio, finito in carcere per aver narcotizzato, fotografato nuda e violentato una universitaria ma indagato per abusi su almeno altre cinque donne, è stata la volta dell'agente immobiliare della ricca Milano, Omar Confalonieri.
OMAR CONFALONIERI
È in carcere da venerdì con l'accusa di aver drogato e tenuto sotto sequestro marito e moglie per un pomeriggio intero, e di aver violentato la donna, con la bimba di nemmeno un anno che gattonava incustodita per casa.
OMAR CONFALONIERI
Anche in questa storia, ricostruita dalle pm Letizia Mannella e Alessia Menegazzo, ci sono i soldi (la Confalonieri Real Estate è in via Montenapoleone), fiumi di cocaina da cui il 48enne è dipendente conclamato, le benzodiazepine usate per stordire le vittime e la serialità, di cui parlava già il 9 ottobre del 2009 la Corte d'Appello di Milano che lo condannò a tre anni e mezzo di prigione per le violenze su una collega 19enne: «Il suo agire evidenzia una serialità preoccupante che denota forte motivazione a delinquere non debellata neppure dalle denunce».
omar confalonieri
E all'epoca, dodici anni fa, di denunce il 48enne ne aveva già ricevute tre. Una è quella oggetto della condanna: con un bicchiere di mirto condito con gli psicofarmaci, dopo una cena di lavoro, l'agente immobiliare aveva stordito la ragazza, indotta ad accettare un passaggio a casa.
E, dopo aver seminato in auto gli altri colleghi, tra i boschi aveva abusato di lei fino alle 5 del mattino, quando i genitori erano riusciti a raggiungerla e a salvarla. Quattro mesi prima di quei fatti, che risalgono al 26 novembre 2007, un'altra donna aveva querelato Confalonieri a Bergamo.
alberto genovese in comunita' 11
Si tratta di un'amica della sua fidanzata dell'epoca. La coppia era andata a casa della vittima a mangiare un gelato. «Nel corso della serata le due donne avevano accettato di fumare sigarette offerte da Confalonieri ed entrambe avevano accusato uno stato di sonnolenza».
Soprattutto l'amica che, costretta a mettersi al letto, era stata spogliata dal 48enne «senza essere in grado di opporre alcuna resistenza». Sempre negli stessi mesi del 2007 un'altra conoscente aveva denunciato l'imprenditore: «Mi ha drogata con un tè freddo».
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A nulla sono serviti i tre anni di riabilitazione in una comunità di recupero dopo la prima condanna: Confalonieri ad ottobre ha colpito ancora. Qualche settimana fa un'altra signora si è rivolta ai carabinieri del Nucleo investigativo: «È successo anche a mia figlia». E ancora, ieri, altre donne si sono fatte avanti.
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