ROBERTO CONDIO per La Stampa
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«Sono nato vecchio, morirò giovane». Zlatan Ibrahimovic non perde occasione per ribattezzarsi Benjamin Button e non gli si può dare torto: a 38 anni (saranno 39 il 3 ottobre), da gennaio ha segnato 13 gol e trasformato un povero Diavolo.
Già capocannoniere della Serie A nel 2009 con l'Inter e nel 2012 con il Milan, è di nuovo davanti a tutti, anche se dopo una sola giornata orfana di Inter, Atalanta e Lazio, che significano Lukaku, Martinez, Zapata e Immobile. Ibra, però, non è un'eccezione per il nostro campionato, casa preferita per gli intramontabili. S' invecchia meglio che altrove, evidentemente, a casa nostra. E non può essere solo questione di clima o di dieta mediterranea. Durano di più soprattutto quelli che per mestiere devono segnare.
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Un dato su tutti: dal 2007 ben 9 capocannonieri su 16 avevano 30 anni o più, mentre dal 1957 al 2006 erano stati appena 4 (Vinicio nel 1966, Pruzzo nel 1986, Bierhoff nel 1998 e Hubner nel 2002). I gol senza età hanno marchiato anche le prime 7 sfide della nuova stagione. Ben 7 su 15 le reti firmate dagli Over 30, con la doppietta di Ibra seguita agli acuti di Pandev (37 anni), Ronaldo (35), Bonucci e Mertens (33) e di Riviere, debuttante a 30. Senza contare che tra gli altri marcatori ci sono Bourabia, Insigne e Destro, nati nel 1991, e Zappacosta, classe '92.
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Non ci fosse stato il mancino delizioso del ventenne Kulusevski (svedese dalle origine slave come Ibra...) si sarebbe iniziato senza gol Under 23. Non funziona così, nel resto d'Europa. In Inghilterra, meglio di Salah (28 anni, già 3 gol) sono partiti il coreano Son (28) del Tottenham e Calvert-Lewin dell'Everton, che è del 1997. In Francia, guidano Depay del Lione (26) e la rivelazione Ganago del Lens (21).
In Germania, il fenomeno del 2000 Haaland ha debuttato con un'altra doppietta per il Dortmund mentre un tris ha servito il 25enne Gnabry del Bayern. Nomi nuovi che si affacciano alla ribalta, mentre in Serie A i più giovani attaccanti italiani, da Bonazzoli a Cutrone, da Orsolini a Pinamonti, non sfondano. I più affidabili restano i più navigati: Immobile, Quagliarella e Caputo su tutti.
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Il guaio è che là davanti i titolari hanno quasi tutti passaporto straniero. Anche per i forestieri, però, vale lo stesso discorso-età. Quando eravamo padroni d'Europa arrivavano cannonieri giovani. Van Basten e Crespo più prolifici di tutti a 25 anni, Trezeguet e Amoroso a 24, Shevchenko a 23.
Negli ultimi 15 anni l'eccezione si chiama Icardi, re dei bomber a 22 anni e poi ancora a 25. Ma dal 2015 si sono laureati anche Toni a 38 anni (record per la A), Dzeko a 31, Quagliarella a 36 e Immobile a 30. Togliete l'iridato ritirato, aggiungete Ibra e Ronaldo e avrete la rosa dei candidati al trono 2020-2021. I soliti noti, insomma.
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