Estratto da www.torinocronaca.it
MASSIMO SEGRE
Senza stare a scomodare i classici della letteratura, la vicenda di cui si parla in queste sere noiose d’agosto nei salotti della “Torino bene”, tra un calice di prosecco, olive e patatine, ricorda più che altro “Adulterio all’italiana”, il film con Alberto Sordi e Rossella Falk, ma a ruoli invertiti.
Insomma, una vicenda che in mezzo tra il comico e il grottesco, anche se la si vuole far passare per drammatica; da una parte e dall’altra. I protagonisti, Cristina Seymandi, un passato politico rampante alla corte di Grillo prima e di Paolo Damilano poi, e Massimo Segre, finanziere, banchiere, erede dello studio fiscalista dell’ingegner De Benedetti, sono finiti, loro malgrado, sulla bocca di molti, almeno in certi ambienti dell’alta borghesia subalpina.
Cristina Seymandi
Si dice che avrebbero dovuto convolare a giuste nozze e che la festa organizzata nel parco della villa in collina del commercialista fosse l’occasione per il fatidico annuncio. Le cose, però, sono andate diversamente, almeno secondo i soliti ben informati che in vicende come queste si trincerano sempre dietro il più rigoroso anonimato.
Allo scoccare della mezzanotte o giù di lì, Segre avrebbe richiamato l’attenzione di tutti chiamando accanto a sé la promessa sposa. Poi le parole che hanno lasciato nell’imbarazzo alcune decine di invitati: «Il dono che ti faccio - avrebbe detto il finanziere rivolgendosi alla donna -, è la libertà. Per cui non ti sposo». E immediatamente dopo, su uno schermo piazzato nel giardino, sarebbero comparse le fotografie della malcapitata in compagnia di altre persone, di altri uomini, anche se non è dato sapere in quali atteggiamenti e circostanze.
Cristina Seymandi
È seguito un silenzio glaciale, la donna sarebbe stata vittima di un mancamento, tanto da dover ricorrere ai sali per riprendersi, mentre lui si sarebbe ritirato nelle sue stanze in religioso, mesto e soddisfatto silenzio. […]
MASSIMO SEGRE