1. La vicenda Autostrade è la perfetta allegoria del "malgoverno"
marco travaglio massimo giannini
Massimo Giannini per La Stampa
La vicenda Autostrade è la perfetta allegoria del "malgoverno".
Un impasto inquietante di velleitarismo dilettantesco del potere pubblico e di cinismo tartufesco del capitale privato. La gestione dell' ex Ponte Morandi affidata ai Benetton è solo l' ultimo atto di una tragica farsa che dura ormai da due anni.
luciano benetton
In principio fu una concessione infausta, troppo generosa sulle tariffe e troppo lacunosa sulla sicurezza. Poi arrivò il 14 agosto, quando il viadotto sul Polcevera si sbriciolò in un amen portandosi via la vita di 43 innocenti. E quindi il 15 agosto, quando Giuseppe Conte premier dell' allora governo gialloverde annunciò sdegnato la revoca immediata della concessione ad Aspi, «perché la politica non può aspettare i tempi della giustizia».
i meme sui benetton e il crollo del ponte di genova
Reazione discutibile, ma comprensibile alla luce delle gravissime inadempienze del concessionario e addirittura dei tentativi di insabbiamento emersi dall' inchiesta giudiziaria in corso. Ma la politica ha invece aspettato, per 23 mesi, alternando bastone e carota nei confronti di Autostrade.
paola de micheli 1
Sul palcoscenico, muscolari minacce di «caducazione» del contratto. Dietro le quinte, paradossali richieste di aiuto per salvare Alitalia. Siamo andati avanti così per un tempo infinito, in un mutuo concorso di confusione e di irresponsabilità.
Da una parte l' ala dura di M5S, fautrice della vendetta contro la famiglia Benetton, dall' altra l' ala morbida del Pd, paladina della trattativa Stato-Atlantia. In mezzo, l' Avvocato del Popolo Conte, indeciso a tutto, e la ministra De Micheli, scomparsa dopo aver annunciato l' ormai avvenuta "chiusura del dossier" già a febbraio.
Funerali - applausi a Di Maio e Salvini, fischi agli esponenti PD genova
Fino all' altroieri, quando si è ricordata che qualcuno il nuovo Ponte Morandi ormai completato lo deve pur gestire, e che quel qualcuno non può essere altri che l' odiata Aspi. L' ultima beffa per i familiari delle vittime.
i meme sui benetton e il crollo del ponte di genova
Ma anche l' ultima gaffe per una maggioranza in crisi di nervi. Non si capisce più chi decide che cosa. Il premier parla di "situazione paradossale", come se fosse un passante e non il capo del governo. La ministra parla di "assegnazione pro-tempore", come se in gioco ci fosse un chiosco di frutta e non un' infrastruttura fondamentale per il riscatto di una regione e di un intero Paese.
Spiace dirlo, ma altrove per molto meno saltano poltrone. Qui non succede niente. Salvo la pronuncia della Consulta, che giudicando non illegittima l' esclusione di Autostrade dalla ricostruzione del Ponte, ora aiuterà il governo ad uscire dal tunnel nel quale si è inopinatamente cacciato. Così, ancora una volta, saranno le sentenze della magistratura a supplire alle carenze della politica.
SOTTO LE MACERIE DEL PONTE MORANDI
Stefano Folli per La repubblica
GIUSEPPE CONTE ALL INAUGURAZIONE DEL PONTE DI GENOVA
La vicenda ponte Morandi-Aspi (Autostrade) ha tutto per diventare il simbolo del groviglio di contraddizioni e illogicità in cui si è impantanata l' alleanza Pd-M5S: ossia il patto di potere affrettato e un po' raccogliticcio a cui si fece ricorso l' estate scorsa dopo la crisi del Papeete per mettere in piedi un governo in grado di buttare la Lega all' opposizione ed evitare le elezioni.
Più di altri temi emblematici, dal Mes ai decreti "salvo intese", dalla passerella di Villa Pamphili al rinvio come metodo di governo, il caso Autostrade rispecchia la scarsa consistenza dell' accordo di governo.
Da un lato si lascia intendere che Pd e 5S potrebbero addirittura presentarsi uniti alle prossime elezioni regionali (tra poco più di due mesi); dall' altro si procede a strappi, con i due partner schierati uno contro l' altro, incerti su come gestire la bizzarria del ponte.
conte ponte genova
Vale a dire l' episodio più doloroso e luttuoso degli ultimi anni, emblematico del rapporto fra i cittadini e la classe dirigente; prova del nove della credibilità e coerenza dei governi; nonché esempio dell' Italia "che non si arrende" dopo la tragedia.
di maio funerali genova
Solo quest' ultimo aspetto ha avuto senso fin qui: il ponte è rinato ed è un modello di tecnica e di volontà. Ma in parallelo le forze di maggioranza (due diverse: prima Lega-5S, poi 5S-Pd) non sono riuscite in quasi due anni a venire a capo del rebus della concessione: revocare o confermare l' appalto ai Benetton?
Si è arrivati alla vigilia dell' inaugurazione senza aver deciso e la concessione è stata confermata pro tempore tra lo stupore generale. Peraltro nelle stesse ore in cui la Consulta dava torto ad Aspi e al suo ricorso in quanto esclusa a suo tempo dalla ricostruzione.
TOSCANI BENETTON
Tutto questo con il premier Conte che ha fatto intendere di non sapere alcunché della vicenda, quasi si trattasse di una questione di poco conto; e infatti si è affrettato a scaricare sui ministri le responsabilità, ingiungendo loro di trovare una soluzione entro sabato.
E con i Cinque Stelle che devono incassare uno smacco senza precedenti, loro che erano i paladini della revoca, ma non hanno saputo ottenere niente nemmeno quando avevano il ministro dei Trasporti.
Adesso sono il bersaglio delle ironie via web e certo è vero che la storia di Genova si aggiunge a una lunga lista di passi indietro rispetto alle pietre miliari del grillismo.
Tuttavia in questa occasione la lezione è amara per tutti. Per i 5S, non c' è dubbio: ma è l' intero governo a scontare una grave perdita d' immagine. E il Pd, cui appartiene la De Micheli succeduta a Toninelli, non può sottrarsi.
Funerali di Stato a Genova- applausi a Di Maio e Salvini
Il fatto che la conferma del vecchio concessionario sia definita "temporanea", così che si possa almeno inaugurare il ponte, riesce solo ad aggiungere una nota surreale alla vicenda. Che rimane un intreccio di incomprensioni e di mosse confuse: la dimostrazione pratica che non esiste un' autentica coesione tra Pd e Cinque Stelle, al di là della comune intenzione di procedere in qualche modo fino al semestre bianco e poi all' elezione del capo dello Stato (gennaio 2021).
Da un lato, il Movimento che si pretendeva anti-sistema accetta una serie di compromessi al ribasso per restare al governo; dall' altro il Pd non riesce a imporre una linea dinamica e riformatrice. Così si resta al piccolo cabotaggio costellato di incidenti di percorso. All' Italia manca ogni giorno di più una seria forza riformista.