Marco Gorra per “Libero Quotidiano”
RENZI VAROUFAKIS
Doveva essere il nuovo Konrad Adenauer, quello che - in poppa il vento del celebre 40% - avrebbe inaugurato una nuova era della politica e delle istituzioni europee. Rischia di finire come il nuovo Yanis Varoufakis, asfaltato dal combinato disposto di velleitarismo politico ed insipienza economica.
I molteplici nodi determinati dalla strategia europea di Renzi stanno infatti venendo al pettine tutti insieme, e per il capo del governo italiano le prossime settimane rischiano seriamente di fare da cornice ad una disfatta senza precedenti.
renzi juncker
Il punto è che, rispetto al progetto del premier, è andato tutto alla rovescia. Nei suoi piani, lo scenario attuale avrebbe dovuto vedere un' Italia in prima linea a rifondare l' Europa forte di una nuova rete di alleanze coi partner dell' Unione e di fondamentali economici messi vistosamente in sicurezza in seguito all' azione riformatrice del governo. Peccato che le cose siano andate in maniera del tutto opposta, e che oggi il nostro Paese si trovi in condizione di duplice debolezza, gravato com' è dalla situazione vieppiù ballerina dei conti pubblici e da un isolamento politico senza precedenti.
renzi juncker
I problemi più urgenti sono quelli di ordine economico. La manovra non ha propriamente entusiasmato la controparte brussellese. Le previsioni di crescita sono già al ribasso - la stima del pil a + 1,6% è ufficiosamente data per defunta e se ne attende la correzione all' ingiù - ed improvvisamente non si scommette più sul fatto che a maggio la Commissione darà via libera alla manovra.
Eventualità da far tremare i polsi, dal momento che una procedura di infrazione significherebbe un commissariamento di fatto sulla politica economica italiana con pesanti ripercussioni sui prossimi due anni almeno.
RENZI MERKEL 9
Questo il quadro, la battaglia di Renzi per ottenere quei decimali di flessibilità decisivi per allentare almeno un po' la morsa dell' austerity sui conti pubblici italiani si fa disperata. Quanto ottenuto quest' anno rischia di essere l' ultimo favore e, a meno di non inventarsi qualche modo creativo (Repubblica dà conto di una «strategia» volta a «aggirare il divieto di reiterare negli anni la flessibilità ottenendola nei fatti ma chiamandola con un altro nome», auguri), c' è la concreta possibilità che i margini di manovra per la politica economica italiana si riducano drasticamente.
Il guaio è che per uscire da questo vicolo cieco non si può nemmeno fare affidamento sulla politica, dove le cose sono - se possibile - messe addirittura peggio rispetto al comparto economico. Tramontata la grande illusione dell' alleanza franco-italiana tutta flessibilità e lavoro ai fianchi del gigante tedesco, l' Italia si trova nella poco invidiabile condizione di paria dell' Unione (l' immagine del presidente della Commissione Jean-Claude Juncker che trasforma la conferenza stampa di inizio anno in un clamoroso atto d' accusa al governo di Roma è assai eloquente).
RENZI PARLAMENTO EUROPEO SCHULZ
Anche qui, a finire sul banco degli imputati è la miopia del presidente del Consiglio. Il quale, dimostrandosi tutt' altro che immune dal vecchio e italianissimo vizio di tarare la politica comunitaria sui sondaggi domestici, è riuscito nell' impresa di farsi terra bruciata intorno.
Se la strategia dei pugni sul tavolo funziona a meraviglia nei talk show e sui giornali, nei palazzi della politica europea performa assai meno. La recente vicenda greca, d' altronde, lo dimostra.
yanis varoufakis
E le cose non sembrano destinate a migliorare. L' idea di usare il peso parlamentare del Pd per tirarsi dietro il resto del Pse onde mettere pressione su Juncker minacciando una inedita crisi di Commissione è destinata ad esacerbare ulteriormente gli animi (oltre a spianare la strada per la riconferma di Martin Schulz alla presidenza del Parlamento, ma questo è un altro discorso).
Allo stesso modo, l' intenzione di Renzi di provare a rosicchiare decimali a Lega e Cinque stelle impostando la campagna elettorale per le amministrative sull' attacco all' Europa ha le carte largamente in regola per far passare alle istituzioni di Bruxelles la poca voglia residua di venire incontro alle esigenze dell' Italia. Con tanti saluti al famoso cambiamento di verso.
varoufakis spock