vinicius real barcellona

“A VOLTE LA PASSIONE PRENDE IL SOPRAVVENTO...” – IL MEA CULPA DELL’ATTACCANTE DEL REAL, VINICIUS, CHE AVEVA SCAPOCCIATO DOPO LA SOSTITUZIONE DECISA DA XABI ALONSO NELLA PARTITA CON IL BARCELLONA ("LASCIO LA SQUADRA. È MEGLIO CHE ME NE VADA"). MA NON SI E' SCUSATO CON L'ALLENATORE - SOLO QUESTI TEMPI CONFUSI PERMETTONO AL BRASILIANO DI ERGERSI A TESTIMONIAL CONTRO IL RAZZISMO NONOSTANTE SIA UN CASCATORE E UN PROVOCATORE...

Vai all'articolo precedente Vai all'articolo precedente
guarda la fotogallery

 

Angelo Carotenuto per repubblica.it - Estratti

 

Per mia colpa, mia colpa, mia massima colpa. Anzi quattro volte: perdono perdono perdono perdono ai madridisti, ai compagni, al club e al presidente. Ho sbagliato tante volte ormai che lo so già. Vinicius ha scelto la ridondanza per scusarsi dopo aver perso la testa nel Clásico davanti a 600 milioni di telespettatori, quando per la seconda volta in questo campionato ha lasciato il Bernabéu irritato per una sostituzione.

 

vinicius real barcellona

Solo che nella ridondanza del pentimento per i suoi pensieri, le sue parole e le sue opere, fanno decisamente più rumore le sue omissioni. Non c’è il nome di Xabi Alonso nella lista delle persone dinanzi alle quali ha chinato il capo.

 

Certo, chi scrive i testi a Vinicius jr. manca di fantasia. Per farlo arrabbiare, per minacciare l’addio [basta, me ne vado] gli hanno fatto dire quella frase che un tempo stava stampata su una t-shirt di Balotelli, “Io? Sempre io”, “It’s always me”. E per la marcia indietro il copione ha rubato le parole alle relazioni affettive tossiche: "A volte, la passione prende il sopravvento”. Prossimo scenario: la fusione delle due parti. “Ti lascio perché ti amo troppo”.

 

 

(...)

 

vinicius xabi alonso

Ora, la stessa sfrontatezza con cui Vinicius tratta i difensori viene rivolta verso la sua panchina. Con Ancelotti, Vini ha lasciato il campo prima dell'80° minuto solo nel 10% dei casi, con Xabi Alonso siamo al 60%. E soprattutto: a Mbappé non succede mai. Il messaggio è chiaro: non siete più allo stesso livello.

 

Così, il più sublime fra gli acrobati del calcio contemporaneo, ha dimostrato ancora una volta la sua duplicità, la sua arte nel tenere insieme gli opposti. Lezione: come si concilia la gratitudine con la scostumatezza. Da tempo si chiedono in Spagna come faccia a essere allo stesso tempo un ragazzo impegnato nella lotta al razzismo e un monello micidiale, uno che salta l’uomo, torna indietro, irride il difensore, lo salta di nuovo, e potrebbe andare avanti all’infinito. Diario As una volta ha scritto: “Se Vinícius vuole essere un altro Mandela, allora deve mandare in pensione il Joker. Deve decidersi”.

 

carlo ancelotti vinicius jr.

Ma questo succede solo nella nostra idea guasta di campione, l’eroe, il cavaliere senza macchia, il modello, l’esempio, la figurina. Essere brasiliano significa fare i conti col santino di Pelé. Ma Vinicius è magma che ribolle. Quando Ancelotti toglieva dal campo Ronaldo, Benzema o Modric, le camere andavano a scrutare smorfie e sopraccigli. Vinicius evita il lavoro dell’interpretazione.

 

Non suggerisce: mostra. Con un fattore decisivo: in panchina non c’è più Ancelotti. Così Camavinga fa sarcasmo sui social media per il nuovo ruolo, Valverde si lamenta di non essere un terzino, Rodrygo è malmostoso per il cambio continuo fra destra e sinistra. Dopo quattro anni di Carletto, nessuno vuole cedere i diritti acquisiti. Ora in Spagna dicono che Vinicius lotta con la sua ombra come succede in quella pubblicità di Égoïste. Può darsi. Ma ogni pubblicità è compresa nel prezzo del profumo.

vinicius junior 8vinicius junior 7