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POGBA BYE-BYE: E VISSERO TUTTI FELICI E GRIFFATI: ADIDAS SPINGE PER IL TRASFERIMENTO DEL FRANCESE, IL SUO ASSO PIÙ PAGATO (DOPO MESSI), AL MANCHESTER UNITED, CLUB IN CUI INVESTE 98 MILIONI L’ANNO - LA JUVE, CHE HA PAGATO HIGUAIN CASH, NON FA SCONTI: LA PERCENTUALE DEL 20% ALL’AGENTE RAIOLA, LA DOVRANNO PAGARE I RED DEVILS

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Domenico Latagliata per “il Giornale”

 

Da ultimo arrivato, Pjanic aveva già capito tutto: «Non mi stupirei se arrivasse davvero Higuain, qui si fa di tutto per migliorare sempre la squadra». Affermazione fatta il 12 luglio scorso, quando ancora la pista del Pipita non era così calda: torrida lo è diventata strada facendo, fino al contratto depositato ieri in Lega da Marotta e Paratici.

 

Re del mercato: incontrastati e probabilmente incontrastabili da parte dei loro colleghi italiani. Perché hanno usato la fantasia e la competenza quando serviva e quando di soldi in cassa ce n' erano pochini, salvo poi scatenarsi in questa sessione di mercato pagando la clausola rescissoria prima alla Roma (32 milioni, per Pjanic) e ora al Napoli (90) per l' attaccante che lo scorso anno ha segnato la bellezza di 36 reti.

 

Più tutto il resto, certo, compreso il probabile arrivo di Gabigol (Santos). E se è vero che la stagione scorsa ha portato (altrove) grandi sorprese, diventa difficile al momento immaginare come la Juve possa non vincere il suo sesto scudetto di fila: qui però si punta all' Europa e ormai lo sanno anche i sassi che i grandi profitti si ottengono e si otterranno fuori dai confini nazionali, sia che si vada nella direzione di una nuova Champions che in quella della Superlega. Intanto, Higuain. Per soldi. E basta.

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Perché De Laurentiis non ne ha voluto sapere di inserire nella trattativa una contropartita tecnica, anche se Sarri avrebbe gradito Rugani e pure Pereyra, chiesto dal Napoli quando tutto si poteva pensare tranne che questo epilogo. Quindi: 90 milioni da pagare in due rate, mentre Higuain ha firmato un contratto di cinque anni con i bianconeri e percepirà un ingaggio intorno ai 7.5 milioni a stagione più bonus.

 

L' argentino è atteso in giornata a Torino: indosserà la maglia numero 9 lasciata libera da Morata, abiterà non lontano dalla sede bianconera di corso Galileo Ferraris pagando un affitto da 20.000 euro al mese e presto dirà la sua. Dopo di che, sarà chiamato a fare quello che ha sempre fatto: buttare la palla dentro, emulando e magari migliorando lo score (91 reti in 146 gare) che ha avuto durante all' ombra del Vesuvio, pur se a Torino i record individuali lasciano il tempo che trovano.

 

Dovendo tirare fuori soldi veri, la Juve è chiamata comunque anche a incassare. Ieri avrebbe dovuto essere anche un giorno importante per il trasferimento di Pogba al Manchester United.

 

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L' agente Raiola ha incontrato la dirigenza bianconera (fumata grigia), mentre secondo il quotidiano spagnolo As', avrebbe annullato le visite mediche del suo assistito previste a Miami. Vero o no, è un fatto che la Juve non intenda fare sconti ai 120 milioni (più o meno) pattuiti e che la percentuale del 20% spettante al procuratore più ricco del mondo la dovrà pagare l' acquirente: se lo United si tirerà indietro, il Real Madrid è pronto.

 

«È tutto fermo, vedremo», ha confermato Marotta all' uscita dagli uffici della Lega Calcio. Insomma: da una telenovela a un' altra. Con la Juve che certo non si strapperebbe le vesti se il Polpo il cui posto sarebbe preso da uno tra Witsel, Matuidi e Matic - dovesse rimanere un altro anno.

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POGBA-MANCHESTER, LE NOZZE DELLO SPONSOR

Da “la Repubblica”

 

Un giorno forse ce la racconteranno così: Paul Pogba sposò il Manchester United e vissero tutti felici e griffati. Quanto è il romantico ritorno del francese nel club che l’ha cresciuto: il “trasferimento del secolo”, per L’Èquipe, il ritorno del figliol prodigo, per gli inglesi. Ma nel mercato del calcio 2016 anche il più suggestivo degli affari ha un messaggio pubblicitario in sovrimpressione. Forse non ve ne siete accorti, ma è lì, in ogni foto dei protagonisti: Paul Pogba.

 

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Il Manchester United. E tre striscioline che nel mondo dello sport hanno un nome soltanto: Adidas. Quando Andrea Agnelli ha fatto sapere al signor Ed Woodward da Manchester che per prendersi Pogba avrebbe dovuto sborsare tra i 120 e i 130 milioni, non si aspettava che quello non facesse una smorfia.

 

Possibile che a Old Trafford - 3° club al mondo per fatturato - non siano capaci a fare i conti? No, lo United aveva già deciso: fare di Pogba il suo uomo immagine. Di affidare a quel ragazzo cresciuto nel vivaio di casa, come il mito Giggs, l’eredità di una storia leggendaria.

 

pogba in milan juventus   pogba in milan juventus

A qualunque costo: probabilmente il ragazzo non vale quella cifra (Ronaldo, per capirci, il Manchester l’aveva venduto per una ventina di milioni in meno). Ma sanno pure che l’investimento in eccesso spalancherà possibilità infinite dal punto di vista commerciale.

 

Visto che l’immagine di Paul è legata a doppio filo al brand che produce le maglie dei rossi di Manchester. Sarebbe riduttivo dire che sia l’Adidas a muovere i fili del trasferimento dell’estate. Certo è che il fornitore tedesco non potrà che benedire il trasferimento del centrocampista francese. Un affare che lega i destini di due scommesse (onerosissime) della casa delle tre strisce: nel 2014 l’Adidas aveva strappato alla Nike la produzione delle divise del Manchester accordandosi per la cifra record di 980 milioni di euro in 10 anni.

 

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Da marzo anche Pogba è uno dei “volti” del brand. Lui, da sempre restìo a legarsi ad un solo fornitore, ha ceduto al gigante tedesco di fronte alla cifra record di 5 milioni di euro a stagione. Sufficienti a farne il secondo calciatore più pagato dall’azienda, alle spalle del Mito Leo Messi. Sarà lui l’icona per il futuro di Adidas.

 

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Che ne potrà commercializzare l’immagine sovrapponendola a quella del primo tra i club che sponsorizza. Il Manchester, o magari il Real, altro colosso griffato Adidas per la cifra mostruosa di 140 milioni a stagione. E che da ieri prova a inserirsi per avere il francese, convincendo l’agente Raiola a disdire le visite mediche per lo United. Come finirà, lo sapremo presto: intanto, pubblicità.

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