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Francesco Specchia per “Libero Quotidiano”
Parlo, naturalmente, soltanto per invidia sociale. Per fare il «consulente editoriale della Direzione generale per l' elaborazione di strategie e prodotti, per lo sviluppo di una cultura visiva nell' ambito dell' informazione, per il supporto al posizionamento di brand e reti» - qualunque cosa questo significhi - Massimo Coppola, intellettuale umbratile e stropicciato, intasca 192mila euro. Solo 10mila euro in meno rispetto alla mostruosa professionalità di Ilara Dallatana di Raidue, per dire.
Certo, rispetto al possente nulla televisivo della firma di Repubblica Francesco Merlo (230mila euro), Coppola è un dilettante. Ma, insomma, c' è qualcosa di confuso, di sgraziato, di anetico, nella tv di Stato che, in tempi di tagli, versa un cospicuo - ed inutile - gettone a un 44enne che ha fatto della mediocrità e dell' amicizia pluriennale col suo capo (che l' ha lanciato a Mtv, dove con BrandNew e Avere vent' anni fece delle buone cose, meno col resto), un punto di forza. Coppola è uno di quegli strani casi mediatici che comporta la sublimazione del nulla.
E la premiazione del fallimento. Esaurita la spinta dei programmi giovanilisti su Mtv e Raidue, Coppola - sempre livido, di nerovestito, calzino rosso, capello sempre scarmigliato da un libeccio immaginario - ha fondato Isbn, casa editrice talmente underground e talmente immaginifica da pensare di pubblicare i libri senza pagare autori e traduttori.
Inseguito da turbe di creditori, Coppola, nella sua fuga alla Copperfield, s' era, nel frattempo, materializzato di nuovo in tv nel reality letterario di Raitre Masterpiece. Ovvero uno degl' indimenticati flopponi della stagione scorsa. Chiunque altro sarebbe stato cancellato dai pubblici consessi. Ma il pensiero vaporoso di Coppola, una specie di Sartre salernitano ma più magro, è sempre in grado di trasformare la sfiga in opportunità.
E, come diretta conseguenza dei suoi clamorosi tonfi nei libri e in tv, Coppola viene messo a dirigere il mensile Rolling Stones. Ne ricordo una videointervista nella casa newyorkese di Jovanotti in cui Coppola discettava di «figa al liceo» intervistando sé stesso facendo finta d' intervistare Jovanotti. Rolling Stones di Coppola non è esattamente un tripudio di vendite.
Ma proprio per questo l' eterno ragazzo viene arruolato in Rai. Dove la sua presenza ectoplasmatica non ha ancora inciso nell' anima perduta dei palinsesti, ma non perdiamo la speranza. Come non la perdono i creditori, ora che sanno quanto Coppola percepisce. Da noi tutti. Leo Longanesi direbbe che l' insuccesso gli ha dato alla testa. Io, più alla testa di Coppola, con somma invidia, guardo alla tasca...
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