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MEGLIO L’INTER NEL PRIMO TEMPO E MEGLIO LA JUVE NEL SECONDO. MA POTEVA ANCHE NON FINIRE 0-0 SE KHEDIRA NON SI FOSSE PAPPATO IL PIÙ FACILE DEI GOL SBUCCIANDO IL PALO A DUE METRI DALLA PORTA

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Giancarlo Dotto (Rabdoman) per Dagospia

 

Mancini affolla di belve la pancia della sua Inter, Medel e Melo insieme sono un drago a due teste, quanto di peggio uno possa augurarsi d’incrociare in quella zona di campo dove le partite si decidono. Fa strano pensare che un ex leggiadro calciatore come Mancini abbia sviluppato da mister un’idea così fisica di calcio.

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Raro vedere un ensemble come quello della Juve andare in soggezione nella sfida muscolare. E comunque, almeno per un pezzo, c’è un vivissimo Jovetic a inventare calcio là davanti, ben sostenuto dagli altri due slavi, Perisic e Brozovic, sua la traversa che spaventa Buffon. L’uomo responsabile della pancia di Ilaria.

 

Spavento che si somatizza in un guaio al polpaccio, niente di grave. Cuadrado, sempre più simile a una bambolina vudù, e Zaza qua e là spaventano invece Handanovic, sempre su leggerezze gravi di Murillo.

 

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Meglio l’Inter nel primo tempo, meglio la Juve nel secondo, l’immancabile serenità di sapere che dietro a proteggere la casa ci sono i soliti tre (strepitoso Barzagli), più quello in porta. Pogba prova a incendiare la scena, ma è Khedira che si pappa il più facile dei gol sbucciando il palo da due metri, liberissimo, quando la partita sembrava inclinare sullo 0 a 0, per via anche di un’Inter intossicata dal pressing del primo tempo. Quasi più nulla fino alla fine.

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Nel pomeriggio avanzava la sempre più corazzata suggestione (suggestiva corazzata?) Sarri. Mette sotto anche la Fiorentina di Sousa (che resta comunque in cima) con la coppia letale di questi tempi, Insigne & Higuain. Campionato che promette cose turche da qui alla fine. Otto squadre in quattro punti davanti e la Juventus che può sempre rientrare. “Mucchio selvaggio” direbbe Piccinini. E dico anch’io. 

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