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(ANSA) - Sembra già ai titoli di coda l'avventura di Antonio Conte sulla panchina del Tottenham: evaporata l'euforia seguita alla vittoria in casa della capolista Manchester City, dopo la sconfitta sul campo del Burnley il tecnico italiano si è sfogato davanti ai giornalisti, lasciando intendere di essere pronto anche alle dimissioni. Un epilogo che il presidente del club londinese Daniel Levy cercherà di scongiurare nell'incontro di oggi pomeriggio con il tecnico italiano, che ha un contratto con il Tottenham fino al giugno 2023.
Quattro giorni dopo l'exploit all'Etihad stadium, gli Spurs sono incappati nella quarta sconfitta nelle ultime cinque giornate di Premier League, restando a -7 dal quarto posto occupato dal Manchester United. Il recente brusco rallentamento del Tottenham stride con il rendimento della squadra nelle prime settimane di gestione Conte, capace di raccogliere sei vittorie e tre pareggi nelle iniziali nove uscite domestiche.
Eppure le prime avvisaglie di tensioni erano emerse già in dicembre, dopo la sconfitta contro il Mura, in Europa Conference League, quando Conte aveva dichiarato che rilanciare il Tottenham rappresentava "la più grande sfida" della sua carriera. Qualche settimana dopo, ecco i primi messaggi d'avvertimento alla società: a proposito del mercato invernale il tecnico italiano si augurava di essere ascoltato dalla società, sottintendendo la necessità di un drastico intervento per colmare "il gap molto largo" con i top team inglesi.
Il Tottenham sembra accontentarlo: ceduti in prestito quattro giocatori, tra i quali Dele Alli, che non rientravano nei piani tattici di Conte, dalla Juventus arrivano per 60 milioni di euro Rodrigo Bentacur e Dejan Kulusevski. Ciò nonostante, in un'intervista con un media italiano, Conte non sembra affatto soddisfatto dell'operato di Fabio Paratici, l'ex dirigente juventino oggi direttore dell'area tecnica del Tottenham, principale sponsor dello stesso Conte.
Ma le critiche al mercato vengono in parte smentite dallo stesso Conte quando denuncia un'operazione di interferenze per destabilizzarlo. La vittoria sul City riporta la calma per qualche giorno. Fino all'eruzione - inattesa, clamorosa - di mercoledì sera.
"Stiamo giocando come se fossimo coinvolti nella lotta per la salvezza - le parole di Conte -. Forse c'è qualcosa di sbagliato. Mi voglio assumere le mie responsabilità, sono pronto a qualsiasi decisione, ho ambizioni e odio perdere. Non è giusto in questo momento ricevere il mio stipendio. Voglio aiutare il Tottenham, ma non mi è mai capitato in carriera una situazione simile. In questo momento possiamo finire 12esimi, 13esimi, 14esimi".
Per poi concludere con un'affermazione che lascia aperta ogni possibilità, anche le dimissioni: "Sono troppo onesto per chiudere gli occhi, forse non sono abbastanza bravo per migliorare questa squadra". Quasi una dichiarazione di resa, confermata quando non ha voluto rispondere a chi gli chiedeva se sabato sarà in panchina, in occasione della trasferta sul campo del Leeds.
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