giovanni segantini

“GIOVANNI SEGANTINI È UN ARTISTA PERFETTO PER IL NOSTRO TEMPO” – ANTONIO RIELLO SULLA MOSTRA DEL PITTORE TIROLESE A BASSANO DEL GRAPPA: “SEGANTINI NON È UN VERO INNOVATORE, NÈ UN GENIO. MA INCROCIA DEI LINGUAGGI ARTISTICI, DIVISIONISMO E SIMBOLISMO, CHE CON INDUBBIA CAPACITÀ SA PIEGARE AL SUO TALENTO. OGGI, ANCHE GRAZIE ALLE IMPERSCRUTABILI VIE DELLA PROVVIDENZA, L'OPERA DI SEGANTINI SI RITROVA CONTRASSEGNATA DA UNA FORTE ATTUALITÀ DI NATURA "AMBIENTALE". I SUOI AMBIENTI SONO: PRATI, VALLI E SENTIERI. GLI STESSI PAESAGGI DELLA CULTURA GREEN…

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Antonio Riello per Dagospia

 

museo bassano b

Bassano del Grappa è geograficamente - e in termini di altitudine - una città di pianura. Ma nell'immaginario collettivo (soprattutto di chi non c'è mai stato, ma ne ha solo sentito parlare) viene considerata un luogo di montagna. A questa curiosa idea hanno contribuito il nome (c'è chi pensa sia sul cocuzzolo del Monte Grappa) e in particolare le vicende della prima Guerra Mondiale che hanno trasformato la cittadina veneta in un luogo mitologico per gli Alpini. 

 

Una mostra di Giovanni Segantini (Arco 1858 - Pontresina 1899), pittore di genere alpestre per eccellenza, non poteva trovare migliore collocazione che a Bassano. Proprio perché pure Segantini è sempre-e-solo collegato alla montagna con un automatismo a volte un po' sbrigativo. C'è assai di più nella sua ricerca artistica.

 

segantini 01 oca appesa

Un centinaio di quadri, parecchi dal Segantini Museum di St. Moritz. Molte e puntuali connessioni con la pittura italiana e straniera del tempo. Ottimo allestimento. E' curata di Niccolò D'Agati e divisa in 4 sezioni: "1878-1881" (il periodo milanese), "1881-1886" (gli anni della Brianza), "1886-1890" (a Savorgnin, nei Grigioni), "1890-1899" (gli anni del Maloja).

 

Due quadri in mostra assolutamente da ammirare? "Vacca Bruna all'abbeveraggio" (1892) rappresenta la quintessenza della tecnica di Segantini e sintetizza felicemente i suoi paesaggi. L'altro, "Oca appesa", una natura morta del 1881, ne mostra in modo esemplare sia l'abilità che il contesto rurale dove era uso operare.

 

Giovanni nasce, di modeste origini, ad Arco, nel Trentino non ancora italiano. Si forma a Brera e frequenta la Milano della Scapigliatura dove diventa amico di Vittore Grubicy. Un seguito passa qualche tempo nella campagna brianzola. Si sposta quindi in Svizzera. Tra le montagne dell'Engadina inizia la sua esperienza divisionista. In quelle zone stava nascendo un prospero turismo internazionale.

 

segantini 02 mucca bruna all'abbeveratoio

La sua committenza fu in parte quella dei neonati alberghi di lusso.  Gli richiedevano grandi vedute montane - con un tocco di modernità - per le sale da pranzo e i saloni. Anche grazie a questo riuscì a mantenere la numerosa famiglia e a diventare uno dei mitici "cantori visivi" delle vette innevate (assieme allo svizzero Ferdinand Hodler).

 

Segantini non è un vero innovatore, nè un genio. Ma incrocia dei linguaggi artistici  - Divisionismo e Simbolismo - che con indubbia capacità sa piegare al suo talento (la scelta divisionista è funzionale alle vedute alpine che padroneggia). In poche parole il suo è un Tardo-Romanticismo legato alla Natura più che alla Storia. Alcune sue opere riescono, ad onor del vero, ad essere davvero molto evocative.

 

Era di carattere assai scontroso, burbero e fiero. Ebbe come fidata compagna Bice Bugatti, sorella di Carlo Bugatti (celebre ebanista) e zia di Ettore, il fondatore della casa automobilistica omonima.

famiglia segantini

 

Sebbene nato nell'Impero Asburgico e morto in Svizzera la sua avventura artistica in fondo è lo specchio delle difficoltà della cultura italiana post-unitaria. Un paese ossessionato dalla retorica risorgimentale e di fatto un "parente povero" dell'Europa che contava.

 

Il modello costante era la Francia, ma si rischiava di arrivare sempre un po' troppo tardi: sì, la cultura Italiana del secondo 800 era, in genere, piuttosto provinciale. Nella Pittura fu necessario aspettare il Futurismo per essere di nuovo all'altezza della scena internazionale. E infatti il nostro Giovanni dovette emigrare in Svizzera per fare fortuna.

 

A volte la pittura di Segantini sa raggiungere - forse con qualche accento panteistico  - un sincero sentimento religioso. In un mio  personalissimo cortocircuito mentale associo i suoi dipinti a certe scene agresti del film "L'Albero degli Zoccoli" del 1978 (per una coincidenza del destino il regista, Ermanno Olmi, bazzicava spesso per Bassano del Grappa).

 

segantini 12

Oggi comunque, anche grazie alle imperscrutabili vie della Provvidenza, l'opera di Segantini si ritrova contrassegnata da una forte attualità di natura "ambientale". I suoi ambienti sono: prati, valli e sentieri. Gli stessi paesaggi della cultura Green. Un artista perfetto per il nostro tempo: purezza, onestà e semplicità sono le parole d'ordine. I suoi soggetti umani e animali, strettamente legati al lavoro dei campi, esteticamente concordano alla perfezione con le suggestioni e la morale della cosiddetta Sostenibilità.

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giovanni segantini