DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Paolo Manazza per L’Economia – Corriere della Sera
Qualcosa di inesorabile sta accadendo nel mercato dell' arte. Dopo la consacrazione dei maestri storici del primo Novecento e la forte attività speculativa sul secondo Novecento, ora è diventato imperativo dare spazio alla ricerca. Come se il business si rendesse conto che per sopravvivere deve coltivare nuovi talenti.
Il gioco al rialzo, su alcuni nomi (internazionali e italiani) degli anni Sessanta e Settanta, sta perdendo energia. Così, l' idea Artprice di creare il segmento Top500 Contemporary - gli artisti nati dopo il 1945 con il maggiore turnover - riflette una chiara tendenza.
L' indice in corso fotografa la situazione al 2017, ma alcuni recentissimi risultati d' asta sembrano confermarlo. Gli analisti di tutto il mondo hanno sezionato in lungo e in largo quest' elenco. Raggruppando e interpretando i nomi dei maestri per Paesi d' origine, sesso, scuole, tecniche e quant' altro
Le donne, ad esempio, non solo contano sempre più, ma sono in grado di influenzare fortemente il gusto corrente. Gli artisti africani, iraniani o cubani fanno scintillare sguardi e portafogli. Inoltre, lo scenario internazionale è frequentato da un numero crescente di asiatici (cinesi in testa), sia sotto forma di collezionisti che di artisti. Muoversi in questo orizzonte è complesso e rischioso.
Ma una domanda per noi è d' obbligo. A che punto è il Made in Italy nel mercato dei Contemporanei? Nella classifica Artprice sono soltanto 12 i nomi che portano il tricolore. Nell' ordine: Stingel, Cattelan, Paladino, Lo Giudice, Gallo, Chia, De Dominicis, Clemente, Pignatelli, Salvo, De Maria e Penone.
Tra i magnifici dodici, alcuni stanno registrando una forte crescita e quindi vale la pena monitorarli con attenzione nei prossimi mesi. Eccoli. Caso un po' anomalo la top star Rudolf Stingel, primo tra gli italiani e 4° nella classifica generale, con 28 opere vendute per 51,5 milioni di dollari e un top price di 10,5 milioni. Poi, Marcello Lo Giudice, quarto tra gli italiani e 270° nell' indice generale. Giuseppe Gallo, quinto tra gli italiani e 272° nell' indice. Sandro Chia, sesto tra gli italiani e 281° nell' indice.
LA FINE DI DIO DI LUCIO FONTANA
E ancora Francesco Clemente, Luca Pignatelli, Salvo e Nicola De Maria. Sono questi i nomi da tenere d' occhio e collezionare. Uno sguardo alle ultime aste di Contemporary a Londra dello scorso giugno, aiuta a capire meglio i trend in atto. Oltre trenta italiani sotto passati sotto il martello di Sotheby' s e Christie' s.
L' analisi su alcuni degli artisti nati prima del 1945 aiuta a comprendere come anche il loro mercato si stia internazionalizzando. Ad esempio una Superficie 26 di Capogrossi (che ha vendite italiane per l' 84%) da 25 mila è arrivata a 40 mila sterline. Tra i nati post War invece, il grande olio su carta intelata Sorgente, di Cucchi, da 5 mila sterline è salito a 21.500. Questo artista, non presente nel Top500, e che ha un mercato per 41,7% britannico e per il 40,6% italiano, ha prezzi in forte calo dopo l' apice 2007-2008. Quindi alcuni suoi lavori di qualità, oggi, riscuotono attenzione.
Tra i big storici si è notato invece come le opere di Lucio Fontana siano state vendute alle stime minime. Il mercato di Fontana ha visto un momento d' oro nel 2015 (oltre 184,6 milioni di dollari) con una caduta nel 2016 a 36,8 milioni e la risalita nel 2017 a 64,7 milioni.
Nel primo semestre 2018, il turnover è stato di 46,4 milioni di dollari. Sempre tra la dozzina dei nomi nell' indice Artprice, bella la sorpresa per Eden blu di Marcello Lo Giudice che, da Sotheby' s, ha triplicato la stima minima fermandosi all' aggiudicazione finale di 50 mila pound. Secondo Artprice 100 dollari investiti su di lui nel 2005 valgono oggi in media 415,99 (+315,99%). Insomma, chi tra i talenti italiani continuerà a internazionalizzarsi, ha nelle mani ottime chance per crescere ancora.
LUCA PIGNATELLISANDRO CHIA 5SANDRO CHIA 2LUCA PIGNATELLI
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