takashi murakami jellyfish eyes

ARTSPIA FILM - SBARCA A HOLLYWOOD TAKASHI MURAKAMI. LA SUPER STAR DEL POP GIAPPONESE DEBUTTA ALLA REGIA CON UN FILM DI ANIMAZIONE DEDICATO A FUKUSHIMA E ISPIRATO SIA A SPIELBERG CHE A TARKOSKIJ. IN PATRIA È STATO UN CLAMOROSO FLOP

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1. VIDEO - IL TRAILER DI “JELLYFISH EYES”

 

2. VIDEO - INTERVISTA A TAKASHI MURAKAMI

 

Teresa Bertuzzi per Dagospia

Jack Black alla Premiere del film a Los AngelesJack Black alla Premiere del film a Los AngelesMurakami GirlMurakami Girl

 In patria è stato un clamoroso flop, ma Takashi Murakami ora ripone tutte le speranze nel pubblico degli Stati Uniti, dove in questi giorni sta portando in tour il suo primo film “Jellyfish Eyes”, debutto registico di questa star del Post Pop molto più amato all'estero (Europa e Stati Uniti) che nella madrepatria. Presentato fin dal trailer come “un ritratto del Giappone dopo il disastro nucleare di Fukushima” in ambientazione sci-fi, il film è costato alle tasche dell'artista- produttore 7 milioni di dollari. Poco però rispetto a quel che prevede di spendere per i prossimi due capitoli della trilogia, già in lavorazione.

Ispirandosi ai suoi idoli (il maestro dell’animazione giapponese Hayao Miyazaki, i registi Andrei Tarkovskij e Steven Spielberg), Murakami mette in scena un presente dove solo i bambini possono vedere le strane creature che si aggirano (e combattono) tra le terre desolate  e contaminate.

Murakami e VuittonMurakami e Vuitton

“ Ho cercato di fare il film per 10 anni senza riuscirci finché non è arrivato il disastro. Volevo fare animazione da quando ho visto Galaxy Express e i film di Miyazaki per la tv. I miei dipinti seguono completamente le regole dell’arte contemporanea occidentale, mentre con il film posso combinare la cultura giapponese con le regole.Il governo giapponese non vuole che si parli Fukushima, ma io sono un artista e non ho responsabilità politiche” ha spiegato allo scrittore Pico Iyer, che l’ha intervistato  durante il talk organizzato dalla The Broad Foundation.

Ritratto di Takashi MurakamiRitratto di Takashi Murakami

“Dopo quello che è successo la gente aveva bisogno di storie, perché solo allora si è resa conto di non poter costruire il proprio futuro”. E Murakami ne ha raccontata una, dando vita ai suoi coloratissimi personaggi, inscenando battaglie tra mostriciattoli e eroine manga maggiorate (la sua “Miss ko2”), libero dalle regole dell’arte contemporanea. Il pittore, scultore, designer giapponese si cimenta quindi con l’animazione, suo sogno fin dall’adolescenza. E crea uno scenario fantasy in cui i bambini  danno ordini  ai loro amichetti virtuali a suon di smartphone.

poster di poster di "Jellyfish Eyes"

“Come in “Stalker” di Tarkovskij, il pericolo, le mutazioni genetiche e una situazione politica illogica possono creare una splendida storia.”

Murakami  nell'incontro con Pico Iyer ha dichiarato di piangere ogni volta che guarda il suo film, ma Jellyfish Eyes farà lo stesso effetto sul pubblico internazionale? Per ora i commenti di chi lo ha visto negli USA sembrano accoglierlo con favore.

A fine intervista qualche minuto è riservato ai tweet del pubblico: qualcuno gli chiede un consiglio per i giovani che vogliono entrare nel mondo dell’arte. “Be careful!”, la sua risposta. “Il successo e i soldi oggi potranno essere più facili da raggiungere, ma anche da perdere con altrettanta velocità”. Non è un problema suo: i lavori di Murakami vengono battuti alle aste per milioni di dollar. Il solo “My Lonesome Cowboy” è stato venduto per 15 milioni, François Pinault figura tra i suoi collezionisti  più fedeli e la collaborazione con Louis Vuitton continua imperterrita dal 2003.

personaggio di personaggio di "Jellyfish Eyes"

Forte di tanto successo Murakami lancia col film una serie di gadget firmati e messi in vendita a 300 dollari l’uno. “ Forse sono  troppo cari. Però comprateli!”.

 

dal film  dal film "Jellyfish eyes"