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PALLONE DORO 2014 NEUER - MESSI - CRISTIANO RONALDO
Emanuele Gamba per “la Repubblica”
Real Madrid, Bayern Monaco, Barcellona e Juventus, in ordine di grandezza. Chi è l’intruso? «L’intruso siamo noi, perché se guardiamo ai conti gli altri fatturano quasi il doppio. Ma noi sappiamo difenderci» dice Beppe Marotta sbirciando la lista dei sopravvissuti: le tre squadre più forti al mondo e la sua, tre delle quattro società più ricche al mondo (manca il Manchester United, che in questa classifica è secondo) e la sua.
Ora si tratta di capire se la Juve si siede al tavolo di questo «ristorante da cento euro » (ancora Marotta, con chiaro riferimento a Conte e alle cantonate che costui ha preso) per caso o a pieno diritto. Il dirigente juventino si sente un outsider, «ma possiamo trasformare il sogno in realtà: d’altronde quattro anni fa c’era gente come Di Natale che rifiutava la Juve e invece oggi ci sono fior di campioni che vogliono venire da noi», mentre i calciatori non hanno di queste remore: «Sono rimaste tre squadre forti ma anche noi siamo fortissimi, al livello degli altri», garantisce Vidal. E Tevez: «Il bello viene adesso. A me non fa paura nessuno, io ho avuto paura solo da piccolo nel mio quartiere».
Un po’ di sfacciataggine è giustificata, serviva anche a far finta che la qualificazione strappata al Monaco (non proprio il top del top) non fosse stata così sofferta, mentre Barcellona e Bayern accatastavano gol e il Real sopravviveva alla palude dell’infido derby con l’Atletico. Di sicuro, assieme alla Juve c’è il meglio che il calcio d’oggi possa offrire. I bianconeri, sì, sono degli intrusi: a livello teorico (ed economico), Psg, City, Chelsea e Arsenal varrebbero di più, ma nessuno di quelli avrebbe veramente meritato, sul piano tecnico, di stare al posto dei bianconeri.
Se esiste una graduatoria possibile delle quattro semifinaliste (che oggi a mezzogiorno verranno accoppiate nel sorteggio di Nyon, diretta su Italia2, Sky Sport1, Premium Calcio ed Eurosport), è quella dei soldi.
La Deloitte& Touch, ormai specializzata nella classificazione dei club calcistici, usa il dato abbastanza oggettivo dei ricavi, in base al quale il Real Madrid è la società più ricca al mondo: incassa, al netto delle plusvalenze, 549.5 milioni di euro (i dati sono riferiti alla stagione 2013/2014), seguita da Manchester United, Bayern Monaco (487.5 milioni) e Barcellona (484.6).
La Juve è decima con 279.4 milioni di introiti. Grazie a questa cavalcata europea, con la quale potrebbe arrivare a incassare quasi cento milioni, risalirà la classifica ma resterà lontana dal vertice: è questo il senso dell’intrusione denunciata da Marotta. Da ieri, per altro, è ufficiale la riconferma sua e del suo staff fino al 2018.
Ma se gli altri sono più ricchi e più forti, i bianconeri sono i più tranquilli. Dei quattro in corsa, sono gli unici a non avere turbolenze societarie, questione interne, crepe sulla facciata. Il Bayern ne ha fatti sei al Porto (e nei quarti, ne rifilò sette allo Shakhtar) ma s’arrovella attorno alla questione medica: lo staff sanitario diretto dal mitico professor Müller-Wohlfahrt si è dimesso, i giocatori cadono come pere dall’albero.
L’ultimo a fermarsi è stato il difensore Badstuber, giusto ieri: stiramento alla coscia, stagione finita. Ma sono fuori anche Ribéry (il diesse Sammer, sconsolato: «Abbiamo sbagliato ad affrettarne il recupero, non sappiamo quando tornerà»), Javi Martinez, Benatia, Alaba e Robben, probabilmente l’unico in grado di giocare le semifinali.
L’olandese dovrebbe rientrare già martedì in Coppa di Germania, contro il Borussia. Il Bayern va e non va, senza mezze misure. Guardiola ha l’ossessione del contropiede altrui e a volte per questo sbarella, come è successo con Wolfsburg e Porto: dev’essere la ragione per la quale Allegri, che ormai si sta specializzando nell’arte delle ripartenze, s’augura di pescare i tedeschi. Ma quando gioca secondo possibilità, il Bayern è inarrivabile. È la perfezione.
Di casini ce ne sono anche al Barcellona, con le inchieste giudiziarie su Neymar, le sanguinose elezioni per la presidenza, i rapporti complicati tra le stelle e Luis Enrique. Ma la squadra se ne infischia e ha raggiunto livelli mostruosi di rendimento e spettacolarità.
D’altronde nessuno al mondo (e forse nessuno mai) può vantare un tridente tipo Messi-Suarez- Neymar, 95 gol in tre e ognuno a modo suo. Messi per la prima volta in carriera non ha segnato né negli ottavi né nei quarti: si scommette su quanti ne farà in semifinale, perché ne farà di sicuro.
Il Real sembra invece la squadra più vulnerabile delle quattro, sia perché Florentino Perez se può una parola contro Ancelotti la dice (anzi, la fa scrivere alla stampa amica) sia perché Casillas è davvero in declino sia perché gli infortuni di Modric, Bale e Benzema tolgono davvero parecchio persino a una squadra molto galattica, così galattica eppure con delle fessure di fragilità che Allegri, l’intruso, sta già scrutando.
cristiano ronaldo ancelotti
PEP GUARDIOLA ALL' OKTOBER FEST
guardiola 2
guardiola
guardiola pantaloni strappati
cristiano ronaldo posa per armani
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