koulibaly boateng

“NON CAMBIA MAI NULLA, CI CONSIDERANO SCIMMIE” – KEVIN PRINCE BOATENG E IL RAZZISMO NEGLI STADI: “NON BASTA UNO STRISCIONE O LA PUBBLICITÀ. SALVINI SBAGLIA. FERMARSI SAREBBE STATO GIUSTO ANCHE PER CHI GUARDA LA PARTITA IN TV” – OGGI AL SAN PAOLO GIOCATORI E PUBBLICO INDOSSERANNO LA MASCHERA DI KOULIBALY, CHE SARÀ IN TRIBUNA

1 – SAN PAOLO IN MASCHERA (QUELLA DI KOULIBALY) PER IL RITORNO AL CALCIO

koulibaly

Marco Ciriello per “il Messaggero”

 

È sempre difficile tornare a casa, figuriamoci in campo e dopo una umiliazione e un morto. Ma il Napoli deve farlo nessuno vuole fermare il campionato e senza Lorenzo Insigne e Kalidou Koulibaly (sospesi per due giornate). Il difensore sarà in tribuna ed è probabile che, come accadde nella gara col Carpi nel 2016 dopo i terribili cori dei tifosi della Lazio, la sua faccia coprirà quella dei tifosi napoletani presenti allo stadio.

 

koulibaly ancelotti

Il San Paolo proverà di nuovo ad essere Koulibaly, con il suo viso sorridente moltiplicato per mille (pixel e sentimenti), ed esibito con forza, in risposta al crepuscolare stato del tifo italiano. È sempre difficile tornare a casa figuriamoci in campo e col Bologna la cui tifoseria va aggiunta alle molte, troppe, che si dedicano con passione all' esercizio della violenza verbale è successo anche a Cagliari qualche settimana fa e che fece vergognare nel 2014 il presidente onorario Gianni Morandi: «Sono comparsi striscioni intollerabili contro la squadra e la città di Napoli. Non credevo che il tifo fosse degenerato a questo punto».

 

koulibaly

È una vecchia storia, Lucio Dalla che amava la canzone napoletana, lasciò i fischi contro Napoli anche nella registrazione del tour Banana Republic quando nell' intro prima di Ma come fanno i marinai con Francesco De Gregori intonano Addio a Napoli, una memoria d' avversione trasversale dalla musica al calcio. Adesso il presidente del Bologna è l' imprenditore canadese Joey Saputo che, a dispetto dell' immaginario collettivo conosce il problema del razzismo visti i numerosi casi che si verificano ogni anno nello sport di maggiore impatto in Canada: l' hockey su ghiaccio, e come tutti gli altri presidenti non può e non deve tirarsi fuori da quello che fanno le tifoserie, serve una opera pedagogica per uscire da questo continuo déjà-vu del peggio.

 

koulibaly

Nella via crucis di tifosi morti e calciatori offesi, di scontri, devastazioni ed esercizi di razzismo, è arrivato il momento di rispondere dal campo con allenatori, calciatori e arbitri e dagli spalti con tifosi che non hanno desideri di giostre medioevali ma sincera passione calcistica.

 

CONFLITTO SOCIALE

Il mondo del calcio italiano deve uscire dalla morsa tremendista e primitiva ed entrare finalmente nella contemporaneità. Se è vero che gli stadi sono l' ultimo luogo del conflitto sociale è anche vero che questo conflitto non ha portato a nulla, se non a morti e dolori, senza nessuna evoluzione.

 

koulibaly

Ci si ritrova più o meno sempre con gli stessi problemi, la stessa bassa violenza che dalle scritte (quella contro Gaetano Scirea a Firenze colpisce anche Piazza Santa Croce che si era riunita intorno a Davide Astori) ai cori e agli scontri che (di)segnano il campionato più delle partite. Il Napoli subisce sui campi un martirio espiatorio che riguarda il sud e la città e ogni partita diventa un momento per regolare dispute assurde mosse da un odio da campanile che furono riassunte da Toti Scialoja: Ilsogno segreto|dei corvi di Orvieto| è mettere a morte | icorvi diOrte, e non sembrano avere fine.

 

2 – LA RABBIA DI BOATENG: «NON CAMBIA MAI NULLA CI CONSIDERANO SCIMMIE»

Monica Colombo per il “Corriere della Sera”

 

«Mi sono sentito male per lui e per chi ha dovuto assistere alla scena provando dolore». Kevin Prince Boateng non può evitare di immedesimarsi in Kalidou Koulibaly, perseguitato da «buu» razzisti nella gara con l' Inter senza che l' arbitro Mazzoleni prendesse provvedimenti. L' attaccante di origini ghanesi, ora al Sassuolo, giocava nel Milan quando allo stadio Speroni di Busto Arsizio, in un' amichevole con la Pro Patria, reagì con rabbia agli ululati della curva, calciando il pallone verso gli ultrà .

boateng

 

Era il 3 gennaio del 2013, cosa è cambiato da allora?

«Non mi pare che nel frattempo siano stati compiuti passi avanti. Se è possibile la situazione è peggiorata visto che all' epoca nei miei confronti si scagliarono 50 tifosi.

A San Siro l' altra sera erano 10 mila» .

 

SATTA BOATENG

Lei è d' accordo nel catalogare questi atteggiamenti come semplice ignoranza?

«Questo è razzismo. Chi fa queste urla sappiamo perché le fa, per certe persone chi è di colore è una scimmia. Poi certo in una curva ci saranno anche gli ignoranti che imitano gli altri pensando che sia giusto farlo. Provi a chiedere a Koulibaly come si è sentito, uscendo dal campo. Glielo dico io, era sotto un treno» .

 

Gli orientamenti politici di chi governa influenzano?

«È fuori dalla mia sfera di competenza entrare in questi temi. Vedo che anche in Germania la situazione non è molto differente. Nel quotidiano non mi sono capitati episodi di discriminazione ma sono un metro e novanta e peso 90 chili. Magari uno ci pensa un attimo prima» .

 

La sentenza d' appello del 2015 scagionò i tifosi della Pro Patria: ai loro ululati non venne riconosciuta la matrice razzista .

boateng col figlio

«Fu una decisione sbagliata. Tutti hanno capito che era razzismo. Dobbiamo aspettare che ci scappi il morto?» .

 

Secondo il ministro degli Interni Salvini è stato corretto non sospendere la partita. Concorda?

«È in errore Salvini, Koulibaly si sentiva male e secondo me anche qualche giocatore dell' Inter. Fermarsi sarebbe stato giusto anche per i milioni di persone che guardavano la partita in tv» .

 

Se avesse l' opportunità di sedere a un incontro istituzionale al Viminale cosa suggerirebbe?

«Vorrei solo che la gente capisse cosa significa essere insultato per avere la pelle nera» .

 

Negli spogliatoi questo argomento viene affrontato?

«Certo, se ne parla. Siamo d' accordo nel sostenere che occorre coraggio e serve alzare la voce. Tanti su Instagram scrivono che sarebbe meglio ignorare il fenomeno. È sbagliato, abbiamo bisogno di un Colin Kaepernick (il giocatore di football americano che in forma di protesta smise di alzarsi in piedi durante l' inno, ndr ), uno che perde tutto per lanciare un segnale» .

 

Come possono intervenire le società?

koulibaly

«Non basta uno striscione di promozione antirazzismo sul campo o la pubblicità durante le partite della Champions League. Occorrono più spot e una campagna di sensibilizzazione che inizi nelle scuole» .

 

Cosa resta della tolleranza zero introdotta cinque anni fa dalla Uefa?

«È uno slogan che non posso più sentire. I fatti parlano: succede ancora e ovunque. Siamo in ritardo. Dobbiamo iniziare adesso, subito» .