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1. DESCULPE, NEYMAR - VIDEO
Da âyoutube.com'
2. C'E' UN BRASILE CHE NON TIFA E CHIEDE SCUSA A NEYMAR
Emiliano Guanella per "La Stampa"
Mancano meno di due settimane al fischio d'inizio, ma il Brasile non riesce a contagiarsi d'entusiasmo per i Mondiali di calcio. Proteste a parte, ciò che colpisce è l'assenza della febbre da vigilia. Nelle scorsi edizioni già un mese prima piazze, strade, centri commerciali erano tappezzati di bandiere e decorazioni verde-oro, oggi si vede pochissimo di tutto ciò.
Per molti la colpa è della Fifa, un'istituzione dalle regole rigide che non sta simpatica ai brasiliani. A Rio de Janeiro c'è stata quasi una sollevazione popolare quando si è diffusa la notizia che l'ente massimo del calcio avrebbe fatto pagare fino a 28 mila reais, poco più di novemila euro, a chi avesse voluto organizzare feste con maxischermi in strada, come il tradizionale Alzirao, un'arena con birra e salamelle organizzata fin dai mondiali del 1978 nel popolare quartiere di Tijuca.
Ci è voluto l'intervento del sindaco Eduardo Paes per salvare l'iniziativa, ma l'ostilità verso i burocratici di Zurigo non ha fatto che aumentare. A esasperare gli animi ci sono poi gli scioperi a catena organizzati da diversi sindacati, dai trasporti agli insegnanti, dai medici ai poliziotti o ai bancari, che approfittano dell'avvicinarsi dell'evento per avanzare richieste salariali.
Il fronte degli anti-Mondiali ha già trovato la sua immagine di riferimento: un murale disegnato in una favela di San Paolo dall'artista Paulo Ito che raffigura un bambino che piange di fame davanti a un piatto che contiene un pallone. Scritte anti-Fifa sono comparse nei pressi della spiaggia di Copacabana, che ospiterà il Fifa Fan Fest e gli studi televisivi dei principali network internazionali.
Su YouTube spopola la canzone «Desculpa Neymar» del cantante carioca Edu Kireger, un milione di download in un mese. Nel testo un tifoso spiega a Neymar e al mister Scolari perché, questa volta, non appoggerà la Selecao. «Mentre la Fifa si preoccupa per i padroni, noi siamo governati da ladroni, abbiamo stadi belli e monumentali, ma crollano a pezzi scuole e ospedali».
Krieger non si aspettava un successo del genere. «Ho voluto scrivere qualcosa - mi spiega nel suo studio a Botafogo, con vista sul Pan di Zucchero - per smuovere le coscienze del mondo artistico. I nostri cantanti più famosi e tradizionalmente politicizzati non dicono nulla perché hanno paura di perdere spazio in tv. La gente, qui, ama il futebol e i calciatori non hanno colpe, ma non possiamo dimenticarci di tutto, per un titolo mondiale».
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