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“SERVONO RISORSE PER IL CALCIO, INGIUSTO CHE IL SETTORE NON BENEFICI DEL DECRETO CRESCITA” – A “ATREJU” IL PRESIDENTE DEL TORINO E DI RCS URBANO CAIRO BUSSA A DANARI COL MINISTRO DELLO SPORT ABODI – “PERCHÉ NON È CONSENTITO AI CALCIATORI E AGLI ALLENATORI, CHE VENGONO DALL’ESTERO, DI OTTENERE I VANTAGGI FISCALI DI CUI GODONO GLI ALTRI LAVORATORI? SI POSSONO PORRE DEI PROFILI DI INCOSTITUZIONALITÀ” - PER URBANETTO SAREBBE NECESSARIO ANCHE SBLOCCARE IN ITALIA IL DIVIETO DI SPONSORIZZAZIONE IMPOSTO ALLE SOCIETÀ DI SCOMMESSE - LA REPLICA DI ABODI – VIDEO

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Antonella Baccaro per corriere.it - Estratti

 

 

cairo abodi

Si è parlato di calcio a Atreju, delle risorse che mancano e delle riforme in arrivo. Un tema che ha riempito di appassionati, oltre ogni limite, uno dei due tendoni allestiti dall’organizzazione nel Circo Massimo. Negli stessi minuti, nell’altro salone veniva intervistato il leader del M5S, Giuseppe Conte, mentre una pioggia battente non dava tregua.

 

Sul palco il ministro dello Sport Andrea Abodi è apparso in vena di impegni e anticipazioni. A incalzarlo, soprattutto i presidenti di Milan e Torino, Paolo Scaroni e Urbano Cairo (editore del Corriere della Sera), concordi sulla necessità di affrontare la crisi del settore. Al dibattito hanno partecipato anche Giancarlo Abete (presidente Lega nazionale dilettanti), Federica Cappelletti (presidente Divisione Serie A femminile), Stefano Azzi, ad di Dazn e, in collegamento, l’ex difensore Alessandro Costacurta.

 

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«Il mondo del calcio — ha osservato Cairo — presenta uno sbilancio tra costi e ricavi molto importante. In Italia si è perso mediamente un miliardo l’anno negli ultimi 5 anni, complice anche il Covid, che ha dato una botta tremenda al settore. Certo, da quando nel ‘93 sono arrivati i diritti sportivi — ha proseguito — i ricavi sono cresciuti di tanto, ma i costi sono aumentati moltissimo. Servono risorse. Poi starà a noi contenere i costi».

 

 Su un punto Cairo ha chiesto chiarezza: «L’unico settore che in Italia non beneficia del decreto Crescita è il calcio: perché non è consentito ai calciatori e agli allenatori, che vengono dall’estero, di ottenere i vantaggi fiscali di cui godono gli altri lavoratori? Mi sembra che si possano porre dei profili di incostituzionalità» ha ipotizzato.

 

gian paolo montali urbano cairo andrea abodi foto mezzelani gmt

Per il presidente del Torino sarebbe necessario anche sbloccare in Italia il divieto di sponsorizzazione imposto alle società di scommesse, divieto che nel resto dell’Europa non esiste. Così come sarebbe importante «intervenire sulla pirateria», che sottrae risorse per una cifra che l’ad di Dazn, Stefano Azzi, ha quantificato in un milione al giorno. Un argomento, questo, sollevato anche da Paolo Scaroni. «Nonostante i tanti difetti che ha il calcio — ha detto Abete — il mondo del pallone dà più di quello che riceve. Il calcio ha finanziato tutto lo sport italiano: è il suo motore».

 

Il ministro Abodi ha assicurato ai presenti che il tema delle società di scommesse sarà valutato presto: «L’impegno in tempo breve — ha detto — è quello del ritorno della pubblicità del betting (scommesse), che sia anche educativa». Per le stesse società ha garantito che «ci sarà certamente una percentuale di prelievo. C’è da capire di quanto sarà, perché la Finanziaria è in evoluzione, ma è significativo che ci sarà. E la finalizzazione terrà conto delle priorità sociali».

 

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