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giancarlo dotto e giorgia surina
Giancarlo Dotto (Rabdoman) per Dagospia
Si ricomincia. Sventagliata di pallone al tempo della Befana. Si replica tre giorni dopo. Aspettando il mercato che sconvolgerà parecchi connotati, prima domanda: cosa somiglierà a se stesso? Si parte oggi con il derby della Lanterna. Quel pazzo di Diogene cercava l’uomo, Montella e Gasperini ne cercano una dozzina, quelli mai trovati e quelli smarriti lungo la strada.
Sampdoria contro Genoa. Facile immaginare un pareggio, perché chi perde è perduto. La notizia l’ha data Montella: “Cassano è dimagrito sotto Natale”. Sarà lui il Senza Panza della donchisciottesca impresa che s’è caricato sulle fragili spalle l’aeroplanino?
Che Roma? Ce ne stanno parecchi di agguati sotto la pelle di questa penultimo rodeo del girone d’andata. Il più fosco sta a Verona, nel fango e nelle nebbie, si chiama Chievo, e tocca alla Roma del Rudi Garcia sospeso, lasciato lì a penzolare dal giorno dell’orrido Spezia. E Pallotta che tiene la corda da Boston.
Che Roma sarà? Se lo chiedono in tanti. Forse i giocatori stessi. Tra squalificati e infortunati, una squadra che ha solo una chance, la baionetta. E c’è chi confida nelle imprese di un quarantenne. Francesco Totti s’infilerà l’ennesima mutanda della sua strabiliante storia. Se sarà eroica o patetica, lo sapremo presto.
Sarà l’ottava? Sarà l’altra veronese dell’incomprensibile Delneri a tentare in trasferta lo scherzo da preti alla rimontante Juventus di Buffon e compagni. Impresa impossibile solo a pensarla. Sette vittorie consecutive l’hanno miracolata, questa Juve, che qualche superficialone, sottoscritto incluso, dava giustificata assente per sazietà. Dimenticando che quelli non si saziano mai, per statuto, e che uno come Dybala non ha vinto niente.
Che Inter? L’abbiamo lasciata che raccoglieva al Meazza i cocci della partita con la Lazio e i nervi di Melo. Resta stupefacente capolista ma con qualche certezza di meno. Mancini s’è portato i suoi nelle sabbie del Qatar. Bolliti o rigenerati? Sapremo domani. Se la faranno in trasferta con le pesti dell’Empoli, che hanno ragione di maledire la lunga sosta. Non ci voleva. Quattro vittorie consecutive sulle ali di un Maccarone e l’aria di chi ci ha preso gusto.
Che Napoli? E soprattutto che Higuain? Perché la banda di Sarri ha come poche il solista che uccide. E prega che la gozzoviglia natalizia non l’abbia ingolfato. Occhio a Ventura. Il suo Torino sembra malaticcio, ma l’uomo che lo governa sa trovare le parole giuste e i valori non mancano. Per niente facile.
Che Fiorentina? Alle prese con la delicata vicenda del divorzio da Pepito Rossi e aspettando aggiustamenti non banali dal mercato, quelli dell’ottimo Sousa si ritrovano a Palermo contro le assai smunte sagome dello smuntissimo Ballardini, l’uomo che Zamparini ha esonerato lo stesso giorno che lo metteva sotto contratto.
Sembra tutto già scritto, ma il vero nemico è in casa. Le frequenti amnesie della signora in viola. Già dai tempi di Montella e, prima ancora, di Prandelli.
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