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DAGOSPIA SCRIVE IL 17 APRILE: LA LEGA DI SERIE A VERSO IL COMMISSARIAMENTO. I FRONTI: TAVECCHIO VS MALAGO'-LOTTI
Fulvio Bianchi per repubblica.it
Fumata nera oggi a Milano, l'ennesima. La Lega di A sarà commissariata domani, venerdì 21 aprile, dal consiglio federale della Figc e si ritroverà il 15 maggio per cercare di ripartire. Carlo Tavecchio vuole fare lui il commissario, non ci sta a farsi delegittimare, non vuole che siano altri (Malagò ad esempio) fuori dal mondo del pallone a ricoprire questo ruolo. Non vede altre soluzioni, nemmeno quella di delegare al suo vicario Cosimo Sibilia.
Lotti e Malagò sono contrari al Tavecchio-commissario, e glielo hanno spiegato a lungo in questi giorni. Il n.1 della Figc si sente il presidente di tutti, dopo le votazioni. Ma non è vero che tutti i club lo vogliono come commissario della Lega maggiore come sostiene qualcuno. Alcuni club, anche importanti, lo vogliono (fra questi la Juve, lo ha detto Marotta: "Tavecchio è stato eletto con un sistema democratico e la scelta deve restare nel sistema calcio"), altri no. Basta pensare che il 6 marzo, non un secolo fa, 11 società hanno votato per lui, le altre o hanno votato per Andrea Abodi o sono corse via perché rischiavano di perdere l'aereo... Questa è la serie A.
A Tavecchio è stato fatto notare da Malagò che la Lega di A è spaccata, non tutti sono al suo fianco, e che questo potrebbe creargli problemi. Lui ha ribattuto a Lotti e allo stesso Malagò che in passato è toccato proprio al presidente della Figc quel compito ingrato. Vero, toccò a Giancarlo Abete: ma era a metà del suo mandato, non all'inizio, e poi aveva avuto un consenso ben più ampio di quello che ha avuto Tavecchio.
Anche questo è stato fatto notare a Tavecchio. All'attuale inquilino di via Allegri conviene davvero imbarcarsi in questa impresa? Chi non l'ha votato potrebbe rendergli la vita difficile? E poi c'è il timore che rischierebbe di trascurare il lavoro in Figc dove non mancano i problemi da risolvere.
Chi sarebbero i due subcommissari? Lotti tiene molto alla riforma della legge Melandri e aveva promesso un suo intervento con un decreto legge poi i guai della politica lo hanno frenato. Malagò stima Tavecchio, ha anche simpatia per lui: ma è convinto che solo se il calcio marcia unito, con tutte le Leghe compatte, allora può fare qualche riforma. Ma adesso la Lega di A è messa come sappiamo, quella di B aspetta un presidente (e Lotito non si arrende). In queste condizioni non si va da nessuna parte. Non si parte mai. Ma a Tavecchio una dote va riconosciuta: ha coraggio, anche di mettersi contro un ministro, Lotti, e il capo dello sport, Malagò.
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