RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Paris Olimpiyatlar?'nda Italyan boksör Angela Carini, maç?n 1. dakikas?nda kars?s?ndaki Trans sporcu olan Imane Khelif'e kars? maçtan çekildi.
Biyolojik olarak erkek birinin kad?n ile dövüsmesi dünyan?n en aptal olay?. pic.twitter.com/aHRvm6FORZ
— ibrahim Haskologlu (@haskologlu) August 1, 2024
Estratto dell'articolo di Aldo Cazzullo per il "Corriere della Sera"
Angela Carini sale sul ring tranquilla, almeno all’apparenza, strizzando l’occhio ai fotografi. Ma già quando incontra i guantoni di Imane Khelif nel saluto di rito, sembra turbata. Prende subito un colpo al naso. Si ferma, va verso il suo angolo, grida al c.t. Emanuele Renzini: «Non è giusto! Fa malissimo». Renzini le chiede di continuare: […]
Il match riprende, ma solo per dieci secondi. Angela torna all’angolo. Dice ancora: «Non è giusto!». E si ritira. Si inginocchia, mentre la Khelif tenta invano di consolarla. Scende dal ring con rabbia. C’è la proclamazione del verdetto, non c’è l’abbraccio o il saluto tra la vincitrice e la sconfitta. […] «Cos’è successo?», le gridano i cronisti. Lei non risponde. Si ferma invece il c.t. Renzini. Prova a prenderla alla larga: «Angela aveva già male ai denti, era sotto antibiotici, ha preso un colpo al naso, ha sentito dolore…».
Poi viene al punto: «Si è messa in moto la macchina dei social. Tutta l’Italia pugilistica le ha chiesto di ritirarsi. Tutta». Pure mezzo governo. «I politici sentono dire che una donna deve battersi con un uomo, e fanno i loro commenti».
Ma Imane non è un uomo. «Lo so. Ha livelli di testosterone molto alti però. È una questione controversa. Non vorrei essere nei panni del Comitato olimpico. I corpi hanno una memoria muscolare, anche quando transitano da un genere all’altro. Nella boxe femminile i rischi sono bassi, c’è il caschetto, ci sono i guantoni antichoc. Angela voleva combattere. Infatti è salita sul ring. Ma certo è possibile che tutta questa polemica l’abbia condizionata».
angela carini in lacrime dopo l'incontro con imane khelif
Poi arriva Angela Carini. Davanti alle telecamere scoppia a piangere e scappa via dopo poche parole. Con i cronisti invece riesce a parlare[…]. «Ho il cuore spezzato, ma la testa alta. Ho combattuto». Ci scusi, ma non ha combattuto. «Ho scavalcato le corde del ring. Ho provato a combattere. Se Dio e mio padre hanno voluto così, allora va bene così». La Carini è molto legata alla memoria del padre. […]
«Il ring è la mia vita. Non ho mai avuto paura e non ne avevo oggi. Ma sono una pugile molto istintiva, e mi sono detta subito: qualcosa non va. Ho sentito quel colpo. Mi ha fatto male. Molto male. Non riuscivo più a respirare. Ho guardato mio fratello in tribuna. E mi sono detta: basta».
È stato il colpo più duro della sua carriera? «Vi dico solo che non sono mai stata sconfitta per ko. E fino a oggi non ero mai scesa da un ring prima della fine dell’incontro. Sono una guerriera. Ma a volte anche i guerrieri, quando vedono che la battaglia è persa, conficcano la spada nella terra, e si arrendono».
IMANE KHELIF Brianda Tamara Cruz Sandoval
[…] La Carini non si presta alle strumentalizzazioni politiche, che già stanno arrivando: «Io non sono nessuno per giudicare Imane. La verità è che non sappiamo nulla della mia avversaria, tranne una cosa: che lei non ha nessuna colpa. È una ragazza che è qui per fare le Olimpiadi, come me. Chi sono io per giudicarla? Non spetta a me, spetta agli altri farlo»
Non l’ha salutata però. «E ho sbagliato. Sono scesa dal ring piena di rabbia. Non ho mai concluso un incontro senza salutare la mia avversaria. Chiedo scusa a Imane per non averla salutata». Si diffonde la voce di pressioni politiche per indurre l’italiana al ritiro. Lei nega: «Credo di aver dimostrato maturità, di non aver perso l’onore. Quello che è successo non fa di me una donna meno forte».
Prima del dramma e delle polemiche, la giornata era iniziata in un clima da vaudeville.
I volontari dell’Arena Nord di Parigi non avevano mai visto un tale afflusso di giornalisti: «Cosa ci fate tutti qui di prima mattina?». […] chi è Imane Khelif?
La risposta sarebbe semplice: una donna affetta da iperandrogenismo, che alza il testosterone a un livello che la federazione di boxe ha ritenuto eccessivo, e che il Comitato olimpico ha ritenuto compatibile; per cui può gareggiare con le altre donne. «Ma ha il pisello?” chiede l’inviato turco, che è qui per sostenere la campionessa Busenaz Surmeneli, […] Certo che no, non è neppure un transessuale, a differenza di quel che è stato scritto.
Eppure la Carini ha ricevuto sino a un attimo prima di salire sul ring le implorazioni dei follower: «Angela boicotta l’incontro, fermatevi in tempo», «Angela devi combattere con un uomo, vergogna», «Angela non rischiare la tua salute», «Angela è una follia pura, ritirati», «Angela demolisci quel trans per favore!». […]In realtà, la Khelif non è imbattibile, anzi è stata sconfitta molte volte.
[…] Poi il vaudeville diventa un piccolo ma significativo dramma. Perché l’incontro dura pochi secondi. Angela all’evidenza non ha retto alle pressioni. Ha avvertito un colpo molto duro, e ha fatto una scelta non polemica, non politica, non ideologica; umana. Se avesse voluto polemizzare con l’avversaria e con il Comitato olimpico, l’avrebbe fatto. E se Angela non se la sente di giudicare la sua avversaria, certo noi non possiamo giudicare Angela; perché scrivere sui social è infinitamente più semplice che salire sul ring e combattere […]
Lo sport deve definire in fretta regole chiare e valide per tutti e in tutti i contesti; perché in effetti non è normale che una pugile che per la federazione internazionale non può combattere possa farlo alle Olimpiadi. Ma di sicuro Angela Carini ha capito una cosa che a molti è sfuggita: siamo tutti fatti a immagine e somiglianza di Dio; e quindi possiamo vedere il volto di Dio non soltanto negli occhi di una donna e di un’intersessuale, ma anche di un ermafrodito, di un transessuale, di un transgender, e financo di un capo partito.
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