IL BOTTO DI FINE ANNO: IL 1 AGOSTO 2024 (DUE SETTIMANE DOPO IL TAGLIO SUL CAPOCCIONE) GENNARO…
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La cessione di Bonucci è stata decisa subito dopo la sconfitta in finale di Champions, a Cardiff, contro il Real Madrid. Tra il primo e il secondo tempo della partita Bonucci ha perso le staffe: si è scagliato contro Dybala e ne è nato un parapiglia. Si sono immediatamente create due fazioni nello spogliatoio con Mandzukic e (a sorpresa) Barzagli schierati in difesa dell’attaccante argentino.
L’animato faccia a faccia tra i due difensori - compagni da molti anni e amici - ha creato ulteriore tensione. Le successive beghe interne hanno talmente colpito Dani Alves, abitutato al velluto rosso del Barcellona, da spingerlo a lasciare la squadra per accasarsi al Paris Saint Germain.
Lo stesso Max Allegri non ha agevolato una soluzione pacifica. Anzi. Al momento del rinnovo del contratto, ha lanciato l’aut-aut alla società: o me o lui. E la Juventus ha scelto di tenere l’allenatore per non essere ostaggio di un singolo giocatore.
Bonucci si è “vendicato” pretendendo di restare in Italia, impedendo alla Juventus di monetizzare meglio con una cessione all’estero. Le uniche società di serie A disposte a riconoscere al difensore uno stipendio da pascià erano Milan e Inter. Per evitare una sollevazione popolare con una clamorosa cessione agli storici rivali nerazzurri, Marotta e Agnelli si sono ritrovati un’unica strada: trattare con Fassone.
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